cultura

Maurizio Panici disegna "Visioni di Futuro" con giovani esploratori e un nascente centro di produzione

mercoledì 26 novembre 2014
di Davide Pompei
Maurizio Panici disegna "Visioni di Futuro" con giovani esploratori e un nascente centro di produzione

Da eterno presente a futuro possibile. Ma senza la vaghezza irrisolta di un tempo sospeso. La trasformazione è già in atto. Si formalizzerà a gennaio con un sigillo burocratico che muterà la rassicurante natura di teatro di ospitalità e distribuzione nel più vivace fermento di centro di produzione, fucina per spettatori attivi per "fare di Orvieto una casa degli artisti, laboratorio di sperimentazione creativa dove etica ed estetica non conoscono scissioni".

Punta dell'iceberg della rivoluzione innescata che, senza contrapposizioni, intende sovvertire la staticità, è "Visioni di Futuro", la rassegna nella rassegna, dedicata al teatro contemporaneo di qualità e alla nuova drammaturgia, che inserisce altri cinque tasselli al grande puzzle della stagione del Mancinelli di Orvieto, dedicata quest'anno al tema de "Le Coesioni". Filo invisibile che tiene unito tutto, l'analisi dell'attualità. Ma anche l'attenzione al rinnovamento dei linguaggi della scena contemporanea.

"Più che una rassegna – mette in chiaro Maurizio Panici, direttore artistico di ArTè Teatro Stabile d'Innovazione – 'Visioni di futuro' è un progetto per la città e per le nuove generazioni, il manifesto programmatico della progettualità che svilupperemo nel prossimo triennio. Non cerchiamo il risultato, ci siamo già messi in viaggio per incontrare compagni d'avventure, la generazione migliore dei quarantenni, con cui condividere pensieri e azioni. La direzione delle linee verso cui intendiamo spingere è già tracciata nel solco dell'impegno civile, dell'innovazione dei linguaggi e della formazione generazionale.

Il lavoro della Compagnia dei Giovani di ArTè proseguirà con il contributo di attori affermati che faranno un po' da tutori su progetti molto definiti, mantenendo il cuore della mia direzione artistica improntata sul connubio tra il contemporaneo, che è da sempre la mia vocazione, e una rilettura del classico in una forma che sia assolutamente più vicina alla nostra realtà. Iniziamo adesso a costruire un gruppo di ascolto, di spettatori attivi in grado di stare vicino al teatro".

Ad oggi – le iscrizioni sono ancora aperte – sono circa una ventina e tutti motivati, i ribattezzati "esploratori di visioni di futuro" che dovranno aprire le vie per gli altri. Alcuni arrivano da lavori precedenti, tre attori direttamente dalla scuola di Torino e poi ci sono innesti autoctoni come Alessio Renzetti, Silvia Picciaia, Andrea Brugnera. Quest'ultimo, insieme a Renato Campese accompagnerà il percorso di una generazione nuova. È coperta anche la fascia dei giovanissimi, quella di chi ha 16 anni.

"Visioni di futuro", per loro, diventerà un osservatorio privilegiato in cui oltre ad assistere agli spettacoli, potranno parlare con gli attori, capire le modalità di allestimento e osservare da vicino le nuove modalità della scena contemporanea italiana. Il progetto elaborato come ArTè sul territorio prevede il mantenimento delle grandi produzioni.

"Staccarsi dalle proposte di un cartellone popolare e generalista – aggiunge Panici – è una scelta coraggiosa, ma coerente con i materiali che si mettono in scena e che dà la cifra della linea artistica. È una direzione fortissima, ma annunciata. Questo Stabile voluto dallo Stato con decreto ministeriale ha nella sua mission l'educazione delle giovani generazioni. E la costruzione del pubblico del futuro. Più partecipe, più consapevole di un teatro forse meno facile ma che invita a riflettere. Soprattuto in un tempo liquido come quello attuale in cui le generazioni non si saldano e le relazioni stentano ad essere imbastite.

Il salto a centro di produzione è un accoglienza, una pluralità di voci che concorrono a fare il progetto. Stiamo già radunando le forze per questa nuova avventura che nasce. Dopo cinque anni di dissodamento del terreno, prende il via il lavoro di costruzione. Di scontato, in fondo, non resterà più nemmeno lo spazio fisico del Mancinelli. Ci sono molti spazi, altri luoghi suggestivi da poter sdoganare per le rappresentazioni. Non più mie regie, ma un gruppo di registi al lavoro sulla città con un tema da sviluppare. Un passo alla volta, ma il viaggio è iniziato".


Per avere maggiori informazioni e per iscriversi al progetto è sufficiente inviare una mail con i propri dati e un recapito telefonico a promozione@teatromancinelli.it indicando come oggetto "Esploratori Visioni di Futuro".

Da novembre ad aprile, gli spettacoli della rassegna