cultura

Il pozzo dei penitenti

martedì 14 marzo 2017
Il pozzo dei penitenti

Oltrepassando a gattoni una fenditura alquanto stretta larga 50 e alta 90 centimetri, ci si addentrava all’interno della grotta sotterranea che costituiva l’ingresso al Purgatorio. Attorno a tale spaventoso confine, San Patrizio aveva fatto erigere un muro circolare con una piccola porta, perché era saggio che non tutti potessero avventurarsi con leggerezza nell’aldilà. A ulteriore custodia di quel luogo mistico, il Santo fece costruire anche un’abbazia capace di accogliere ed indirizzare tutti i pellegrini.

Chi desiderava addentrarsi nel Purgatorio di San Patrizio aveva innanzi tutto bisogno di un lasciapassare rilasciato dal suo Vescovo, il quale, doveva sempre dissuadere il penitente suggerendo altre modalità di espiazione delle colpe.  Anche il Priore della comunità monastica dell’isola di Lough Derg, a cui era poi necessario presentarsi, ingaggiava una disperata opera di dissuasione, evidenziando i rischi dell’impresa perché se ci si lasciava sedurre dalle tentazioni dei demoni o atterrire dalla paura dei tormenti, si veniva condotti direttamente all’inferno senza possibilità di ritorno.

I monaci accompagnavano il candidato in processione, fino alle porte del Purgatorio e se ancora ribadiva per l’ultima volta il suo proposito di varcare le soglie dell’aldilà, veniva benedetto da tutti i monaci della comunità e si infilava dentro la spelonca, facendo il segno della croce. Il Priore richiudeva la porta alle spalle del penitente, e poi, salmodiando, tornava verso la chiesa.
Ventiquattr’ore dopo la comunità dei monaci tornava verso la porta del Purgatorio e sostava in preghiera di fronte ad essa.

Nel 1497 papa Alessandro VI, avendo ascoltato il resoconto del viaggio di un monaco olandese del monastero di Eyustadt, prese posizione contro la credenza e ordinò che il pozzo purificante venisse murato, ma la cristianità, anche dopo il 17 marzo di quell’anno, giorno di san Patrizio, continuò a viaggiare verso Lough Derg nella speranza di mondarsi dai peccati.
Sebbene oggi si sia ormai persa la grotta e con essa anche la credenza di poter fare un viaggio andata- ritorno nell’aldilà, esiste ancora sull’isola a nord di Dublino un enorme santuario dedicato a san Patrizio che in alcuni periodi dell’anno apre le sue porte ai pellegrini per aiutarli ad espiare le proprie colpe attraverso un periodo di severa esperienza di penitenza.

(dalla pubblicazione "Mirabilia, il Pozzo di San Patrizio a Orvieto")