cultura

"Un fiore per la città" mette radici nella Chiesa di San Giuseppe Patrono

giovedì 21 maggio 2015
di Davide Pompei
"Un fiore per la città" mette radici nella Chiesa di San Giuseppe Patrono

Formelle in gesso bianco, per corolla. Senza il peso dei colori, ma prepotentemente identitari. Raffigurano i rami nodosi dell'Olmo, la croce traversa del Serancia, la solida torre del Corsica e l'elegante astro del Santa Maria della Stella. E poi l'Aquila incoronata, l'Oca con la palla nella zampa destra, il Leone rampante che tiene la spada e la chiave di San Pietro e la Croce.

Gli emblemi figurativi che distinguono i quattro quartieri medievali in cui è divisa Orvieto – non solo il centro storico, dal momento che i confini bianco-verdi, giallo-rossi, bianco-rossi e giallo-blu sono stati prolungati a tutto il territorio – ma anche le figurazioni dello stemma araldico del Comune.

Insieme, come petali. Come negli stendardi, tornati a ornare il Palazzo del Municipio. Al centro, per bottone, il disco che riproduce il logo della manifestazione "Orvieto in Fiore" – promossa dall'associazione "Comitato Cittadino dei Quartieri", presieduta da Armando Fratini – questo sì nei suoi colori originali. Per crearlo, Vittorio Tarparelli si è ispirato alle pietre lucenti del Duomo. Rielaborando, graficamente, le geometrie dei mosaici di una delle colonnine tortili a fascio che incorniciano il portale.

Titolo scelto per l'opera nel suo complesso, "Un fiore per la città". Nato dall'estro del maestro Santo Vincenzo Ciconte, alla guida del Laboratorio di Scultura dell'Università delle Tre Età di Orvieto che, su invito del presidente Riccardo Cambri ha scelto in questo modo di dare il proprio contributo all'evento, il manufatto è stato realizzato da Luigi Bravetti, Mariella Bruno, Rossella Frisoni, Rosella Mancini, Candida Mascia, Anna Rosa Ridolfi, Luciano Serranti e Vandino Zappitello.

Sono stati proprio gli iscritti-allievi del corso a scegliere la simbologia dell'insieme dell'opera. Tecnicamente, il lavoro è stato eseguito dal gruppo in più fasi. Ovvero: modellazione, individuale, delle formelle in argilla, realizzazione dei calchi in gesso a forma persa fino all'assemblaggio delle singole parti. Le otto formelle, lasciate acrome, sono state montate su una struttura di legno, pitturata con colori acrilici.

Nella mattinata di mercoledì 20 maggio ha avuto luogo il posizionamento dell'opera di fronte all'altare della Chiesa di San Giuseppe, patrono della città dal 1647 e della Diocesi di Orvieto-Todi, dove venerdì 22 maggio alle 9 avrà luogo la tradizionale Benedizione delle Rose in onore di Santa Rita, avvocata degli impossibili.

Un gesto semplice, seguito nel pomeriggio dal taglio del nastro della mostra dalle raffinate atmosfere "Il Merletto di Orvieto nel Giardino dei Sogni", allestita nell'ex Chiesa di San Bernardo, in Piazza del Popolo. La terza edizione di "Orvieto in Fiore" è ufficialmente sbocciata. A tutti, il compito di ascoltarne il profumo.