"Le Grandi Firme della Tuscia". In distribuzione il terzo numero dell'aperiodico di Letteralbar

Sale a tre - quattro, per estimatori e collezionisti incalliti che contano anche il numero 0 - la rivista "Le Grandi Firme della Tuscia", promossa dal Circolo Culturale "Letteralbar" di Orvieto, arrivata sugli scaffali di edicole e librerie martedì 19 gennaio. Cinquecento, le copie stampate e diffuse nell'Orvietano e nell'Alta Tuscia alla cifra simbolica di 4 euro. Lievita la foliazione – 56, le pagine – e aumentano i collaboratori – 25, quelli presenti in copertina, insieme alle ultime novità letterarie di quattro di loro – cedendo di una sola unità il vantaggio al gentil sesso.

Tredici, infatti, le voci femminili, 12 quelle maschili presenti nella terza edizione dell'aperiodico di novelle e varia umanità liberamente ispirato alla maniera di Dino Segre che, sotto lo pseudonimo "Pitigrilli", conobbe successo e fortuna nell'Italia delle due guerre mondiali. Un'iniziativa culturale, senza scopo di lucro, che in mezzo alla sfuggevolezza di tanta digitale virtualità ha l'anacronistico merito di fermare ancora su carta evasioni, organizzando pensieri e selezionando parole.

"La rinuncia programmatica all'attualità e al compito di lanciare messaggi – ribadiscono dal Circolo – determina l'aperiodicità. Essa esce ogni volta che è pronta, vale a dire ogni volta che un numero adeguato di autori s'incontra con le disponibilità di tempo e di mezzi finanziari del circolo". Partita a dicembre 2014, la "piccola avventura di gente che ama giocare con la propria immaginazione e con quella degli altri" continua così il suo corso. Giallo e rosso, i colori scelti stavolta.

"Non sappiamo cosa frulli nel capo ai nostri collaboratori – mette in chiaro Lamapian Catilesp, acronimo nato dalla fusione di Laura Calderini, Mario Tiberi, Pier Luigi Leoni ed Angelo Spanetta – non abbiamo la voglia e gli strumenti per misurare il livello dalla loro autostima, per analizzare i loro sogni e per cogliere le loro speranze, le loro illusioni e le loro disillusioni. Né tantomeno osiamo arrogarci la competenza per analisi estetiche e valutazioni di efficacia degli scritti che ci regalano.

Abbiamo però abbastanza cuore per invitarli, accoglierli e rispettarli con la speranza che gradiscano la nostra compagnia. Quindi i nostri collaboratori sono graditissimi ospiti ai quali chiediamo soltanto di accettare qualche consiglio per l’armonia ortografica della rivista e di evitare la scurrilità e la pornografia, non per puritanesimo, ma perché la rivista va nelle mani di gente di ogni età e di ogni condizione, compresi i bambini e le monache di clausura".

Diversi per stile e argomento. Inframezzati da citazioni dal Dizionario Antiballistico di Pitigrilli, estratti da "1111 Aforismi Indispensabili" di Pier Luigi Leoni e icone – unico vezzo grafico, al bianco e nero dei caratteri – i racconti brevi contenuti nel terzo numero recano la firma di Silvano Balestro ("La vecchia Caporossa"), Mirko Belliscioni ("La sigaretta"), Marianna Bosco ("I colori della vittoria"), Laura Calderini ("Intervista con il padre"), Claudio Camporese ("Un volo, sul Convento e la Caserma"), Aurora Cantini ("Il fico, miti, leggende e il prodigio del Beato Tommaso da Orvieto"), Maria Virginia Cinti ("Al di là dei tetti – IV Parte"), Luciano Farina ("A Wimbledon"), Igino Garbini ("Sala polifunzionale").

E ancora: Adriana Goffredi ("Nicolò. Il figlio della Monica"), Pier Luigi Leoni ("Il problema di Laura"), Gianni Marchesini ("Lamda"), Maria Beatrice Mazzoni ("Pablito"), Roberto Moncelsi ("Quando non si ha nulla da perdere si diventa coraggiosi"), Santina Muzi ("La battaglia navale"), Giulia Parrano ("Sulla strada"), Enzo Prudenzi ("Il treno di Maura"), Antonietta Puri ("Come il fiore di Coleridge"), Loretta Puri ("Shevù. Chez vous"), Nicoletta Recchia ("Il dubbio"), Paola Sellerio ("Il sogno"), Angelo Spanetta ("La ricetta di mia nonna Uliana"), Pietro Tamburini ("Racconto brigante"), Mario Tiberi ("B"), Nadia Tiezzi ("L'sms").

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