cultura

"Sonette de 'na vorta". Un omaggio all'Unità d'Italia e di amore verso Orvieto in versi dialettali

mercoledì 23 febbraio 2011
"Sonette de 'na vorta". Un omaggio all'Unità d'Italia e di amore verso Orvieto in versi dialettali

La vita quotidiana della Orvieto ottocentesca e dei primi del Novecento così come i grandi fermenti storici di quell'epoca tornano a rivivere attraverso gli scritti di due illustri poeti dialettali orvietani Giuseppe Cardarelli e Amedeo Nannarelli, il cui sguardo acuto e prezioso ci restituisce emozioni inedite legate alla riscoperta di un mondo scomparso.

In queste poesie, proposte nella raccolta "Sonette de 'na vorta" della collana poesia per Intermedia Edizioni, protagonisti sono gli orvietani di allora, una comunità che per secoli, con pazienza e spesso con miseria , ha vissuto la propria quotidianità all'ombra del Moro e delle guglie dell'amato Duomo anche quando tutt'intorno avvenivano fatti che sconvolgevano la Storia. Il rapporto intenso ed esclusivo degli orvietani con la monumentalità della loro città e la sapienza dialettale di una lingua antica di secoli ci restituiscono l'immagine affascinante della Orvieto che fu, in un immaginario e suggestivo viaggio a ritroso nel tempo.

Attraverso i versi di Cardareli e Nannarelli, rivive la Orvieto del tempo, con una descrizione divertente e scanzonata di una vita semplice, ma con una propensione irresistibile all'ironia, allo sberleffo bonario, allo sguardo disincantatato verso le cose del modo che tradisce l'animo più vero e originario del popolo orvietano. I sonetti passano in rassegna anche avvenimenti storici importanti come la Presa di Porta Pia, la Prima Guerra mondiale e la visita del Re Vittorio Emanuele III ad Orvieto per l'inaugurazione del monumento ai Caduti di piazza Cahen. Il libro è in distribuzione da lunedì 21 febbraio.


Alcune poesie:

'R MATRIMONIO

Se 'r matrimonio è ffatto p' interesse,
È come 'n accidente a lenta presa,
S' invece è per amore potrebb' èsse,
Che per un po' la fiamma reste accesa.

C' è quello ch'uno fa pe' simpatia,
Pe' nobbirtane o pe' riconoscenza,
Nun so' fra tutte quale meio sia,
Pe sopportà la croce con pacenza.

In ogni caso è sempre un trabocchetto,
Una gran buca uperta che spaventa,
Peggio de lo sprofonno der Pincetto

Perché 'n appena fatto 'r matrimonio,
La moie, la più bbona, te diventa
Coll'ugne lunghe peggio d'un demonio.

LA MODA

-Commà ! v'aricordate all'età nostra
Come s'aggruppavamo co' lo sciallo,
Mentre la donna d'ogge tutto mostra,

Tanto si ffa gran freddo che gran callo.
-S'annamo de 'sto passo, ggioco 'r collo,
La donna ch'annarà cor figurino
In su se cuprirà co' 'n francobollo

E in giù co' 'r una foia de smarrino.
-Per me la corpa è tutta de le mamme
Che sso' contente quanno che 'na fija

Po' ffa' vedè ma ll'òmine le gamme.
-Si ppoe 'na fija 'n giorno ha le dolore,
La mamma n' ha da fasse maraviia,
Si occorre la mammana e no' 'r dottore.***
*** "mammana" = levatrice, ostetrica


GLI AUTORI

Giuseppe Cardarelli (12 dicembre 1848 - 19 maggio 1914), orvietano, pittore decoratore e poeta vernacolare molto fecondo. Nel 1867, appena dicianovenne, seguì da volontario Garibaldi e nel 1870 partecipò alla presa di Roma, entrando a Porta Pia con le truppe italiane.

Amedeo Nannarelli (19 ottobre 1872 - 15 aprile 1943), orvietano, impiegato del Comune di Orvieto, poeta vernacolare. Le sue opere sono apparse tra il 1929 e il 1934 e sempre a totale beneficio della Croce Rossa, della Società di Pubblica Assistenza (Croce Bianca) e della Maternità ed Infanzia.