cultura

"Dall'assedio della Natività all'assedio della città". A Orvieto, l'esperienza di padre Ibrahim Faltas

martedì 19 febbraio 2013
"Dall'assedio della Natività all'assedio della città". A Orvieto, l'esperienza di padre Ibrahim Faltas

"Quando l'assedio è terminato e siamo usciti vivi dalla Basilica eravamo convinti che tutto sarebbe tornato come prima. Invece, abbiamo trovato un muro, alto nove metri, che rende tutt'oggi Betlemme una prigione a cielo aperto. I palestinesi di Betlemme non possono uscire dalla città e chi arriva da Gerusalemme non può entrare. Assicurazione sanitaria, lavoro ed educazione sono affidati ai cristiani. Betlemme sopravvive grazie alla Chiesa e al turismo, unica fonte di reddito. Dieci anni dopo l'assedio della Natività, la situazione per Betlemme rimane difficile, tagliata da un muro fisico che tiene lontano le famiglie e lacerata da un muro ideologico che separa palestinesi e israeliani". Così padre Ibrahim Faltas dell'Ordine dei Frati Minoriracconta quei momenti. Il frate francescano egiziano insignito di numerosi riconoscimenti per l'impegno al dialogo, alla solidarietà come costruttore di pace sarà ad Orvieto venerdì 22 febbraio alle 18 in Comune per parlare del suo libro "Dall'assedio della Natività all'assedio della città" Betlemme 2002 - 2012 in memoria del Beato Giovanni Paolo II, insieme a monsignor Benedetto Tuzia, vescovo della Diocesi Orvieto-Todi, al sindaco Antonio Concina e al presidente del consiglio comunale Marco Frizza.

Il volume è il diario dei tragici momenti di quel 2 aprile 2002 quando l'esercito israeliano entrò nella città di Betlemme con carri armati, elicotteri, aerei militari e soldati. Un gruppo di palestinesi, 242 uomini, per fuggire alla cattura si rifugiarono nella Basilica della Natività. Fra loro c'erano dei feriti che rischiavano di morire, ma vennero ospitati. Circa trenta frati provenienti da diciassette nazionalità diverse scelsero di non andarsene, di rimanere in quel luogo che dal 1217 affida la Basilica della Natività ai francescani, convivendo con due cadaveri, numerosi feriti e uomini armati. Nel libro, Padre Ibrahim Faltas racconta l'occupazione interna palestinese e l'assedio israeliano esterno della Basilica e le ripercussioni subite dalla popolazione di Terra Santa in occasione della seconda intifada. Il 10 maggio 2002 dopo 39 giorni durissimi senza acqua, elettricità e cibo e grazie al dialogo portato avanti da padre Faltas venne raggiunto un accordo con l'esercito israeliano. 13 palestinesi, giudicati "pericolosi" dai militari d'Israele furono espatriati in Europa, altri 26 (filo-Hamas) furono portati a Gaza dove dal 2007 ricoprono ruoli di rilevanza politica e militare mentre quelli restanti tornarono a casa.