cultura

Muore giovane chi è caro agli Dei, ma... Dedicata ai più longevi esecutori di Chopin la prima conferenza dell'annuale ciclo ISAO

mercoledì 14 dicembre 2011
di Laura Ricci
Muore giovane chi è caro agli Dei, ma... Dedicata ai più longevi esecutori di Chopin la prima conferenza dell'annuale ciclo ISAO

Si è aperto lo scorso sabato a Palazzo Coelli di Orvieto, con l'intervento di un numeroso pubblico, l'Anno Accademico 2011-2012 dell'Istituto Storico Artistico Orvietano. Nell'introdurre il primo incontro del consueto ciclo annuale di appuntamenti culturali che l'ISAO organizza, generalmente ospitati nell'accogliente auditurium della sede della Fondazione CRO, il presidente in carica, Arch. Alberto Satolli, ha illustrato come gli incontri di questo nuovo ciclo verteranno preminentemente su singole figure eccellenti, di orvietani e non, che si sono distinti in diversi ambiti artistici, annunciando che una conferenza sarà dedicata alla figura del grande pittore e scultore orvietano Livio Orazio Valentini. E' infatti tempo, ha detto Satolli, non solo di fare più compiutamente luce sulla figura di un artista contemporaneo così importante, ma anche di procedere, per così dire, a una mappatura di quello che è presente a Orvieto della sua vasta produzione, che contempla anche oggetti d'uso e di arredo sparsi in vari luoghi della città di cui, spesso, si ignora l'autore.

Ma se Valentini potrà essere trattato come un orvietano, per la precisione un sanvenanzese innamorato di Orvieto celebre e apprezzato nel mondo, per iniziare l'ISAO ha scelto invece figure celebri nel mondo da ricordare e da rendere fruibili con una nuova chiave di lettura a Orvieto. Da un lato la musica, e in particolare l'amata e universalmente osannata figura di Chopin, indiscussa icona della composizione per pianoforte, dall'altro alcuni suoi eccellenti e reputati interpreti: Mieczyslaw Horszowski in particolare, ma anche gli altrettanto celebri maestri Arthur Rubinstein, Vladimir Horowitz e Aldo Ciccolini. La chiave di lettura volta ad accomunarli quella del titolo della conferenza: "Horszowski e gli altri. La musica di Chopin, ovvero l'elisir di lunga vita", a mostrare come la musica, e in questi casi la pratica di pianoforte, sia sotto molti aspetti non solo un modo per favorire la longevità e mantenersi "diversamente giovani", ma anche per arrivare ad affinare verso particolari obiettivi le proprie esecuzioni. Tutti questi grandi interpreti di pianoforte, infatti, hanno suonato la musica di Chopin e non solo fino a tardissima età (Ciccolini è ancora vivente).

Dopo una introduzione, anche sonora, del Maestro Riccardo Cambri - che ha eseguito al pianoforte l'ultimo pezzo suonato da Horszowski nella sua lunga carriera, una sonata di Mozart - il Maestro Riccardo Marini (nella foto), docente del Conservatorio Statale di musica "Santa Cecilia" di Roma e valente pianista, ha trattato l'aspetto tecnico-musicale dell'argomento. Con il supporto e l'ascolto di alcuni video reperiti nell'ormai vastissimo repertorio che con You Tube e altri social network offre il web, ha mostrato come questi longevi pianisti, per continuare a regalare al pubblico esecuzioni impeccabili, avessero perfezionato la loro tecnica secondo una logica di economicità del movimento del corpo e delle stesse mani, così da utilizzare al meglio, e senza dispersioni inutili, le energie fisiche e mentali. Tra i video proiettati, assolutamente straordinari quello del concerto chopiniano di Horszowski tenuto a Monaco di Baviera nel 1992, a ben 97 anni - passo incerto ma, una volta al pianoforte, una straordinaria vitalità - e la celebre e scatenata Tarantella in la maggiore di Chopin suonata, in un singolare e esemplare contrasto, da un imperturbabile Ceccolini.

Il dottor Alberto Romizi invece, medico e pianista, ha affrontato l'argomento da un punto di vista clinico, mostrando come la musica vada a toccare in positivo le corde emozionali scatenando stati di benessere e soddisfazione, e come possa giovare, sia per chi la pratica sia per chi la ascolta, in ambiti che possono spaziare dal semplice piacere del tempo libero a una vera e propria musicoterapia.

Ad aleggiare su tutto il seminario, quale amalgama e filo unificatore, Lui, l'eccelso Fryderyk Franciszek Chopin, il tormentato polacco di Parigi che, molto meno longevo dei suoi esecutori tanto da avvalorare il noto detto "muore giovane chi è caro agli dei" (morì a soli 39 anni), è sempre stato il genio protettore di innumerevoli carriere pianistiche. Un compositore peraltro molto difficile da eseguire, con cui tutti i più celebri pianisti si sono misurati. Horowitz ne fu inimitabile interprete, altrettanto, con un loro diverso e particolare stile, Horszowski e Rubistein. Ed è proprio con un'intensa interpretazione di Arthur Rubinstein che si è conclusa l'interessante conferenza di avvio dell'ISAO, sotto l'aura emozionante e trascinante della celeberrima Polonaise heroica del grande compositore polacco.