cultura

Il Museo delle Maioliche Orvietane nel Sistema Museale della Regione. Ma il bene rischia di smembrarsi per il gravare di un'ipoteca

mercoledì 16 gennaio 2013

È arrivata nei giorni scorsi, per il Museo delle Maioliche Medievali e Rinascimentali Orvietane, la comunicazione che il Museo è stato riconosciuto di interesse regionale e che entra dunque, a tutti gli effetti, nel Sistema museale della Regione Umbria. La comunicazione arriva, per diretto interessamento dell'Assessorato alla Cultura della Regione, dopo l'istruttoria di rito, che ha richiesto diversi mesi dal momento della richiesta. Il riconoscimento permetterà al museo privato del noto collezionista Marco Marino di poter accedere ai finanziamenti regionali, generalmente tra i 15 e i 20 mila euro annuali per questo tipo di strutture. Finanziamenti che potrebbero dare un po' di sollievo all'importante collezione e al luogo in cui è conservata, l'antica fornace scavata nella roccia tufacea di Via della Cava, dove la maggior parte dei pezzi della collezione è stata prodotta, e dove tra l'altro si trova un grande forno del Quattrocento - l'unico di questo secolo per la cottura di maioliche ancora intatto esistente in Italia e forse nel mondo - che permette tra l'altro di testimoniare la continuità della produzione ceramica orvietana.

Sembra tuttavia che il Museo orvietano non farà in tempo a fruire del riconoscimento regionale dato che, come non ha problemi a rendere noto il suo conservatore, sullo stesso è ormai in dirittura d'arrivo lo scattare di un'ipoteca contratta a suo tempo con la CRO per il restauro e la rifunzionalizzazione dei locali della fornace che ospita la collezione, mutuo che per varie difficoltà il privato possessore non è stato in grado di estinguere. In poche parole, i locali dell'antica fornace potrebbero essere messi quanto prima all'asta. Resta invece di proprietà del conservatore, tranne che per la porzione dovuta alla Soprintendenza Archeologica, la collezione, che Marco Marino sta tentando di vendere altrove. In pratica un patrimonio cittadino che, per più o meno drammatiche circostanze, si troverà smembrato e depauperato, specie considerando che, come aveva messo in evidenza visitando il museo l'illustre Professore Timothy Wilson (ordinario di Western Art presso l'Ashmolean Museum di Arte e Archeologia dell'Università di Oxford), oltre a costituire un patrimonio considerevole di per sé, deve la sua eccezionalità propria al fatto di derivare da un'unica fornace e di essere conservato nell'edificio in cui è stato trovato e prodotto.