cultura

Francigena, Appia Antica, Romea Germanica. Tra pellegrini e moderni viandanti

mercoledì 14 dicembre 2016
di Davide Pompei
Francigena, Appia Antica, Romea Germanica. Tra pellegrini e moderni viandanti

"Nell'esperienza del camminare ogni passo è un pensiero, non puoi fuggire a te stesso". Piede dopo piede, assomiglia a una fuga lenta dall'esistenza artificiale l'avanzare dei moderni viandanti. In ricerca, perenne, di qualcosa. Fossero anche solo le suggestioni di un documentario sulle strade consolari, l'evasione temporanea che regalano le pagine di guide turistiche sempre più dettagliate oppure un nuovo progetto d'area che mette al centro il paesaggio. Senza scomodare Santiago de Compostela, c'è un mondo intero che ha fatto di fatica e lentezza un credo, non religioso, e dell'atto stesso di camminare una fede laica.

Nell'anno del Giubileo dei Cammini, i numeri hanno fatto registrare un sensibile aumento di presenze in transito con lo zaino in spalla. Metà delle quali, donne sole. Provenienti da tutto il mondo, dirette in tutto il mondo. Hanno un'età che spazia dai 5 ai 92 anni, i pellegrini che hanno sostato alla Domus Peregrini di Montefiascone, da Immacolata e Franco. Pellegrini a loro volta e protagonisti della pellicola ma soprattutto ospitalieri hanno portato la loro testimonianza mercoledì 7 dicembre al Multisala Moderno di Bolsena dove, nell'ambito dell'11esima edizione del Festival Internazionale d'Arte e Fede, è stato proiettato "I Volti della Via Francigena", originale documentario dell'esordiente Fabio Dipinto.

"Il Cammino dell'Appia Antica" è invece il titolo del film presentato come "un grand tour alla rovescia per rivendicare la memoria perduta" alla presenza del regista Alessandro Scillitani, domenica 11 dicembre al Cinema Teatro "Cesare Caporali" di Castiglione del Lago. Oltre al "gigante emiliano invisibile dietro la macchina da presa", la pellicola documenta il cammino lungo la Via Appia di altri tre "matti a piede libero": Riccardo Carnovalini, forse il massimo camminatore italiano, Irene Zambon, osservatrice silenziosa, e Paolo Rumiz, l’uomo dal block notes, "figlio della frontiera dell’Est che s’è messo a scrivere solo per viaggiare".

"Non si tratta solo di ripercorrere l'antica strada che collegava Roma a Brundisium – è stato spiegato – ma di ritrovarla e riconsegnarla al Paese, dopo decenni di incuria e depredazione". Con l’occasione l’Associazione Via Romea Germanica e l’Amministrazione Comunale di Castiglione del Lago hanno presentato il tracciato dell’omonimo itinerario europeo che attraverso la Germania, l’Austria e l’Italia interessa anche il territorio di Castiglione del Lago.

L'impegno della Regione sul tema dei cammini per un nuovo modello di turismo culturale e sostenibile interessa, però, l'intera regione. Sulle orme di San Francesco d'Assisi e San Benedetto da Norcia. Nella Sala Consiliare del Comune di Paciano sarà presentato mercoledì 14 dicembre alle 11 il progetto "I sentieri del Perugino nelle terre del Marchese" che interessa l’area sud-ovest del Lago Trasimeno. Oltre al Comune capofila di Panicale, anche quelli di Città della Pieve, Piegaro e Paciano. Promotore e realizzatore delle attività progettuali, l’Associazione Nazionale Comuni Umbria. In ballo, la valorizzazione di percorsi comuni al Perugino e al Marchese Della Corgna, legati da una rete di strade secondarie, a basso impatto ambientale, che "permetteranno di apprezzare al meglio i valori storici, culturali, ambientali e naturalistici che questi piccoli centri e i loro dintorni offrono".

"Le vie della storia e della fede nell'Alto Lazio tiberino" saranno, invece, al centro giovedì 15 dicembre alle 17.30 nello Spazio Pensilina in Piazza Martiri d'Ungheria della conferenza promossa dall'Ufficio Turistico di Viterbo. In cattedra, Maria Consiglia Pompei pronta a guidare il pubblico attraverso un excursus non accademico nelle fonti documentarie e archeologiche, proponendo un breve viaggio nel tempo alla scoperta della memoria storica dell’ultimo lembo del Lazio settentrionale ai confini con l'Umbria. "Un reticolo di strade tra il Lago di Bolsena e il Tevere, inerpicate sulle rocche di tufo o tra i declivi delle valli argillose ha portato fin qui i riflessi della grande e drammatica storia d’Italia, già dalle epoche più remote ed è stato tra tarda antichità e medioevo mezzo di trasmissione di cultura e fede".