cultura

Concerto celebrativo dei 150 anni dell'Italia Unita. Venerdì 18 febbraio alle ore 21 alla Sala Consiliare

mercoledì 16 febbraio 2011
Concerto celebrativo dei 150 anni dell'Italia Unita. Venerdì 18 febbraio alle ore 21 alla Sala Consiliare

Il 27 gennaio e 3 febbraio 1861 si svolsero le prime elezioni politiche dell'Italia unita. Il 18 febbraio 1861 per la prima volta i deputati neoeletti si riunirono a Torino Palazzo Carignano.

Esattamente 150 anni dopo quello storico evento, l'Amministrazione Comunale di Orvieto - Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale - ricorderà quella determinante pagina di storia nazionale con un concerto che si terrà alle ore 21 di venerdì 18 febbraio 2011 presso la Sede Comunale. Il concerto è pubblico.

Protagonisti di questo appuntamento saranno l'Orchestra e Coro della Scuola Comunale di Musica "Adriano Casasole" e il Coro Polifonico della Cattedrale di Orvieto "Vox Et Jubilum". Myung Jae Kho - soprano, Stefano Benini - tenore, Nello Catarcia - direttore. Dopo l'esecuzione - in apertura - dell'inno di Mameli, il programma del concerto proseguirà con l'esecuzione di brani di Gioacchino Rossini, Giacomo Puccini e Giuseppe Verdi.

Nella stessa serata verranno ricordati gli Orvietani patrioti che si adoperarono per costruire l'Unità d'Italia.
Ludovico Negroni che era il numero 3 (solo per il fatto di essere ben vestito e di dare ordini fu tra i primi ad essere ucciso) nella spedizione dei 300 di Carlo Pisacane, il capitano Pietro Stagnetti che lo scrittore Giovanni Cesare Abba nella sua "Storia dei Mille" definisce veterano della Repubblica Romana che nel 1860 lascia Orvieto per seguire Garibaldi alla conquista del Regno delle due Sicilie.


Ed infine, Filippo Antonio Gualterio consigliere di Cavour e di casa Savoia, a cui si deve l'entrata di Orvieto dieci anni prima di Roma nell'Unità d'Italia, il quale consiglia a Cavour il comandante dei volontari "Cacciatori del Tevere" nella persona del Colonnello Luigi Masi. Liberata Orvieto dai Francesi e nominato commissario regio di Orvieto si prodigò affinché la sua città non fosse di nuovo occupata dai Francesi, ma che restasse a far parte del nuovo regno. Fu possibile, grazie ad una bolla Pontificia del 1356 che diceva che Orvieto non era parte del Patrimonio di San Pietro ma direttamente dal Papa.