cultura

"Emicrania in cattedrale". Da "Dodecapoli" di Laura Ricci qualche stralcio del racconto dedicato a Orvieto

giovedì 16 dicembre 2010
"Emicrania in cattedrale". Da "Dodecapoli" di Laura Ricci qualche stralcio del racconto dedicato a Orvieto

Da Dodecapoli

ISBN: 978-88-7848-615-7
Prezzo: €25,00EUR
Anno: 2010
formato 21x21 - pagg 158 - dodici racconti con 26 tavole fotografiche di Ambra Laurenzi


Tra luoghi dell'anima e spazi architettonici
dodici voci femminili per dodici città

Spiragli di conoscenza da "Emicrania in cattedrale". Racconto di Laura Ricci, fotografie di Ambra Laurenzi

Ecco, ci siamo, - pensò Elena svegliandosi con un terribile peso alla testa - è di nuovo una delle mie giornate di emicrania! E come in quella circostanza avveniva, ma già convinta che sarebbe stato inutile, provò ad alzarsi. Appena in piedi la situazione, come sempre accadeva, peggiorò: il peso sulla parte alta del cranio le sembrava ancor più insostenibile, le tempie le martellavano, il dolore si propagava lancinante alla nuca, e tutti i muscoli del suo corpo, quelli della gola in particolare, si ribellavano in fasci tremendamente contratti, tesi. Varcato il bagno, si aggiunsero gli immancabili conati di vomito. Conati, nient'altro, perché ormai aveva digerito, ma ognuno le tirava il ventre e il costato come se avesse dovuto espellere chissà cosa. E invece niente: bile, solo bile, nient'altro che verde liquida amara bile.
Era necessario, ogni volta, arrivare fino alla cucina e al ripostiglio. In cucina, nella credenza, c'era la valeriana: ne inghiottiva un paio di compresse. Nel ripostiglio, al fresco nell'armadietto dei medicinali, c'erano invece le supposte: quelle forti, quelle che per averle ci voleva la ricetta del medico, quelle di cui, per ogni evenienza, aveva sempre la scorta. Consapevole che ne sarebbe stata stroncata, ma senza altra scelta possibile, ne metteva una. Poi mentre la testa le girava, la luce del giorno la infastidiva, i conati di vomito aumentavano, si apprestava al solito rito del telefono: chiamare in studio, dove per fortuna lei era la manager e non la dipendente che si doveva giustificare, per avvertire che non sarebbe andata, per dare disposizione che, con le dovute scuse, le disdicessero, per quello e per i prossimi due giorni, impegni e appuntamenti... Buongiorno, qui Studio Marchini, l'architetto è desolata, dispiaciuta, mortificata, ma assolutamente non può, ha la solita tremenda selvaggia incontrollabile emicrania...
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Non riusciva ancora a dormire, mentre il dolore la sfibrava non smetteva di triturare riflessioni più o meno confuse. Basta!- si disse, chetati, fa vuoto, questa volta te la devi far passare non in due giorni, l'emicrania, ma in uno e mezzo! Non poteva assolutamente mancare infatti, il pomeriggio successivo, il concerto in Duomo...  Il sonno, quel sonno indotto e necessario delle medicine, la colse appena ebbe rinunciato ai suoi pensieri. Quando si risvegliò, a notte fonda, e poi di nuovo al mattino, era tremendamente spossata, ma il dolore si era un poco placato. Si alzò, sia pure di malavoglia, verso mezzogiorno e cominciò i suoi lenti preparativi...................
Alle quattro e mezza, l'ora giusta per cominciare ad uscire, era pronta. La luce la colpì con uno spasmo frontale, con una dolorosa contrazione delle palpebre. Inforcò gli occhiali da sole e si incamminò in direzione di Piazza Duomo. Dieci minuti, un quarto d'ora dato che non era in forma, e sarebbe stata lì: le distanze in quel microcosmo, almeno quelle fisiche, erano minime. Prese le strade secondarie e i vicoletti di cui il centro storico non era davvero scarso e, attraverso Via Cozza, Vicolo Albani e Via del Beato Angelico abbordò la Via Maitani dal lato di San Francesco.............................


Era l'ora migliore, in prossimità del tramonto, per arrivare al Duomo da quella parte, per osservare, mentre la luce del sole la rendeva ancora più candida e abbagliante, la mirabile facciata della cattedrale. La si scopriva quasi in progressione filmica avanzando dalla via piuttosto ristretta, come un dorato fastoso premio del desiderio. L'armonia celestiale dei mosaici, il fitto palinsesto delle corazioni del marmo: un'abbondanza luminosa, eburnea, fatta di sublime mai eccessivo nutrimento, delle narrazioni scabre potenti della pietra.
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Tante volte Elena aveva pensato che celava, il Duomo di Orvieto, la cifra neppure troppo segreta della sua, di ogni atavica emicrania. La breve squadrata torre di Maurizio, le piccole modeste case dei canonici da un lato, che erano state addirittura degli operai del cantiere; i palazzi papali dall'altro, imponenti ma pur sempre terreni; di fronte le residenze signorili, appena tre piani. E immensa, non solo nell'architettura verticale ma nel dispiegarsi di un papiro infinito di celesti aspirazioni, l'iconografia del Duomo......................

Era quando quella verticalità ascendente veniva frenata dalla superficie bassa e orizzontale della terra che l'emicrania si scatenava, quando il linguaggio del desiderio non trovava segni, per dirsi, nella linea piatta della quotidianità...........................................

Le venne in mente quel primo ignoto, per molti versi incompreso Maestro della Cattedrale, rimosso dal successivo soccorso di Lorenzo Maitani...........................
Ah quell'artista che aveva attinto dal profondo di sé! - aveva più volte pensato, con passione e adesione, Elena - Com'era stato simile, il suo cammino, a quello dell'autenticità, quanto ardua e altrettanto negata la sua profonda originale ricerca............................



Tra tutto, era quella corrispondenza formale tra interno ed esterno che più di ogni altro particolare l'affascinava, quelle cappelle estradossate che non avevano uguali, quella trasparente adesione tra il dentro e il fuori. Le sembrava la cifra di un raro combattuto sofferto percorso di autenticità, così unico da essere stato oggetto di una dolorosa clamorosa dimenticanza: una subdola, distratta, indifferente damnatio memoriae. Un percorso antico, plastico, e tuttavia non diverso da quell'ostinata ricerca che originava il suo malessere montante e le sue emicranie..................................

Per acquistare Dodecapoli: in libreria o sul sito delle edizioni LietoColle