cultura

"Elogio dell'immobilità". Ogni domenica le pillole di bellezza di Terry Olivi

domenica 16 gennaio 2011
di Terry Olivi
"Elogio dell'immobilità". Ogni domenica le pillole di bellezza di Terry Olivi

Sembra impossibile. In questi tempi così convulsi in cui l'orologio scandisce tutti i momenti della nostra giornata, segnando appuntamenti ed impegni, uno successivo all'altro, che alla fine ci lasciano sfiniti e perplessi, sembra impossibile interrompere questo turbinio di movimenti che ci stritola come una centrifuga.
Che cosa succederebbe se ci fermassimo all'improvviso?
Se congelassimo il movimento, se bloccassimo l'andare, spegnendo metaforicamente il motore della macchina, eccessivamente surriscaldata, così, in mezzo ad una via, su una panchina, in un bosco... Che cosa cambierebbe nella nostra percezione del mondo? Da quale angolo di visuale percepiremmo la realtà circostante che intanto continuerebbe a muoversi? Da quali pensieri saremmo invasi? Quali emozioni affiorerebbero?

Fermarsi immobili, seduti magari per la quantità di tempo necessaria, gli occhi aperti per scoprire la vita che si anima dinanzi a noi. Vola forse un uccello e lo seguiamo nel suo volo a cerchi concentrici e a spirali per il vasto cielo fino a che diventa un puntino, una lumaca sta passando tra l'erba, umida di perle di vetro, la rugiada non ancora evaporata, oppure, in città, seduti in silenzio, in un caffè all'aperto, guardare la gente che cammina, corre, si urta, ride, ascoltare un frammento di discussione, osservare un viso dai lineamenti particolari, quella ragazza dai lunghi capelli neri, annodati alla nuca, che ricadono morbidamente da un lato, sulla spalla destra, dove andrà? Chi la aspetterà? A che cosa sta pensando? Quale progetto, quale richiamo starà seguendo?

Uscire da noi stessi per metterci, anche se per un brevissimo periodo di tempo, nei panni degli altri, per assumere altre personalità come a teatro.
L'isolamento ci permette di lasciarci incuriosire, attirare, affascinare, anche se solo brevemente, dagli altri, da altri mondi possibili.

Fermi di fronte al mare. Sembra un paesaggio immobile. È sereno. La superficie dell'acqua riflette scintillante i raggi solari. Passa dapprima una piccola barca a motore, poi un panfilo con il suo spinnaker gonfio per il vento di libeccio, uno skate surf tutto colorato, mentre in lontananza si distingue la sagoma di una petroliera.
La luce cambia in continuazione: dapprima intensa, bianca, poi sempre più dorata e calda, il colore del mare ora è turchese e smeraldo fino a diventare un fascio di pennellate rosate nel tramonto.

Adesso possiamo tentare il viaggio estremo: essere immobili ad occhi chiusi. Siamo soli con noi stessi, con i nostri fantasmi, con i nostri ricordi, con le nostre associazioni, con la nostra ricca vita interiore che in questo contesto ha tutto lo spazio per fuoriuscire con la sua forza vitale, dirompente, lasciandoci senza fiato per la sua originalità, per le proposte inaspettate, che razionalmente mai avremmo mai immaginato.
Scoprire la vita che si anima dentro di noi.
Ed infine ad occhi chiusi, ma con la mente vuota, senza pensare a nulla: è la "meditazione" che ci conduce in dimensioni metafisiche, a scoprire la vita che si anima oltre di noi.

Dall' Incanto dell'essere, LietoColle, 2008

In questi tempi di miserie onnipresenti, violenze cieche, catastrofi naturali o ecologiche, parlare di bellezza può sembrare incongruo, sconveniente e persino provocatorio. Quasi uno scandalo.
Ma proprio per questo, si vede come, all'opposto del male, la bellezza si colloca agli antipodi di una realtà con la quale dobbiamo fare i conti.
François Cheng