Boom di visitatori per "L'uomo dello scandalo". Pozzo della Cava chiuso fino al 2 febbraio
Due mesi di paziente allestimento, quindici giorni per rimuovere tutto e dare appuntamento alla prossima edizione del presepe-evento che ogni anno attira nel quartiere più antico di Orvieto frotte di cittadini e forestieri. Il record assoluto di visitatori in una sola giornata è stato registrato il giorno di Santo Stefano e non per l’Epifania ma, per questioni logistiche, anche questo sembra essere stato un bene. Un numero esatto che quantifica le presenze ad oggi ancora non c’è ma, con ampia soddisfazione di chi organizza, in linea con l’affluenza degli ultimi anni sono stati tantissimi i visitatori che hanno ammirato la 27esima edizione dedicata a “L’uomo dello scandalo”. Chiuso per le annuali operazioni di smantellamento del presepio e l’annuale manutenzione ordinaria dei sotterranei, dopo aver riservato come da tradizione due mattine di visita alle scuole,
il Pozzo della Cava riaprirà ora i battenti martedì 2 febbraio.
Molti, specie da fuori Orvieto, quelli che sono tornati con il biglietto dello scorso anno per fruire delle agevolazioni previste all’ingresso. Segno anche di una certa attesa e fidelizzazione. Gli orvietani hanno preferito concentrare la loro visita prima dell’ondata di Umbria jazz winter, salvo poi tornare a più riprese con parenti e amici. Tante anche le famiglie dall’alto Lazio e - novità di quest’anno - anche dalla bassa Toscana. Timida, a dispetto della promozione, la risposta dell’area ternana. Nutrita quella del Perugino. E’ tornato più volte anche il vescovo Benedetto Tuzia e non è mancata la risposta da parte del clero locale che sembra aver gradito la storia di Gesù narrata in prima persona attraverso l'occhio dei suoi detrattori. Una lunga carrellata sotterranea tra gli scandali del Nazareno per arrivare all'ultima grotta con la Natività popolata da personaggi animati a grandezza naturale. In visita privata e blindata ad Orvieto e al presepe anche un alto prelato vicino alla Santa Sede, a quanto pare insieme a una delegazione della Fondazione Giovanni Paolo II.
Estremamente positivi i commenti dei visitatori, le recensioni dei media e i giudizi su TripAdvisor per questa edizione così temeraria del Presepe, tanto vicina al Vangelo da rischiare di allontanarsi da certa Chiesa. La concessione del logo ufficiale e dell'inno del Giubileo della Misericordia, oltre all'inserimento nel rotocalco cattolico «Sulla Via di Damasco», poi, non hanno fatto che aumentare negli organizzatori il peso della responsabilità di proporre il messaggio del Cristo prima ancora dell'"invenzione" del cristianesimo. Ma è stato un successo al di sopra di ogni aspettativa. Così come per il libro fotografico dei 27 presepi, stampato a ridosso dell’apertura.
Con “L’uomo dello scandalo” si è concluso così il ciclo delle narrazioni. Il prossimo anno inizierà quello dei testimoni. Non più protagonisti, ma figure comprimarie o marginali. Il nuovo allestimento, annunciato fin da ora per venerdì 23 dicembre, con la 28esima edizione dal titolo «I Quaranta Giorni», ha già un altro orvietano in veste di testimonial. Dopo Giulio Biagioli, è spettato a un'icona come Sergio Riccetti impersonare il vecchio Simeone per i manifesti e tutto il materiale promozionale. Il presepe indagherà su quanto nel corso del ‘900 sia stata dis-ebraizzata la figura di Gesù, affrontando episodi come la presentazione al tempio e temi come la circoncisione. Il tentativo dichiarato è sempre quello di far dialogare il Cristo e il Gesù storico, proponendo un allestimento che, nel rispetto della tradizione iconografica cattolica, abbia anche un messaggio. Non necessariamente provocatorio - come fu per l’edizione dedicata a Salomé, la levatrice incredula o ancora gli Esseni - sicuramente originale. Un allestimento che tiene anche conto di come il pubblico del presepe negli ultimi anni sia cambiato.