cultura

Corsi estivi di Castel Viscardo: "Si studia tanto, ma ci si diverte di più"

venerdì 19 agosto 2011
di Cinzia Catalucci

Quelle manine piccolissime scorrevano sulla tastiera dell'imponente pianoforte a coda con fare delicato e concentratissimo, sostenute dalla timbrica più grave dell'accompagnamento eseguito dal maestro, per l'occasione adeguatamente contenuto. Anna, sette anni, impettita sullo sgabello del pianoforte, pur non riuscendo ancora a toccare i pedali, mi ha accolto nella sala Sant'Agostino di Castel Viscardo, così, simbolicamente, provando il pezzo a quattro mani che avrebbe poi suonato per uno dei concerti degli allievi dei Corsi Estivi di Perfezionamento e di Interpretazione Musicale.

E pensare che Anna non era ancora nata quando l'idea del pianista Riccardo Cambri di creare una parentesi per l'approfondimento dello studio musicale si è concretizzata, dieci anni fa, con la prima edizione di questi riuscitissimi corsi estivi. Dieci anni di musica e soprattutto dieci anni di opportunità per quei giovani pianisti e cantanti lirici che desiderano coniugare l'approfondimento tecnico con un'esperienza umana e relazionale da ricordare. È questo il sentimento dominante tra gli allievi partecipanti e tra i genitori che si trovano a vivere il clima creato da questa iniziativa.

"È un contesto aggregante e formativo" racconta la signora Nadia, madre dei giovani pianisti Leonardo e Nadia. È convinta che uno degli aspetti più positivi di questa esperienza sia proprio la possibilità di unire alla crescita musicale uno sviluppo completo di tutte le capacità dei ragazzi, artistiche e non. La signora Luisa, madre della piccola Anna, è d'accordo nel sottolineare l'importante aspetto relazionale di questa iniziativa e aggiunge che c'è grande coinvolgimento e scambio anche tra i genitori: "Si è creato un gruppo. Seguiamo i nostri figli e ci emozioniamo nel vederli suonare e migliorare giorno dopo giorno".

C'è una piacevole atmosfera. "È un po' come stare in vacanza", dicono, e grande merito viene riconosciuto al Maestro Riccardo Cambri, direttore artistico, docente e, perché no, punto di riferimento dei corsi e della sezione pianistica in particolare. Allievi e genitori sottolineano come Riccardo sia in grado di integrare lo studio con il lato ludico. Merende, partite a biliardino e incitamenti a "spaccare il pianoforte", nel senso ovviamente figurato del termine, regalano uno stimolo continuo, una propizia alternanza di impegno e gioco che i giovani allievi, dalle idee chiarissime, sanno cogliere e far fruttare al meglio.

C'è chi studia da pochi mesi, chi da diversi anni, nonostante la giovanissima età. Quasi tutti hanno già avuto esperienze di esibizioni in pubblico e concerti e tutti sanno benissimo che lo studio della musica comporta sacrificio e dedizione. Janet suona il pianoforte per divertimento e vorrebbe mantenere questo hobby anche da grande. Sofia racconta che studia con Riccardo sin da piccola (ora ha 12 anni, "nota - matura - di redazione").

Nadia, con voce sottile, dice che il suo oltre ad essere un divertimento è anche una grande passione nonostante il suo carattere la porti a volte a essere troppo timida sul pianoforte. Giulia ha le idee chiare: apprezza il metodo d'insegnamento del suo maestro e crede fermamente che ascoltando i suoi compagni suonare, specie i più grandi, possa conoscere nuovi repertori musicali e arricchire la sua cultura.
Ma suonare uno strumento è anche un mezzo per esprimersi e per affermare la propria personalità, sin da bambini. La piccola Lily, viso minuto e accento tedesco, mi spiega che è stata lei a chiedere di poter studiare pianoforte dopo aver sentito altre persone suonare, così come Chiara che suona da quattro anni e ha trovato nella musica un modo per sfogare le tensioni e per distogliersi dai pensieri.

Le lezioni ora devono ricominciare, ma non prima di una rapida merenda offerta dai genitori degli allievi. I ragazzi corrono in sala studio a provare i loro pezzi esercitandosi sulle correzioni suggerite dal maestro, una bambina trascina la mamma perché la ascolti mentre suona la sua parte e tutto riprende con naturalezza ed entusiasmo, in quella straordinaria quotidianità di note e allegria che rende speciali i Corsi di Castel Viscardo.


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