cultura

Arco di Platino e bagno di folla per Edoardo Leo ad "Est Film Festival 2017"

venerdì 28 luglio 2017
di Davide Pompei
Arco di Platino e bagno di folla per Edoardo Leo ad "Est Film Festival 2017"

Ripetuti applausi per salutare un atteso ritorno. Quello dell'attore, regista e sceneggiatore romano Edoardo Leo, classe 1972, annunciato ospite dell'11esima edizione di "Est Film Festival 2017". Di nuovo, a Piazzale Frigo, giovedì 27 luglio, per ricevere dalle mani dell'assessore alla cultura Fabio Notazio l'Arco di Platino "Premio Città di Montefiascone" e presentare l'ultima fortunata commedia "Che vuoi che sia", in cui recita accanto ad Anna Foglietta, Rocco Papaleo e Marina Massironi.

Pellicola, incentrata "sulla storia di una scelta, del dilemma di una coppia di ragazzi come tanti che non sono indigenti ma nemmeno benestanti e che hanno l'opportunità di avere qualcosa in più per realizzare i loro sogni". Un'opera su una generazione che non riesce a soddisfare le proprie ambizioni, definita da lui stesso "non brillante ma di contenuto, perché la commedia resta il genere ideale per parlare di temi importanti". Quarto film da regista - dopo "Buongiorno Papà" girato nel 2012 anche ad Orvieto - già applaudito anche al Tuscia Film Festival e pronto ad essere proiettato gratuitamente venerdì 28 luglio al CineCastello di Bolsena, alla presenza dell'attore Massimo Wertmüller.

"Il primo – confessa – l'ho realizzato con le unghie e con i denti perché, venendo dalle serie tv e dalle fiction, nessuno credeva in me. Un esordio tragicomico. Quando 'Diciotto anni dopo' è uscito nelle sale è andato malissimo perché arrivato nei cinema a giugno 2010, in concomitanza con i Mondiali di Calcio. Per tutte le vicissitudini che si sono susseguite, potrei tranquillamente scrivere una storia sulla produzione di quel film. Poi, è successo che in ogni festival in cui andavamo vincevamo un premio. Era sorprendente la risposta e l'affetto delle persone che lo vedevano. È successa la stessa cosa qui a Montefiascone dove, infatti, abbiamo vinto il premio del pubblico".

"Queste serate in piazza non sono la semplice visione di un film, ma servono a confrontarsi con altre persone. Le immagini sullo schermo sono solo una variabile di quella serata. Manifestazioni come 'Est Film Festival' servono alla comunità per stringersi e stare insieme. Questa per me è un'immagine incredibile: vedere tutte le sere questa piazza così affollata". A chi gli fa notare che nelle sue commedie sembra esserci sempre, come tema di fondo, la gavetta raccontata da personaggi che, in un modo o nell'altro, cercano di realizzarsi, lui risponde che "Quando scrivi e fai la regia, è normale che i tuoi film finiscano per assomigliarti, anche fisicamente. Io credo di somigliare ai film che faccio. Sono così, ritengo che la vita sia seria e non seriosa e soprattutto mi piace descrivere la mia generazione attraverso una battuta. In fondo, da 'La Grande Guerra' ad oggi, questo è il modo di raccontare di noi italiani".

Leo parla poi di come "Est Film Festival" sia stato per lui un luogo di incontri importanti. "Qui, nel 2011, ho conosciuto per la prima volta Rocco Papaleo, che poi è diventato uno dei protagonisti di 'Che vuoi che sia'. Con Marco Giallini, ospite nel 2013, un amico fraterno, condividiamo il fatto che non abbiamo avuto subito successo. Un percorso fatto di gavetta e senza scorciatoie, mantenendo la nostra coerenza. Quest'anno festeggio i miei 24 anni di gavetta, ma l'unico merito che mi riconosco è questo: non mi sono mai svenduto, nemmeno nei momenti in cui sarebbe stato facile farlo".

Prima di lasciare il palco per dedicarsi alle foto con i fan, la direzione di Est Film Festival tenta di strappargli una promessa. Nel caso di una film biografico sulla sua vita di regista, effettuare le riprese proprio a Montefiascone. "Mi piacerebbe fare un film qui – dice lui – ma ci vuole la storia giusta, altrimenti verrei solo per piaggeria. Adesso sto realizzando un documentario sulla vita di Gigi Proietti, magari tornerò a presentarlo qui insieme a lui. Questo posto lo sento profondamente amico perché certi applausi non te li scordi". E, inevitabili, ne piovono altri.

Foto: Leonardo Breccola