cultura

Archeologia e misteri: dagli scavi di Ripa Medici riemerge la storia di Orvieto e dei suoi guerrieri

lunedì 28 settembre 2015
Archeologia e misteri: dagli scavi di Ripa Medici riemerge la storia di Orvieto e dei suoi guerrieri

La misteriosa storia degli Etruschi si lega con la storia della città e dei suoi guerrieri. Lo scrigno della Rupe conserva e regala suggestioni che riportano indietro nel tempo, che evocano la straordinaria sapienza etrusca madre di interrogativi che spiazzano l’archeologia moderna.

Tutto questo è racchiuso nelle grotte e nelle cavità di Ripa Medici, cuore del progetto Orvieto Ipogea, che dal 2011 sta impegnando Speleotecnica, Fondazione Faina, il Saint Anselm College (Usa) e il Paao. Proprio il direttore del Paao, Claudio Bizzarri - nonché direttore scientifico del progetto - ha pubblicato un lungo reportage sul numero di settembre della rivista Archeo, che parte dall’affascinante titolo “C’è un guerriero nella grotta”.

Un titolo che si raffigura qualche pagina più avanti, nella straordinaria fotografia dell’altorilievo di personaggio maschile - ritrovato nella cavità 254 e risalente al 480 a.C. circa - che pare riferibile al mito di Capaneo.

“L’intera cavità 254 (numero progressivo attribuitogli nel censimento della Regione Umbria) - scrive Bizzarri su Archeo -, è composta da ambienti parzialmente sovrapposti ed è stata oggetto di utilizzi protrattisi sino alla prima metà del XX secolo: da laboratorio dei famosi fratelli Riccardi, i falsari che confezionarono i ben noti “warriors” per il Metropolitan Museum di New York, a fornace del maestro Ilario Ciaurro che, assieme allo studioso orvietano Pericle Perali, contribuí alla riscoperta della ceramica medievale locale. Attorno agli anni Trenta del Novecento, la grotta divenne sede di un mobilificio artigianale e poi di una falegnameria, legata agli attuali proprietari, senza la cui liberalità ed entusiasmo il progetto non avrebbe visto la luce”.

Dagli scavi è emersa una intensa frequentazione, in epoche antiche e contemporanee, della grotta che permettono di percepire la complessa evoluzione della città di Orvieto e i legami con altre città del mondo etrusco. Tra i reperti più importanti, ovviamente, l’altorilievo maschile.

“Per il nostro guerriero - spiega ancora Bizzarri per Archeo - ancora senza nome, come indicazione del tutto preliminare, è suggestiva la cifra stilistica dei tratti scomposti del volto, gli occhi sgranati e la bocca semiaperta: elementi che possono evocare lo stupore di Capaneo, l’eroe che non tiene a freno la sua tracotanza e viene colpito dal fulmine di Zeus mentre scala le mura di Tebe, un episodio che ben conosciamo grazie all’altorilievo del tempio A di Pyrgi. Si tratta di un ulteriore legame di Orvieto con Cerveteri, alla quale rimanda, per esempio, la forma delle tombe a dado della necropoli di Crocefisso del Tufo”.

Un mondo, dunque, racchiuso in pochi metri che potrebbero anche svelare la storia urbanistica della stessa Orvieto. Cavità e cunicoli sono stati ristrutturati ma anche riempiti e proprio questi interventi possono svelare se furono condizionati da eventi specifici o invece, come accadde in altre città Etrusche, frutto di un processo di modifica urbanistica della città.

Le copie di Archeo sono ancora in edicola per pochi giorni e si può scoprire nel dettaglio l’interessante ricostruzione del professor Bizzarri e le prospettive dello scavo. Oppure seguendo questo link - www.archeo.it - si può acquistare la copia digitale.