cultura

"Il Perugino ed io, l'arte contemporanea". Tre anni di eventi, si parte con Albano Morandi

martedì 4 dicembre 2018
"Il Perugino ed io, l'arte contemporanea". Tre anni di eventi, si parte con Albano Morandi

"Il Perugino ed io, l’arte contemporanea”, un ciclo di mostre dedicate a Pietro Vannucci. Un progetto ambizioso quello  nato da un’idea dell’artista iraniano Bizhan Bassiri per il Comune di Città della Pieve, che comprenderà sei esposizioni di importanti artisti internazionali in collaborazione con la Fondazione Volume di Roma, la Galleria Monaco Contemporary, di Monaco, la Fondazione Vittorio Leonesio di Salò e la Galleria Dastan di Teheran. Due appuntamenti annuali, sei in tre anni, per celebrare il Perugino e rendere omaggio ai suoi natali pievesi nel contesto paesaggistico e cui il Divin Pittore si ispirò. 

Domenica 9 dicembre, alle ore 11 a Palazzo della Corgna di Città della Pieve, verrà inaugurata la prima delle mostre. A tendere, per primo, il filo rosso che condurrà il pubblico in questo percorso lungo tre anni sarà l’artista bresciano Albano Morandi, con l’esposizione “Il partito preso delle cose” che comprende una serie di lavori che ben rappresentano il percorso di questo poliedrico autore entrato nel mondo dell’arte attraverso la scenografia, in cui si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma. Il suo legame con il pittore pievese sarà espresso attraverso il colore ed un uso del ritratto originale ed introspettivo. 

La mostra, curata dal critico d’arte Bruno Corà con il contributo di Paolo Bolpagni presidente della Fondazione Burri, è creata partendo da un’iconografia esistente nella memoria: una porta che deve sempre rimanere spalancata. “Siamo felici ed onorati che per questo importante percorso che ci porterà fino ad agosto del 2021, sia stata scelta Città della Pieve – spiega  l’assessore alla cultura, Carmine Pugliese – a rimarcare il profondo ed indissolubile legame tra il Perugino e la Città”.

“Per le mie opere – le parole di Morandi – uso ciò che il mondo ci mette a disposizione, oggetti del quotidiano a cui restituire una dignità artistica, diversa dallo stereotipo che la consuetudine gli attribuisce. Parto dalle cose semplici come nastri adesivi o bottiglie vuote cercando di compiere un atto etico prima ancora che estetico. Lo studio del Perugino è stato così intenso che mi ha portato a realizzare una serie di opere inedite a lui ispirate e che in qualche modo mi hanno portato a ‘fondermi’ con la sua immagine”.  

Di Morandi sono i lavori “Cieli estranei” degli anni ’90; degli oggetti-scultura; delle “pitture” con i nastri adesivi sino alle installazioni quali “Les chants de la mi-mort” da una suggestione musicale di Alberto Savinio, in seguito ad una visita al cimitero monumentale di Milano; e dei nuovi “Cieli estranei” del 2018 dedicati al 50° anniversario del film di Stanley Kubrick,  “2001 Odissea nello spazio” dalla cui sceneggiatura Morandi ha preso il titolo di questa serie di opere. Nato a Salò nel 1958, Morandi si forma all’Accademia di Belle Arti di Roma con Toti Scialoja, convinto che un artista deve sapere e potere esprimersi in tutti i linguaggi culturali.

E che cosa meglio del teatro gli avrebbe permesso di avere una visione d’insieme di arte, architettura, prosa, musica e plasticità del corpo umano? Questa convinzione lo porta a fondare, nel 1981, il “Teatro dell’Evidenza”, con il quale mette in scena diverse opere, in particolare di Samuel Beckett, di cui è grande estimatore. L’eclettica capacità di continuare la propria ricerca artistica su più fronti ma con coerenza ed armonia è una caratteristica costante in Morandi. Pur cambiando i soggetti, gli oggetti e le tecniche, l’artista non perde mai il filo conduttore della sua arte. Il suo progetto artistico è quello di usare “il mondo delle forme per trasfigurare il modo delle cose”. 

Visione che, secondo il curatore della mostra, Bruno Corà, “offre delle chiavi che conducono subito alle fonti primigenie dei suoi processi elaborativi”. Morandi inizia ad esporre nelle più importanti gallerie e musei italiani ed esteri a partire dagli anni 80. Nel 1986 e nel 1997 partecipa alla XI Quadriennale di Roma e nel 2007 alla 52° Biennale di Venezia, senza smettere di essere attivo nel proprio territorio. Di grande importanza per evidenziare il suo impegno sociale è la rassegna d’arte contemporanea Meccaniche della Meraviglia, fondata sul concetto che scopo dell’artista è dialogare con i luoghi e la società che lo esprimono. L’arte contemporanea può suscitare la sensazione di meraviglia e di sorpresa positiva perché, in fondo, altro non è che “l’occasione di vedere con occhi diversi ciò che si pensava già di conoscere”.