cultura

Spazio Musica Opere e Concerti 2016, cast internazionale al Mancinelli per "La Bohème"

mercoledì 24 agosto 2016
Spazio Musica Opere e Concerti 2016, cast internazionale al Mancinelli per "La Bohème"

Grande attesa per "La Bohème", opera lirica in quattro quadri di Giacomo Puccini, che andrà in scena domenica 28, lunedì 29 e martedì 30 agosto alle ore 21.15 al Teatro Mancinelli di Orvieto con il patrocinio del Comune e della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. Lo spettacolo, prodotto dall’Associazione Spazio Musica sarà interpretato da giovani cantanti e direttori già in carriera, provenienti da tutto il mondo, che, giunti ad Orvieto, si sono perfezionati nell’esecuzione dell’opera pucciniana sotto la guida di illustri maestri come il direttore Maurizio Arena, la cantante e regista Gabriella Ravazzi e il pianista e direttore di coro Giovanni Andreoli.

Tra gli esecutori i vincitori del 21° Concorso Internazionale per Cantanti Lirici “Spazio Musica”, il soprano inglese Charlotte-Anne Shipley e il soprano italiano Valentina Teresa Mastrangelo, il basso russo Georgii Shagalov e il baritono coreano Seonghoon Park. A dirigere la prima dell’opera il vincitore del 7° Concorso Internazionale per Direttori d’Opera “Luigi Mancinelli”, il russo Evgeny Khokhlov, che si è distinto fra 112 direttori provenienti da tutto il mondo giudicati da una giuria d’eccellenza formata dal M° Maurizio Arena, Gabriella Ravazzi e da direttori artistici provenienti da importanti teatri di tradizione italiani ed esteri.

Lo spettacolo che va in scena è frutto di una lunga preparazione durata quasi un mese che ha visto gli interpreti lavorare nell’ambito del “Laboratorio Lirico Spazio Musica”, prestigiosa realtà che da anni porta al debutto giovani artisti. Sul podio, a dirigere l’Orchestra Spazio Musica, i giovani migliori direttori che hanno partecipato al corso tenuto da Maurizio Arena, uno dei più importanti esponenti mondiali nel campo della musica operistica: dopo le fondamentali esperienze maturate lavorando per molti anni accanto ai Maestri Serafin, Votto, Gavazzeni, ha iniziato l’attività al Teatro Massimo di Palermo nel 1963, con La Bohème. E’ stato ospite dei principali Teatri ed Istituzioni sinfoniche in Italia (Arena di Verona, Santa Cecilia, Maggio Musicale Fiorentino, Regio di Torino, Opera di Roma, Verdi di Trieste, Comunale di Bologna), in Europa (Bruxelles, Parigi, Lione, Monaco, Berlino, Vienna, Barcellona, Aix-en-Provence, Festival d’Orange, Orchèstre Nationale de France), in America (Lyric Opera di Chicago, San Francisco Opera, Verdi Festival in California, Teatro Colon di Buenos Aires) e in Giappone (Tokyo e Osaka). Ha inciso diversi dischi e DVD.

I maestri collaboratori sono stati preparati da Giovanni Andreoli compositore, pianista, diplomato in musica corale e direzione di coro, flauto e percussioni. Ha iniziato giovanissimo l'attività in teatro, dapprima come maestro suggeritore, poi come maestro di sala, quindi come responsabile della preparazione musicale delle compagnie di canto. È stato maestro sostituto in importanti teatri italiani e festival lirici (Rossini Opera Festival, Torre del Lago, Maggio Musicale Fiorentino, ecc.). E' stato infine Maestro del coro di importanti istituzioni, tra cui la Rai di Milano, il Teatro la Fenice di Venezia, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro Nazionale Saõ Carlos di Lisbona, l'Arena di Verona.

Regia di Gabriella Ravazzi, fondatrice e Direttore artistico di Spazio Musica. Da quindici anni molto attiva come regista d’opera, ha messo in scena più di venti titoli del grande repertorio operistico. In oltre trent’anni di carriera ha cantato in ruoli principali circa 120 opere ospite dei più importanti teatri europei (Scala di Milano, Opera di Parigi, Gran Liceo di Barcellona, Regio di Torino E Parma, Teatri Dell’opera di Roma, La Fenice di Venezia, S. Carlo di Napoli, Massimo di Palermo, Real di Madrid, Ente Arena di Verona), e tenuto concerti nelle più prestigiose stagioni in Italia e all’estero. Ha inciso dischi e CD. Le sono stati assegnati i premi: NOCI D’ORO e STHENDAL e nel ‘94 il 1° premio delle Scuole di Canto Italiane. Già docente di Conservatori di Stato, tiene corsi e Master Classes in Italia e all’estero.

I costumi provengono dal Teatro San Carlo di Napoli, le luci sono di Graziano Albertella, light stilist designer del Festival dei due Mondi di Spoleto.  I biglietti, del costo di 25 euro (intero) e 20 (ridotto), possono essere acquistati in loco oppure prenotati al numero telefonico 338 9572665 e ritirati presso la biglietteria aperta un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.


