cultura

Silvio Orlando al Mancinelli fa riflettere sui valori della società

lunedì 21 novembre 2011
Silvio Orlando al Mancinelli fa riflettere sui valori della società

Uno spettacolo di qualità in cui non ci sono vinti o vincitori, ma "solo" tanti spunti di riflessione che spingono lo spettatore ad interrogarsi. Questo è sicuramente quello che deve aver pensato il numerosissimo pubblico del Teatro Mancinelli di Orvieto che sabato scorso (19 novembre) ha assistito allo spettacolo di Denis Diderot IL NIPOTE DI RAMEAU, portato in scena da un bravissimo SILVIO ORLANDO.

Un'ora circa di conversazione - che mette a confronto i limpidi ideali di Diderot con le torbide, ma quanto mai franche e concrete, certezze di Rameau - ha innescato negli spettatori una serie di riflessioni sui ruoli sociali imposti e assunti, sull'onestà e sul "fare ciò che conviene". L'atto unico presenta il filosofo Diderot (interpretato da Amerigo Fontani) alle prese con Jean-François Rameau (Silvio Orlando), musico fallito nipote del celebre compositore musicale Jean-Philippe Rameau.

L'incontro, che avviene al Café de la Régence, mette a confronto due mondi e due visioni contrastanti: da un lato l'etico e corretto comportamento dello studioso a sostenere l'importanza della morale e dell'altruismo e dall'altro la sfrontatezza e l'arrivismo di Rameau che fa delle sue doti di parassita e adulatore i punti di forza per ottenere riconoscimento sociale e denaro. Dalla conversazione tra i due emerge un ritratto della società tutt'altro che positivo, incarnato da un Silvio Orlando dall'abilissima capacità dialettica che dà vita ad un personaggio sarcastico e pungente, consapevole ma disincantato, che professa la supremazia dei piaceri materiali, sostenendo l'arte dell'interesse personale.

Storia d'altri secoli (il testo è uno dei più brillanti del Settecento francese), eppure potrebbe essere un pezzo di attualità, ambientato in un qualsiasi ristorante, anziché al Café de la Régence. Questo perché la natura umana, nel suo insieme di vizi e virtù, non è poi così soggetta allo scorrere del tempo. Così, come deve essere, resta il dubbio che questa dissoluta anima cui presta il volto uno straordinario Silvio Orlando sia in realtà un raffinato pensatore capace di capovolgere le teorie filosofiche di Diderot, non solo uno spregiudicato opportunista. E non ci sono, al calar del sipario, né vinti né vincitori. Il dialogo non offre facili soluzioni, ma lascia il pubblico con la responsabilità di una scelta di pensiero. La felicità è nell'onesta e nell'altruismo o nell'opportunismo più spregiudicato? Ai postumi l'ardua sentenza.

Lo spettacolo è stato preceduto, al Foyer alle ore 20, da un Buffet a cura del Relais di Campagna - Ristorante Borgo S. Faustino, partner del Mancinelli. Come sempre, il pubblico del Teatro orvietano ha partecipato numerosissimo all'iniziativa, riproposta dopo il successo riscosso durante la scorsa Stagione Teatrale. Moltissimi gli apprezzamenti al ricco menù proposto per l'occasione, grande la soddisfazione degli organizzatori.


(foto di scena: Massimo Achilli)