cultura

Musica per tutti i gusti ad Orvieto con Umbria Jazz Winter #19. Cinque giorni di musica e oltre cento eventi

venerdì 28 ottobre 2011

La formula è consolidata e di successo, quindi vincente. Affinata nel corso delle precedenti edizioni, anche la 19a rassegna invernale di Umbria Jazz ad Orvieto si incentra nel connubio tra turismo e spettacolo di qualità, con il valore aggiunto dell'ospitalità di questo territorio dell'Umbria, ricco di storia e cultura ma anche di buona cucina e buon bere.

Nei cinque giorni di Umbria Jazz Winter il centro storico di Orvieto si trasforma in una cittadella della musica che offre suoni intriganti ad ogni ora del giorno fino a tarda notte. Una città in festa, vivace e vivibile, allegramente confusionaria ma sempre serena e accogliente.

Il filo rosso di questa edizione è la contaminazione tra i grandi nomi del latin jazz, Michel Camilo, Gonzalo Rubalcaba, Chano Dominguez con alcuni tra i migliori esponenti del jazz italico, Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Danilo Rea. Il programma si muove tra collaborazioni inedite e progetti musicalmente innovativi, nell'intento di creare un giusto mix che possa essere apprezzato sia da appassionati e conoscitori del jazz, sia da spettatori non particolarmente avvezzi al linguaggio della musica afro-americana.

Location d'eccezione anche quest'anno il Duomo progettato da Lorenzo Maitani e realizzato tra il Trecento e il Cinquecento che, fa nel pomeriggio di Capodanno da cornice alla Messa della Pace impreziosita e caratterizzata dalla presenza della musica gospel. Espressione e sintesi di culture e religiosità diverse che grazie alla musica si incontrano rendendo indimenticabile tale esperienza.

I concerti serali si svolgono al Teatro Mancinelli, inaugurato nel 1886, che offre la sintesi dei principali caratteri dell'architettura orvietana, al Palazzo del Popolo, realizzato in pietra basaltica e tufo, descritto la prima volta nel Duecento, al Palazzo dei Sette, eretto a cavallo del Trecento, caratterizzato da volte e archi possenti e affiancato dalla pregevole Torre del Moro a Palazzo Soliano, al cui piano terra si trova il Museo Emilio Greco, con sculture e creazioni grafiche donate alla città dallo stesso. Suggestivi anche la Sala del Carmine, ex chiesa del 1300 facente parte del più vasto complesso del Carmine che comprendeva anche un convento e il Ristorante San Francesco, situato in un edificio che ospitò nel 1200 un convento francescano, location del gran cenone di fine anno la notte del 31 dicembre a suon di jazz e sede ideale dei jazz lunch e dinner.

Musica per tutti i gusti in un'atmosfera unica e irripetibile. Tutti i giorni infine buon cibo, degustazioni e musica jazz, ma non solo, dalla tarda mattinata a notte fonda al Palazzo del Popolo, al Palazzo dei Sette, al Palazzo del Gusto e al Ristorante San Francesco. Due senatori del jazz italiano innanzitutto: Renato Sellani, amatissimo da pubblico e critica, nel pieno di una nuova giovinezza musicale, e il chitarrista Franco Cerri, classe 1926, che ha vissuto da protagonista gli ultimi sessant'anni di musica italiana. Nick the Nightfly, conosciuto come dj e conduttore radio, ormai di casa ad Orvieto, si presenta accompagnato da un gruppo di tutto rispetto: Amedeo Ariano, Julian Oliver Mazzariello, Jerry Popolo e Francesco Puglisi. Allan Harris quintessenza del crooner, con il suo quintetto propone uno spettacolo da non perdere, un viaggio in ricordo della dolce musica melodica degli anni '50. Anche per lui una conferma dopo i successi delle ultime edizioni.
Ezra Charles, pianista e tastierista texano che con la sua band da vita ad un sound blues del tutto caratteristico e particolare.

Bobby Broom, conosciuto dal pubblico di UJ come chitarrista di Sonny Rollins, presenta il suo trio che comprende l'hammond B3 e la batteria: l'ultimo lavoro un omaggio alla musica di Stevie Wonder.
Di base a New York, il Greta's Bakery di Greta Panettieri propone un mix di jazz, pop e funk. Ad accompagnarla Daniele Mencarelli, Andrea Sammartino e Stefano Tamborrino. Il trio di Angelo Lazzeri: jazz a tutto tondo, per un progetto notevole e ricco di sfumature ed eleganza. Stefano Mincone, in duo con il fratello Giuseppe e in quartetto, guidato da una vena profondamente blues che si muove tra composizioni originali, classici della canzone italiana, funk e jazz. Italianissimi, nonostante il nome, i Good Fellas, una band (detta anche The Gangsters of Swing) che ricicla con umorismo swing e jive, buona per divertirsi e ballare.
Tutti i giorni doppio appuntamento alla Sala del Carmine: il concerto multimediale A Love Supreme-Trane Tribute, un viaggio musicale che rievoca il grande John Coltrane, con Pietro Tonolo, Marc Abrams e Mauro Beggio, e il nuovo Yatra di Enzo Pietropaoli che, superati da poco i primi 35 anni di vita musicale trascorsi in giro per il pianeta jazz, e non solo ha deciso di inaugurare una nuova stagione artistica, potremmo dire una seconda giovinezza, proponendosi nel ruolo di "band leader" con Fulvio Sigurtà, Julian Mazzariello e Alessandro Paternisi.

Come tradizione del Festival, anche quest'anno due quotidiane esibizioni della marching band per le vie del centro storico: questa volta i sempre più popolari Funk Off, che interpretano a modo loro questa formula della street band con grande senso dello spettacolo ed una originale evoluzione artistica che rivitalizza un genere vecchio di un secolo.: da non perdere il loro show onstage la notte di Capodanno.
Anche quest'anno i migliori studenti delle Clinics estive del Berklee College si esibiranno gratuitamente il primo giorno del festival.


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