cultura

FUTURO IMPERFETTO - Ore 15.00

lunedì 14 febbraio 2011
di Carlotta Akeredolu, classe 3H Scuola Media “Scalza e Signorelli”, plesso di Orvieto Centro
FUTURO IMPERFETTO - Ore 15.00

Proseguiamo, per la serie FUTURO IMPERFETTO, con la pubblicazione dei racconti di fantascienza della classe 3H della Scuola media "Scalza-Signorelli" di Orvieto, Prof. Andrea Caponeri.

Ore 15,00

Eravamo tutti davanti al nostro televisore, tutti impauriti, agitati, aspettando soltanto qualcuno che ci facesse sapere qualcosa, qualcuno che ci desse qualche informazione.
Dal mese scorso il cielo di Londra è cambiato, l'umore della gente è cambiato, la nostra routine quotidiana è cambiata.
Dalle ore 15.00 di un giovedì sera, quando quella cosa è piombata sulla nostra città, solcando i nostri cieli e inabissandosi nel nostro fiume, tutto è cambiato, nessuno più esce di casa, neanche per andare a comprare qualche etto di pane liofilizzato.

E' molto difficile vivere in questo mondo, in questa epoca ...

Siamo nel 2185 e da quello che raccontano gli autolibri, il modo di vivere è cambiato moltissimo ...
Io adoro il mio autolibro, ha moltissimi programmi: Scienze, Storia, Informatica Evoluta, Geografia, Storia dell'Arte ed Ingegneria.
Il mio programma preferito, tra questi, è sicuramente quello di Storia.
Tutti i giorni lo inserisco nel mio autolibro e questo mi impagina tutti gli argomenti di storia: dagli uomini antichi, sino ad oggi, con aggiornamenti immediati completi e giornalieri.
Molte cose sono cambiate. Le automobili a benzina sono state vietate, adesso abbiamo solamente le automobili che vanno a energia solare.
Il giorno in cui hanno vietato l'uso di tutte le automobili a benzina, e obbligato alla loro demolizione, eravamo tutti contenti: meno costi, meno inquinamento ... ma il giorno in cui il governo impose la tassa sul Sole, in base al numero di macchine che si possedevano, molte persone hanno preferito iniziare a spostarsi in bus e metropolitana.
La mia famiglia è benestante, viviamo tutti insieme in un paese chiamato Harrow a soli pochi minuti di metropolitana dal centro di Londra.
Adoro la mia casa, è grande, ha molte stanze, l'ascensore per portare al piano superiore le cose per la cucina (dal momento che nel piano terra abbiamo costruito le stanze ricreative), e delle aule, dove ci sono molti autolibri, strumenti musicali per le lezioni e giochi, per la mia famiglia e per quelle dei nostri vicini.
Mia madre, per esempio, è una professoressa laureata in biologia e letteratura; fin da bambina, aveva, come me, la passione dello scoprire e del sapere, quindi ha deciso di dedicare la sua vita agli studi, fino a quindici anni fa, quando ha avuto me.
Nel periodo pre-nascita, è stata costretta a smettere i suoi studi per via dei controlli giornalieri che le ricoprivano lunghi spazi della sua giornata.
Dopo la mia nascita ha deciso di iniziare ad insegnare e trasmettere la passione per lo studio ad altri.
Tra molte altre cose anche la scuola era cambiata.
Non c'era più bisogno di andare tutte le mattine in quegli edifici cupi e noiosi, ma ogni quartiere aveva la sua scuola nelle aule ricreative, dove con gli autolibri e gli insegnanti si studiava.

Eravamo tutti davanti al nostro televisore.
Poco più tardi, seguimmo uno speciale televisivo, nel quale si discuteva sull'oggetto che aveva spaventato il mondo.
L'oggetto ambiguo era stato identificato: era un piccolo computer di fabbricazione non terrestre.
L'ansia continuava a salire, mentre aspettavamo pazientemente che qualche altro speciale ci informasse su qualche altra cosa.
Decisi di cambiare canale per sentire se qualcuno ne sapesse di più, un programma citava le possibili ipotesi su cosa potesse essere, a che cosa potesse servire e se bisognava distruggerlo.
I sondaggi affermavano che il 13% degli scienziati del mondo erano convinti che bisognava distruggerlo, il 27% che era un arma, il 10% che era un risorsa, ed il 50% che era un messaggio.
Altre notizie giungevano dai laboratori, nei quali gli scienziati affermavano che gli studi sarebbero continuati.

Qualche giorno dopo, a scuola, mamma ci spiegò esattamente cosa stava succedendo.
I giorni passavano ma del computer di fabbricazione aliena si sapeva sempre di meno, fino al giorno in cui gli scienziati della base di Luton annunciarono ufficialmente che avevano scoperto cosa era ...
-Quest'oggi, noi scienziati della base di Luton, informiamo il Popolo che dopo approfondite ricerche, possiamo affermare che la sonda è un messaggio, inviato per noi da un altro Popolo.
Stupiti, ammaliati, sbalorditi dall'annuncio, io e la mia famiglia, siamo restati ad ascoltare le notizie successive che approfondivano l'annuncio iniziale.
La notizia creò quesiti, domande e tanti perché nella testa di tutti.
-Mamma cosa vogliono dire con questo?
Mamma rispose: -Non lo so, ma sicuramente da oggi non siamo soli nell'universo.
Non conoscevo bene l'astronomia, non me ne ero mai interessata, perché non ne avevo avuto occasione, sapevo dell'esistenza di altri pianeti, ma non avrei mai pensato che su questi potessero abitarvi altri esseri.

Qualche settimana dopo tutto divenne più chiaro.
Non riuscivo a crederci: era stato inviato un altro computer dalla base di quel pianeta sconosciuto, in questo però avevano scritto un messaggio per noi che diceva che gli abitanti di questo pianeta sconosciuto avevano inserito una microvideocamera nel primo computer, per verificare se fosse mai arrivata sulla Terra. E così, dato che il primo computer era arrivato a destinazione, avevano deciso di inviarne un altro, questa volta però scrivendo chi erano.
"Salve a tutti, siamo gli abitanti del pianeta Notte, abbiamo scoperto la vostra esistenza attraverso l'ultima navicella spaziale che avete inviato nello spazio e da noi individuata, speriamo presto in un incontro. Saluti. Rufus, il Governatore della Notte"
 
Sarà bello incontrare altri esseri di altri pianeti, almeno così penso io.

Ma in giro, per strada, in TV, c'è una strana tensione nelle voci: l'idea di non essere gli unici e i soli non piace a nessuno.