A "La parola che non muore", nasce il premio di poesia "Caro Poeta"
Nella città che muore, la parola non muore. Si rivede, si direbbe. Si trasforma e trasforma. Sotto molteplice forma, forma, deforma e performa. "Atterra e suscita, affanna e consola". In ogni caso, torna. Così come, sulla scorta della bella esperienza dello scorso anno, a fine mese nell'atmosfera sospesa di Civita di Bagnoregio torna anche "La parola che non muore", il festival nazionale delle arti diretto da Massimo Arcangeli e Giancarlo Liviano D'Arcangelo.
Lo fa in punta di piedi, sulle note rarefatte del pianoforte di Stelvio Cipriani e della fisarmonica di Matteo Tortora, eseguendo rispettivamente una composizione e un motivo ispirati e dedicati a un luogo tanto evocativo e immaginifico, che venerdì 30 settembre apriranno la seconda edizione. A chiuderla, domenica 2 ottobre alle 12.30, la lectio magistralis di una teologa del calibro di suor Teresa Forcades sul tema "La parola creatrice". Tre, i giorni interamente dedicati alla riflessione sulla cultura che resiste e si oppone – un po' come uno de "I Borghi più belli d'Italia" – allo scacco del silenzio e della caduta, animati dalla presenza di studiosi, artisti, intellettuali e talenti.
Un luogo ideale per avviare riflessioni e letture fra narrativa e poesia, cinema e saggistica, lavoro critico, esperienza personale e musica per un progetto che trae spunto da ricorrenze, quali il quinquennio di celebrazioni dantesche. Ma anche il quattrocentesimo dalla morte di Annibal Caro. A quest'ultimo sarà reso omaggio con la nascita di un premio di poesia 'Caro Poeta', gemellato con l’omonimo premio di Civitanova Marche, realizzato in collaborazione con l'AIIC - Association Internationale des Interprètes de Conférence - Italia, Aracne editrice, la società agricola 'Il Marrugio' e 'Sapere Ambiente', riservato alle raccolte poetiche in lingua italiana pubblicate fra il 2015 e il 2016.
Tema cardine, attorno a cui ruota il festival, la conservazione della memoria libraria e della memoria poetica, prendendo a modello proprio la Divina Commedia dantesca, come "simbolo di una poesia universale il cui messaggio si trasmette ancora oggi a milioni di lettori, negli idiomi e nelle forme più varie". Durante la manifestazione una telecamera fungerà da "anagrafe", registrando le richieste di cittadinanza e la disponibilità a sposare il progetto CivitaInWeb, mentre il sito www.iovivoacivita.it monitorerà in tempo reale la crescita del fondo e della popolazione virtuale. In porgramma, anche una "Caccia al Tesoro" lungo un percorso che si snoderà tra Civita, Bagnoregio e i suoi dintorni.
"La parola – anticipano gli organizzatori – verrà declinata nelle sue molteplici e vitali forme grazie al contributo di chi ogni giorno si confronta con la sua potenza e fragilità". Parole come pietre, venerdì 30 settembre alle 10 all'Auditorium Vittorio Taborra di Bagnoregio, con Antonio Leotti e Andrea Gentile, "Nella valle senza nome" e "Volevo nascere Vento", insieme ai ragazzi dell'Istituto Tecnico Agrario "Fratelli Agosti". Alle 12, Maria Rosaria Chirulli propone "Writers. La letteratura in gioco. Un esperimento di ludodidattica".
La parola biografata, con la presentazione alle 17.45 a Palazzo Alemanni della biografia del maestro e compositore Stelvio Cipriani a cura di Pino Ammendola e Rosario Montesanti. La parola che (si) trasforma, dedicata alla poesia, chiamata a investirsi di senso e partecipazione attiva, sabato 1 ottobre alle 17 all'Auditorium Vittorio Taborra di Bagnoregio, con l'intreccio di voci di Francesca Merloni, Gian Maria Nerli e Federico Scaramuccia.
La parola filmata, momento di approfondimento sugli scenari aperti dalla cinematografia, con la proiezione - alle 9 - del documentario "Le Cose Belle", con i ragazzi dell'Istituto Tecnico Agrario "Fratelli Agosti". E ancora: parole migranti - alle 11.45 - con un nuovo Padre Nostro che, tra musica e poesia, conduce ad un discorso "alternativo" sulla migrazione. Parole per l'italiano - alle 12.30 - con Giorgio Kadmo Pagano e "Un manifesto per la bella lingua".
La parola tradotta, alle 17. Ovvero la traduzione letteraria e il Premio Annibal Caro, con Luisa Malentacchi e Gino Troli. La parola senza barriere, fondamentale mezzo di testimonianza del mondo attraverso il reportage - alle 17.30 - con Riccardo De Gennaro e Giancarlo Liviano D’Arcangelo. La parola e il varco, domenica 2 ottobre alle 11.45 all'Antico Borgo "La Commenda", Montefiascone, con Franco Malizia e la lettura di alcune composizioni inedite.
Una parola che viene consegnata alle nuove generazioni come un ideale testimone, tanto che ad essi sono dedicati alcuni incontri specifici con Antonio Leotti, Andrea Gentile e Agostino Ferrente. E poi per "Civita in giallo", la paura sotto pelle. Per "Di voce in voce", "Dove l'acqua di Tevero s'insala", letture, filmati e brani registrati. Musica dal vivo. "Dante senza frontiere", perchè "La parola non muore".
Per ulteriori informazioni:
www.laparolachenonmuore.com