cultura

Giovedì 28 luglio "L’Archeologo risponde". Visita a scavo aperto all'Area Archeologica di Campo della Fiera

lunedì 25 luglio 2011
Giovedì 28 luglio "L’Archeologo risponde". Visita a scavo aperto all'Area Archeologica di Campo della Fiera

Giovedì 28 luglio prossimo, a partire dalle ore 17, in località Ponte del Sole - "Tamburino", sarà possibile visitare a scavo aperto l'area archeologica di Campo della Fiera dove, da circa dieci giorni e fino al 25 agosto prossimo, è in corso la 12a campagna di scavo sulle tracce del Fanum Voltumanae il famoso santuario federale degli Etruschi.

L'iniziativa denominata "L'Archeologo risponde" è aperta a tutti coloro che lo desiderano e, data l'ora, soprattutto ai bambini che sono curiosi sul lavoro dell'archeologo. L'ingresso è gratuito e non serve la prenotazione.

Saranno gli stessi studenti dell'Università di Perugia e di Macerata che effettuano gli scavi sotto la direzione della Prof.ssa Simonetta Stopponi e con loro anche gli allievi di altri Atenei italiani e di Università statunitensi e svizzere, a guidare i visitatori che lo vorranno attraverso l'ampia area di scavo nel cuore del PAAO / Parco Archeologico Ambientale dell'Orvietano, mostrando cosa fanno, le accortezze con le quali si muovono e quali strumenti usano. Ma rispondendo anche alle domande sulla storia del sito oggetto della campagna di scavo. I giovani archeologici che si misurano con l'esperienza dello scavo, apprendendo infatti tecniche di esplorazione del terreno, rilievo grafico e fotografico, classificazione dei materiali, computerizzazione dei dati. L'iniziativa è proposta in collaborazione con Fondazione CRO e Cassa di Risparmio di Orvieto Spa.

I lavori di scavo rientrano nell'ambito di un progetto ed i risultati finora ottenuti sono di grandissimo interesse e documentano l'importanza storica di un sito che dalla metà del sesto secolo a.C. fu l'importante santuario federale etrusco, divenendo poi luogo di culto romano e continuando in epoca cristiana e medievale, quando fu sede della chiesa di San Pietro in vetere. La sua funzione di luogo sacro ebbe dunque lunghissima vita e perdurò per 1900 anni, fino alla Peste Nera del 1348.

La campagna di scavo dello scorso anno ha consentito di mettere in luce strutture di edifici e depositi votivi con frammenti di statue di epoca etrusca, ceramiche greche offerte al santuario, mosaici romani e tombe cristiane. Attualmente alcuni fra i più importanti materiali recuperati sono già esposti presso il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto.