cultura

Porte aperte a Palazzo Coelli. La Fondazione Cro rinnova al pubblico l'Invito a Palazzo

lunedì 26 settembre 2016
di Davide Pompei
Porte aperte a Palazzo Coelli. La Fondazione Cro rinnova al pubblico l'Invito a Palazzo

Il "Paesaggio ideale" dipinto da Pietro Ronzoni nel 1815, rappresentato come un portone che si apre sulla Sala degli Specchi di Palazzo Altieri, sede romana dell'Associazione Bancaria Italia. In primo piano, una scultura rappresentante un sileno. Fotomontaggio digitale di elementi classici dell'arte e dell'architettura. Per "invitare lo spettatore a visitare queste mostre passando attraverso un'opera d'arte, per poter godere non solo delle collezioni artistiche ma anche dei palazzi che le ospitano e le conservano".

È l'intento con cui Giacomo Alberico, studente dell'Accademia di Belle Arti di Urbino, ha realizzato e vinto il quarto concorso indetto dall'ABI per creare l'immagine guida dell'edizione numero 15 di "Invito a Palazzo", l'iniziativa che ogni anno, per un'intera giornata – sabato 1 ottobre, dalle 10 alle 19 – mette in mostra, gratuitamente e con visite in italiano e inglese, opere d'arte e capolavori conservati nei palazzi storici, sedi delle banche e delle fondazioni di origine bancaria coordinate dall'Acri.

Sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, "Invito a Palazzo" si inserisce nell'ambito degli interventi promossi dal mondo bancario per valorizzare il patrimonio artistico nazionale e a sostegno della cultura quale motore di sviluppo per il Paese. Per il secondo anno, partecipa all'evento anche la Banca d'Italia.

"Con la sua quindicesima edizione – sottolinea il presidente dell'ABI Antonio Patuellirappresenta un'occasione unica per conoscere e apprezzare le realizzazioni straordinarie di quanti ci hanno preceduto, gli sforzi delle banche per conservare il vastissimo patrimonio archeologico, artistico e architettonico nazionale. La manifestazione è la testimonianza del mondo bancario che opera insieme alla comunità, a conferma della profonda sintonia con il proprio territorio".

Nel 2005, per la prima volta, a lasciarsi ammirare erano stati il piano nobile di Palazzo Ottaviani, sede centrale dal 1897 della Cassa di Risparmio di Orvieto in Piazza della Repubblica, e l'attiguo Palazzo Ravizza, collegato alla fine del 1999, con sale e terrazza. Da qualche anno, è Palazzo Coelli a figurare nell'elenco degli oltre cento luoghi dislocati in più di cinquanta città di tutta Italia aderendo all'invito di ABI in collaborazione con l'Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa, Trenitalia e Unione Nazionale Pro Loco d'Italia.

In Umbria, accanto a Perugia e Terni figura Orvieto e la prestigiosa dimora gentilizia, dirimpettaia a un altro gioiello sottochiave come la Chiesa di San Francesco. Palazzo Coelli mutua il nome dalla prima illustre famiglia che lo abitava già nel 1580. La paternità, la deve a Ippolito Scalza o alla sua scuola. Gli ultimi interventi sarebbero, invece, opera degli allievi di Simone Mosca.

Proprietà, nel tempo, anche di altre importanti famiglie orvietane come Febei, Lazzarini, Cialfi e, per ultimi, i Fumi. Acquistato nel 2000 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto è stato oggetto, nel 2004, di un raffinato restauro e, nel 2008, di un ampliamento con la creazione di una moderna e funzionale sala convegni. I locali museali al civico 3 di Piazza Febei ospitano attualmente i dipinti di Umberto Prencipe, Gino Frittelli e Ilario Ciaurro, nonché le sculture bronzee di Paolo Pollidori.

Per ulteriori informazioni:
0763.393835 – segreteria@fondazione.cariorvieto.it
www.fondazionecassarisparmiorvieto.it