cultura

Via al recupero del Complesso Monumentale adiacente al Santuario di Mongiovino

lunedì 15 aprile 2019
Via al recupero del Complesso Monumentale adiacente al Santuario di Mongiovino

Prende forma l'annunciato progetto di restauro e recupero funzionale del Complesso Monumentale adiacente al Santuario di Mongiovino, nell’ottica di un pieno sviluppo del territorio, in modo da stimolare “un nuovo interesse nel campo delle civiltà dei pellegrinaggi non solo per la forza della fede, ma anche del turismo culturale, dell’economia e della valorizzazione delle risorse locali collegate”.

L’idea progettuale è stata illustrata sabato 13 aprile da Santino Bordini dell’Associazione Culturale Mongiovino – Valnestore e Confraternita del SS. Sacramento e della Buona Morte in Mongiovino in occasione della giornata dedicata alla riscoperta del valore del complesso monumentale, prestigioso per la sua architettura e per la sua collocazione geografica in un convegno dal titolo "Il Santuario di Mongiovino: storie di santi, uomini e luoghi”.

All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, don Alessandro Segantin, parroco di Panicale e Priore della Confraternita in Mongiovino, il sindaco di Panicale Giulio Cherubini, il presidente del Centro Italiano di Studi Compostellani Paolo Caucci Von Saucken e ancora Ivana Bricca vice presidente  dell’Associazione Via Romea Germanica, Louis Montagnoli, in rappresentanza delle Associazioni per “I Sentieri del Perugino nelle terre del Marchese”, Emanuele De  Bellis, responsabile della Pro Loco di Torrita di Siena, Matteo Pifferi del FAI Trasimeno, Silvia Sarchioni dell’associazione culturale Mongiovino – Valnestore e Confraternita del SS. Sacramento e della Buona Morte in Mongiovino.

Come emerge dal progetto, l’obiettivo è quindi quello di “fare sistema”, di creare nuovi spazi e servizi fruibili a tutti coloro che soggiorneranno in quei luoghi. Si tratta, tra le altre cose, di servizi di accoglienza per gruppi giovani, attività parrocchiali di vario genere, servizi museali, di promozione dei prodotti locali, di ristorazione e didattici. È anche prevista la realizzazione di “spazi dove la clientela potrà sostare liberamente e conversare, in uno spazio architettonico unico nel suo genere”.

Per procedere al restauro, “sono stati individuati quattro lotti di intervento, tre da realizzare con ricorso a finanziamenti pubblici e uno con ricorso a finanziamento privato in convenzione”: il primo lotto, da realizzare con finanziamenti FAI e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, consiste nella “riqualificazione della piazza con chiusura al transito della stessa, con la ricostruzione dei due loggiati un tempo esistenti lungo il perimetro dei muri fronte Santuario”; il secondo, con finanziamenti CEI e GAL, prevede il “consolidamento strutturale e recupero funzionale con opere di finitura del corpo di fabbrica che affaccia sulla piazza adiacente alla Chiesina di San Martino e del grande locale sovrastante la stessa, di porzione del piano terra del corpo centrale di edifici fronte piazza con messa in sicurezza delle gronde dei corpi di fabbrica affaccianti sulle corti comuni”. Il terzo lotto, da realizzare con fondi Europei, Ministeriali, Regionali, consiste nel “recupero e consolidamento della “porzione di edificio adiacente alla Chiesina di San Marco” e il quarto, con finanziamenti di terzi (soggetti privati) in convenzione, prevede il “consolidamento e recupero strutturale dei corpi rimanenti, realizzazione dei parcheggi e sistemazione delle aree esterne a verde”.

Il Santuario è già stato oggetto di restauro conservativo nel 2000, ed è attualmente fruibile da pellegrini e turisti. Per il primo cittadino di Panicale “il progetto di restauro e rilancio del monastero è fortemente voluto dalla comunità. Il Santuario – ha annunciato il sindaco – verrà inserito nella rete museale che sta per nascere e che vedrà insieme 7 comuni. L’unione fa la forza – ha detto – soprattutto quando è sana”.

Per Ivana Bricca “gli oltre 4 mila metri quadrati da recuperare dovranno presentare delle caratteristiche come la conferma degli elementi architettonici esistenti ed avere, pertanto, carattere restaurativo. Il nostro interesse – ha sottolineato – è che tutto il complesso torni a nuova vita”.

Il professor Von Saucken si è soffermato, invece, sulle caratteristiche che un cammino deve avere prendendo a modello l’esperienza di Santiago de Compostela. “Il santuario rivive grazie ai pellegrini, ogni anno sono in 350 mila che vi si recano. Ma un sentiero deve essere innanzitutto sicuro e presentare luoghi di accoglienza che siano semplici, economici e funzionali e si deve valorizzare la tradizione storica del luogo. Mongiovino per funzionare è necessario che sia collegato ad altri pellegrinaggi”.