Notizie sull’opera La Bohème è un'opera in quattro quadri di Giacomo Puccini, su libretto di G. Giacosa e L. Illica. Ispirato al romanzo di Henri Murger Scene della vita di Bohème, il libretto ebbe una gestazione abbastanza laboriosa, per la difficoltà di adattare le situazioni e i personaggi del testo originario ai rigidi schemi e all'intelaiatura di un'opera musicale. L'orchestrazione della partitura procedette invece speditamente e fu completata nel dicembre 1895. Meno di due mesi dopo, il 1º febbraio 1896, La Bohème fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino, diretta dal ventinovenne maestro Arturo Toscanini, con buon successo di pubblico, mentre la critica ufficiale, dimostratasi all'inizio piuttosto ostile, dovette presto allinearsi ai generali consensi.

La trama L'esistenza gaia e spensierata di un gruppo di giovani artisti bohémien costituisce lo sfondo dei diversi episodi in cui si snoda la vicenda dell'opera, ambientata nella Parigi del 1830.

Quadro I – In soffitta. La vigilia di Natale. Il pittore Marcello sta dipingendo il Mar Rosso, e il poeta Rodolfo sta tentando di accendere il fuoco con della carta di un poema scritto da quest'ultimo. Giunge il filosofo Colline, che si unisce agli amici. Infine il musicista Schaunard entra trionfante con un cesto pieno di cibo e la notizia di aver finalmente guadagnato qualche soldo. I festeggiamenti sono interrotti dall'inaspettata visita di Benoît, il padrone di casa venuto a reclamare l'affitto, che però viene liquidato con uno stratagemma. È quasi sera e i quattro bohémiens decidono di andare al caffè di Momus. Rodolfo si attarda un po' in casa, promettendo di raggiungerli appena finito l'articolo di fondo per il giornale "Il Castoro". Rimasto solo, Rodolfo sente bussare alla porta. Una voce femminile chiede di poter entrare. È Mimì, giovine vicina di casa: le si è spento il lume e cerca una candela per poterlo riaccendere. Una volta riacceso il lume, la ragazza si sente male: è il primo sintomo della tubercolosi. Quando gira per andarsene, si accorge di aver perso la chiave della stanza: inginocchiati sul pavimento, al buio (entrambi i lumi si sono spenti), i due iniziano a cercarla. Rodolfo la trova per primo ma la nasconde in una tasca, desideroso di passare ancora un po' di tempo con Mimì e di conoscerla meglio. Quando la sua mano incontra quella di Mimì, il poeta chiede alla fanciulla di parlargli di lei. Mimì gli confida d'essere una ricamatrice di fiori e di vivere sola. L'idillio dei due giovani, ormai ad un passo dal dichiararsi reciproco amore, viene interrotto dagli amici che, dalla strada, reclamano Rodolfo. Il poeta vorrebbe restare in casa con la giovane, ma Mimì propone di accompagnarlo e i due, che dal "voi" formale del dialogo precedente, sono passati al "tu" degli innamorati, inneggiando all'amore lasciano insieme la soffitta mentre si baciano.

Quadro II – Al caffè. Il caffè Momus. Rodolfo e Mimì raggiungono gli altri bohèmiens. Il poeta presenta la nuova arrivata agli amici e le regala una cuffietta rosa. Al caffè si presenta anche Musetta, una vecchia fiamma di Marcello, che lei ha lasciato per tentare nuove avventure, accompagnata dal vecchio e ricco Alcindoro. Riconosciuto Marcello, Musetta fa di tutto per attirare la sua attenzione, esibendosi, facendo scenate ed infine cogliendo al volo un pretesto, il dolore al piede per una scarpetta troppo stretta, per scoprirsi la caviglia. Marcello non può resisterle e i due amanti, riconciliatisi, fuggono insieme agli altri amici, lasciando il ricco amante di Musetta, oggetto di scherno degli amici.

Quadro III – La Barriera d'Enfer. Febbraio. Neve dappertutto. La vita in comune si è rivelata ben presto impossibile: le scene di gelosia fra Marcello e Musetta sono ormai continue, come pure i litigi e le incomprensioni fra Rodolfo e Mimì, accusata di leggerezza e di infedeltà. Per di più Rodolfo ha capito che Mimì è gravemente malata e che la vita nella soffitta potrebbe pregiudicarne ancor più la salute; i due vorrebbero separarsi, ma trovano che lasciarsi in inverno sarebbe come morire, così decidono di aspettare fino alla bella stagione, La Primavera.

Quadro IV – In soffitta. Ormai separati da Musetta e Mimì, Marcello e Rodolfo si confidano le pene d'amore. Quando Colline e Schaunard li raggiungono, le battute e i giochi dei quattro bohémiens servono solo a mascherare la loro disillusione. All'improvviso sopraggiunge Musetta, che ha incontrato Mimì sofferente sulle scale, ormai prossima alla fine, in quella soffitta che vide il suo primo incontro con Rodolfo. Musetta manda Marcello a vendere i suoi orecchini per comperare medicine, ed esce lei stessa per cercare un manicotto che scaldi le mani gelide di Mimì. Anche Colline decide di vendere il suo vecchio cappotto, al quale è molto affezionato, per contribuire alle spese. Qui, ricordando con infinita tenerezza i giorni del loro amore, Mimì si spegne dolcemente circondata dal calore degli amici (che le donano il manicotto e le offrono un cordiale) e dell'amato Rodolfo. Mimì è apparentemente assopita, inizialmente nessuno si avvede della sua morte. Il primo ad accorgersene è Schaunard, che lo confida a Marcello. Nell'osservare gli sguardi e i movimenti degli amici, Rodolfo si rende conto che è finita e, ripetendo straziato il nome dell'amata, l'abbraccia piangendo.