"Colore, Suono, Fiaba", un laboratorio per dipingere con l'emozione
Al buio, con gli occhi bendati o con le ombre proiettate sui fogli o su superfici insolite. Con le trasparenze, a ritmo di musica, inseguendo quella delle parole. Usando scatole di cartone che, reinventate, si trasformano in abitazioni colorate. Un villaggio a dimensione bambina, frutto di una creatività lasciata libera di dare forma e di una manualità esercitata come strumento d'apprendimento.
Non servono libri, quaderni e nemmeno tante spiegazioni se l'ora scolastica è quella delle emozioni che attraversano il corpo. "È necessario avere con sé gli occhi, il naso, la bocca, la pelle, la pancia, la schiena, le mani, soprattutto un cuore libero e un paio di ali perché nell'ora delle emozioni, si impara a volare". Lo hanno fatto i piccoli partecipanti al progetto "Colore, Suono, Fiaba".
Circa trenta per ciascuno dei tre gruppi. Età media, da 3 a 6 anni. Quindici, le ore dedicate all'apprendimento emozionale – manuale, intellettuale ed educativo – in orario scolastico, da febbraio ad aprile. Dieci, gli incontri appena conclusi per le bambine e i bambini della Scuola dell'Infanzia di Sferracavallo e Canonica.
Responsabili del laboratorio artistico che ha interessato l'Istituto Comprensivo Orvieto – Baschi, gli artisti Salvatore Ravo e Agnieszka Zawisza, in accordo con insegnanti, genitori e la dirigente scolastica Anna Rita Bellini, secondo una metodologia che ha incoraggiato la produzione di lavori individuali e di gruppo e, quindi, lo sviluppo di affettività e immaginazione.
Nelle diversi fasi del progetto, i più piccoli sono stati guidati a riflettere sull'arte e i nuovi linguaggi. Sul principio secondo cui "il gesto è un segno nello spazio" che assume forza e carattere grazie alla Teoria dei Colori, alla conoscenza delle caratteristiche. Termometro dell'attività, l'entusiasmo di occhi e sorrisi di chi scopre e acquista consapevolezza a partire dal proprio manufatto.
Fatto, quest'ultimo, in "un'atmosfera di gioiosa libertà", tra giochi di parole, racconti, illustrazioni viste e replicate, musica ed uso della manualità. "I bambini – spiegano i responsabili del progetto – hanno esercitato la libertà dell'espressione creativa in modo facile e piacevole. Durante ogni lezione, ognuno è stato creatore responsabile del proprio lavoro".
E tutti, lo sono sono stati rispetto ad un'opera di gruppo sviluppando – anche in maniera implicita e inconsapevole – quell'attitudine al rapporto e al confronto con gli altri. A facilitare le relazioni, talvolta, può essere anche la contingenza legata all'impiego di uno stesso tubetto di colore. Che stimola e lascia esprimere impressioni, osservazioni, pensieri, ricordi.
Rafforza volontà e attenzione. Sviluppa la cura di cose e persone. Arricchisce il linguaggio. Educa la memoria visiva. Insegna ad utilizzare correttamente i mezzi e gli strumenti di espressione artistica. E concilia poesia e praticità. "Conoscere i colori e le loro caratteristiche nelle composizioni artistiche è saper esprimere i propri pensieri con linguaggi diversi, plasmare il proprio rapporto emotivo con il mondo circostante".
Lo fanno i bambini, dovrebbero farlo tutti.