Via alle campagne di scavo. "Il nostro è un patrimonio culturale anche da studiare, non solo da svelare"
D'Estate si scava…anche. Dato che il bel tempo consente di attivare ricerche sul campo durante questa settimana partiranno tre importanti cantieri che vedono università straniere collaborare col PAAO. Riprendono gli scavi alla Necropoli di Crocifisso del Tufo, cantiere aperto che ha consentito il recupero degli eccezionali reperti da poco esposti all’antiquarium dell’area archeologica; il sito etrusco-romano di Coriglia, vicino a Monterubiaglio, forse sarà in grado di svelare a cosa servisse il vano ipogeo fornito di gradini rinvenuto nelle campagne precedenti ed in ottimo stato di conservazione dopo 2000 anni di abbandono; last but not least riparte anche lo scavo nella cavità 254, la famigerata “piramide” etrusca che con i famosi monumenti egizi non ha nulla a che vedere.
Tutti e tre i cantieri sono oggetto di indagini di carattere archeometrico, una vera innovazione nel campo degli studi classici. Angela Trentacoste, archeozoologa di Oxford, sta continuando lo studio sui reperti faunistici provenienti dalla cavità 254, per i quali già si hanno i primi interessantissimi risultati (sembra che gli Etruschi di Orvieto amassero profondamente maiale e palombe); per la prima volta in Italia, a quanto mi è dato di sapere, si utilizzerà una strumentazione LIBS portatile (Laser Induced Breakdown Spectroscopy); si tratta di una tecnica non distruttiva che permette di conoscere in una manciata di secondi la composizione anche di natura organica dei materiali da analizzare: per capirci, si può sapere quale fosse stato il liquido contenuto di un vaso rinvenuto in una tomba etrusca oppure quale cibo sia stato cucinato in una pentola di un butto medievale. Si tratta di un passo avanti rispetto al già sperimentato XRF (X-Ray Fluorescence) che comunque continuerà a macinare dati e quest’anno analizzerà le argille dei buccheri dei differenti siti. Un nuovissimo drone con telecamera ad alta risoluzione sarà in grado di volare su tutti e tre i siti e di scattare immagini che saranno poi digitalizzate in 3D, è talmente piccolo e preciso che sarà utilizzato anche nella grotta 254 di via Ripa Medici e nelle tombe di Crocifisso.
Di particolarissimo rilievo sarà lo studio che Lauren Jennifer McIntyre, archeologa forense del Regno Unito, effettuerà dal 27 al 29 maggio presso i locali della biblioteca di Allerona: la dottoressa studierà i resti provenienti dallo scavo effettuato a San Ansano due anni or sono e nel quale furono rinvenute due sepolture a fossa d’epoca medievale. Per chi fosse interessato a capire meglio come si svolgano le indagini di carattere osteologico e quali possano essere i risultati attesi, il cantiere è aperto al pubblico e saranno effettuate visite guidate domenica 28 (alle 10:00 ed alle 16:00), riservando il lunedì mattina per le scuole. Questo è lo stadio terminale del complesso processo di studio che poi sarà seguito dalla pubblicazione dello scavo. Anche il 2017 si preannuncia quindi denso di novità ed avremo nuovi dati sui quali ragionare per capire meglio come si viveva 2500 anni orsono ad Orvieto oppure 1000 anni fa ad Allerona.