cultura

Acqua odorosa e riti al quartiere medievale nella notte di San Giovanni

mercoledì 24 giugno 2015
di Davide Pompei
Acqua odorosa e riti al quartiere medievale nella notte di San Giovanni

Gesti antichi, riti pagani, notte di suggestioni. E simboli, di purificazione e trapasso. Dall'acqua alla luce, per salutare il solstizio d'estate. Cartoline dal Medioevo, quelle offerte anni fa dalla terrazza del San Giovanni, per riscoprire usanze e significati magici ad esse collegati, fino ad avanzare l'ipotesi di sostituire la ricorrenza di importazione angloamericana di Halloween con la festa delle streghe, che secondo la tradizione cadeva proprio nella notte di San Giovanni.

L'appuntamento si rinnova ad Orvieto anche quest'anno – con meno folklore, ma immutato fascino – mercoledì 24 giugno alle 21.15 in occasione della Festa della Natività di San Giovanni Battista che chiama a raccolta i fedeli della parrocchia di San Giovenale, i membri del Movimento "Comunione e Liberazione". E tutti coloro che intendono partecipare alla messa che sarà celebrata da monsignor Marco Nunzi e dal parroco don Enrico Bartoccini nei rinnovati locali del seicentesco Coro-Oratorio di San Giovannino.

Un pezzo prezioso di arte e storia riconsegnato alla città nel 2013, dopo decenni di abbandono e a una settimana esatta dall'inaugurazione dei sotterranei del Duomo in occasione del biennio di giubileo eucaristico, al termine del restauro del complesso architettonico della Chiesa di Santa Maria del Pianto e dell'annesso oratorio di San Giovanni Battista dei Disciplinati che conserva un ciclo di affreschi raffiguranti alcune scene della vita di San Giovanni, realizzati intorno al 1630 – attribuiti a Giovanni Maria Colombi – e salvati dal degrado.

Il restauro, come noto, è stato realizzato sotto la direzione dell'architetto Ferruccio Della Fina con la collaborazione e il contributo di Confraternita di San Giovanni Battista dei Disciplinati, Soprintendenza per i beni architettonici dell'Umbria, Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Comunità Neocatecumenali e "Comunione e Liberazione" a cui la Diocesi di Orvieto-Todi ha affidato la gestione degli ambienti, ma anche privati cittadini.

Quanto alle tradizioni, in Piazza San Giovanni, le donne del quartiere della Cava rinnoveranno la preparazione e distribuzione dell'acqua odorosa, una sorta di infuso in acqua fredda di fontana delle erbe che fioriscono in questo periodo. Lavanda, rosmarino, salvia, ginestra, margherite, mazzi di sambuco, petali di rosa, fiori di gelsomino e finocchio. Ma anche il tiglio, la cosiddetta erba di Maria e quella di San Giovanni, a cui anticamente si attribuivano proprietà terapeutiche e il potere di preservare dal male.

Di qui, l'abitudine di lavarsi viso e corpo con lo stesso liquido che ha trattenuto i principi attivi delle piante lasciate a macerare per un'intera notte. Quella del celebre sogno di Shakespeare, in cui avviene il matrimonio tra sole e luna che si riflette nello specchio d'acqua profumata, da tenere all'aperto. Come l'accensione dei fuochi, con cui i contadini si ingraziavano il sole affinché offrisse la sua energia ai campi.