cultura

Giuliano Baglioni e gli angeli di/versi tornano alla Bottega d'arte contemporanea Maitani

mercoledì 18 dicembre 2013
Giuliano Baglioni e gli angeli di/versi tornano alla Bottega d'arte contemporanea Maitani

Torna da mercoledì 18 dicembre a lunedì 6 gennaio alla Bottega d'arte contemporanea "Maitani" di Orvieto, la mostra personale di pittura di Giuliano Baglioni, un'antologica dal titolo "Angeli di/versi". E diversi e di/versi questi colorati e originali angeli del noto estroso pittore orvietano lo sono sotto ogni aspetto. Diversi per i materiali e le forme: figure smaglianti in carta velina, su fondo a olio e tempera luminescente e oro; di/versi, o in versi, perché nascono dall'approccio agli angeli del grande poeta Rafael Alberti, che in un piccolo volume tradotto e distribuito da Einaudi nel 1966 si avvicinava a sua volta in modo inusuale agli angeli, facendo uscire dalla sua penna non tanto le serafiche icone della tradizione, quanto creature enigmatiche intrise di contraddizioni e di sofferta umanità, quali ad esempio l'angelo sciocco, l'angelo vendicatore e quello pensatore, gli angeli muti e quelli crudeli, l'angelo dei morti e l'angelo del delirio universale. Angeli che come scrive Aldo Lo Presti nelle note introduttive alla mostra "nella natura umana di cui sono specchio riflettono la propria innocenza o impurità, intrecciando terrestrità e celestialità, e che solo formalmente rispettano l'iconografia e la simbologia cattolica".

"Da questi angeli di|versi - mette ancora in evidenza Lo Presti nelle sue note critiche - Giuliano Baglioni si è lasciato sedurre, attratto dalla memoria della luce incarnata nelle poesie albertiane. E sono stati quadri sgorgati con urgenza e naturalezza dalle sue matite&pennelli, dai suoi rulli&carte, armonizzando su tavola, con la maestria artigiana della sua terra, emozioni non più soggettive ma collettive, utilizzando gli strumenti più adatti per vedere, e farci vedere, con altri e più consapevoli occhi la materia angelica dell'uomo. Baglioni ha fatto sua la poetica di Rafael Alberti per comporre, quindi, non una semplice teoria di quadri estemporanei, ma una vera e propria opera d'arte, compiutamente originale, dove la luce (simbolo angelico per eccellenza) trova il suo limite nelle ‘gocce' di colore & acquaragia che segnano il confine all'agire dei ‘suoi' angeli, e dal quale spazio questi stessi angeli, a volte però, si ritraggono, scegliendo per sé i disagi dei Sagrati piuttosto che gli agi del Paradiso, quegli spazi intermedi, cioè, dove sacro e profano si accettano, entrambi scettici. Angeli che, al contrario delle scintille che si credono stelle, brillano negli illimitati margini dell'umiltà".

E lo stesso Giuliano Baglioni, che da sempre e sempre più spesso incastra e cesella nelle sue tele la parola in poetica sinergia tra segni e linguaggi diversi, a partire dalla materia di cui sono fatti i suoi angeli, la carta velina, scrive:

Come la gente comune aspetto la folata di vento
come carta velina mi lascio trasportare
accartocciare, strappare, scolorire

come parole scritte su fogli di carta velina
mi lascio gettare al vento
una canzone fischiata al tramonto,
come la gente comune

Questa gente comune è l'angelo della porta accanto.

Note biografiche
Nato nel 1955 ad Orvieto, Giuliano Baglioni si forma presso l'Istituto d'Arte nella sezione di grafica pubblicitaria e fotografia. Attualmente lavora presso il suo laboratorio artigianale dove progetta e realizza oggetti di arredamento in legno. Contemporaneamente segue una produzione
artistica più ampia di pittura, scultura, fotografia, non da ultimo si occupa di regia teatrale.
Dal 1975 inizia la sua attività espositiva ottenendo prestigiosi riconoscimenti.
Tra le ultime Mostre d'Arte si segnala quella allestita presso l'Aula Magna del Centro Studi "Città di Orvieto" dal titolo Pesci e relitti (2010) preceduta dalla pubblicazione dai volumi fotografici
Sassi di Paglia (2008) e Facce da culto (2009).