cultura

Frate Alessandro Brustenghi, la voce di Assisi dona voce all'organo del Duomo

martedì 20 settembre 2016
di Davide Pompei
Frate Alessandro Brustenghi, la voce di Assisi dona voce all'organo del Duomo

Saio marrone e sorriso sincero. E una voce, potente, che esce da un corpo minuto. Vibrano le sue corde e, insieme, quelle emotive di chi lo ascolta. Ha avuto la fortuna di poterlo fare dal vivo chi venerdì 16 settembre transitava per Piazza Duomo. Non è, infatti, passata inosservata a Orvieto la visita, a sorpresa, di Alessandro Brustenghi, frate minore presso la Porziuncola, dove anima la liturgia.

Reduce dai sei brani del "Concerto per Maria" - a cui si è aggiunto il fuoriprogramma "Fratello Sole, Sorella Luna" - tenuto la sera prima nella Basilica del Santuario di Grotte di Castro - dove sono in corso i festeggiamenti del quarto centenario della venuta dell'Effigie di Maria Santissima del Suffragio - insieme al Coro "I Quiricanti" diretto dal Maestro Matteo Guerrini e agli organisti Giovanni Liguori e Leonardo Poponi, il giovane tenore perugino è stato accolto dal parroco del Duomo di Orvieto, don Marco Pagnotta e dagli addetti al culto.

Disponibile e cordiale, si è intrattenuto poi con quanti, riconosciutolo, non hanno potuto fare a meno della richiesta di una foto ricordo mista ai meritati complimenti. Sotto un cielo che ha promesso e regalato acqua, per qualche minuto frate Alessandro ha spalancato così un po' di azzurro, intonando qualche nota, tra le tante che lo accompagnano fin da quando era bambino. In cattedrale, la voce di Assisi ha donato voce all'organo monumentale, il cui restauro è finalmente in dirittura d'arrivo, grazie al prezioso lavoro della Ditta "Giacobazzi" di Modena.

Ad Orvieto, in veste ufficiale, frate Alessandro si era già esibito nel 2013 in occasione del tradizionale Concerto del Corpus Domini promosso dall'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, tenutosi eccezionalmente nella Chiesa di San Francesco per via delle incerte condizioni meteo. "È un piacere tornare qui – ha confidato, entrando in Duomo – in questo posto che ti lascia letteralmente senza fiato. È qualcosa di fantastico.

Per me è un onore, soprattutto suonare questo strumento che dopo anni e anni torna a far sentire la sua voce. Ringrazio chi si è adoperato per questa meraviglia. L'organo è il re degli strumenti, capace di poter esprimere la bellezza della voce di Dio. Spero anche di poter tornare presto in Duomo, una volta ultimata la sua completa sistemazione".

Classe 1978, frate Alessandro si è accostato alla musica molto presto studiando organo, canto lirico e composizione e collaborando con numerose formazioni corali ed ensemble. In qualità di solista con orchestra, è stato interprete di arie d'opera e di un vasto repertorio vocale. Per la casa discografica Decca Records, ha inciso i cd di arie sacre "Voice from Assisi", "Voice of Joy" e "Voice of Peace". Appassionato di poesia e scrittura creativa, ha da poco presentato il libro "Laudato si' mi' Signore. La melodia nascosta del Cantico delle Creature".

"Un'indagine – spiega – che arriva dopo un lungo lavoro di ricostruzione per tornare a quella che è, probabilmente, la più celebre delle preghiere di San Francesco, dal punto di vista della sua musica. Partendo dall'analisi letteraria come premessa indispensabile per qualsivoglia tentativo di ricostruzione musicale. Non solo per rievocarne la composizione, avvenuta a San Damiano, nel 1225, ma anche per lasciarsi permeare dallo spirito che con cui il Santo, segnato dalle stimmate, gravemente malato e quasi completamente cieco, volle comporre una nuova lauda del Signore riguardo alle sue creature".

Girando il mondo, ha scoperto una cosa. "Che il cuore aperto della gente – dice – è tra le cose più belle. I volti accoglienti, i sorrisi, la schiettezza di chi ha saputo vivere gioie e dolori. I concerti, di solito, li penso sempre come una preghiera. È questo il senso della musica, della bellezza e dell'arte. Non lo spettacolo, quello è altrove. Sono solito dire che amo incontrare Gesù e lui è così grande che ha seminato un pezzettino di sé dentro ciascuno di noi. Se voglio vederlo intero, allora, devo incontrare più persone possibili".


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