cultura

Siamo uno, nessuno e centomila. Al Mancinelli Maurizio Panici dirige due straordinari Pamela Villoresi e David Sebasti in “Appuntamento a Londra”

lunedì 21 febbraio 2011
Siamo uno, nessuno e centomila. Al Mancinelli Maurizio Panici dirige due straordinari Pamela Villoresi e David Sebasti in “Appuntamento a Londra”

"Abbiamo bisogno di una vita segreta, di una finzione". Si potrebbe racchiudere in questa frase l'essenza dello spettacolo andato in scena al Teatro Mancinelli di Orvieto domenica 20 febbraio. Una pièce che cerca di svelare il mistero dell'identità. Un testo drammaturgico complesso e visionario, in cui i personaggi che lo animano vengono scandagliati in tutte le loro sfaccettature. Opera dello scrittore sudamericano Mario Vargas Llosa - Premio Nobel 2010 per la Letteratura - sapientemente diretta da Maurizio Panici, "Appuntamento a Londra" è coprodotto da AR.TE'. (neonato soggetto teatrale costituito dal TEATRO MANCINELLI di Orvieto e dalla Cooperativa ARGOT di Roma) e dall'ASSOCIAZIONE TEATRALE PISTOIESE in collaborazione con Spoleto 52 - Festival dei 2 Mondi.

In una suite di un albergo londinese, un uomo d'affari peruviano riceve la visita di una donna affascinante che dice di essere la sorella di un suo vecchio amico. Capiremo ben presto che non è così. In un susseguirsi di colpi di scena, l'identità di quest'ultima si fa sempre più ambigua e sfuggente. La realtà sembra intrecciarsi alle invenzioni mentali, ai desideri, ai sensi di colpa espressi dai due personaggi. Egregiamente interpretati da un intenso David Sebasti, mai stanco di confrontarsi con l'enigmaticità del suo Chispas Bellatin, e da un'eclettica Pamela Villoresi, nel difficile ruolo di Pirulo/Raquel che si rivelerà essere il vero fulcro della vicenda. La ricchezza drammaturgica e narrativa di Vargas Llosa porta gradualmente alla scoperta di scomode verità, facendo emergere quelle vite segrete che potrebbero appartenere ad ognuno di noi. Lungo tutto il tempo dello spettacolo le "identità" si rincorrono, la finzione e la vita si confondono, si respingono e si completano. Il palcoscenico diventa così lo spazio ideale per rappresentare quella complessità di cui è fatta l'esistenza degli uomini, i quali sembrano vivere piuttosto in una sorta di "disidentità": sessuale, sociale, culturale. La scenografia quasi cinematografica, realizzata da Francesco Ghisu, contribuisce in modo notevole a restituire allo spettatore le proiezioni della fantasia di Chispas. Un certo repertorio sudamericano, alla maniera di Astor Piazzolla, riecheggia invece nelle musiche originali di Germano Mazzocchetti.

Non vogliamo svelare il finale a sorpresa di "Appuntamento a Londra": di fronte al quale si resta senza dubbio un po' spiazzati. Si è trattato semplicemente di un sogno? Se lo saranno chiesto anche i numerosi spettatori del Mancinelli, che hanno ripagato la bravura degli interpreti con un lunghissimo applauso alla fine della performance.

La foto di scena è di Massimo Achilli.