cultura

Salone nazionale Agrietour. Il premio "AICARE AWARDS 2010" alla Serra "Fiordaliso" di Allerona

giovedì 18 novembre 2010

Domenica 14 novembre nella giornata conclusiva di Agrietour/Salone nazionale dell'agriturismo e dell'offerta territoriale, con Agricoltura Civica sono state premiate anche le aziende agrituristiche più virtuose dal punto di vista sociale. Cinque gli Award consegnati ad altrettante aziende che si sono distinte in agricoltura sociale, nella cura del giardino, nel rapporto tra consumatore e produttore, nel consumo critico e nelle attività di campagna.

Fra queste la Serra Didattica "Fiordaliso" con sede presso l'istituto comprensivo Muzio Cappelletti di Allerona (Ambito territoriale n. 12) che ha ricevuto il premio "AICARE AWARDS 2010" con una menzione speciale "Scatto Condiviso" all'interno della Sezione "Lampo di Genio", con la seguente motivazione: "per la voglia, l'entusiasmo, l'impegno e l'energia con cui si sono messi in gioco per condividere con gli altri la loro bellissima esperienza". Hanno ritirato il premio: Matteo Alcidi, Simone Barbaglia, Fabiano Ragnacci, Daniele Testaguzza e Tiziana Frellicca.

Scopo del premio, promosso dall'Associazione AICARE / Agenzia Italiana per la Campagna e l'Agricoltura Responsabile ed Etica, era quello di dare spazio e visibilità a questo tipo di aziende che sono sempre più in crescita in Italia. Secondo Anassagora "l'uomo è intelligente perché ha le mani".

E proprio dall'importanza che ha la manualità nel produrre un apprendimento e nel favorire l'acquisizione di conoscenze, ha preso avvio il progetto "Serra Fiordaliso". Un progetto nato dalla collaborazione tra la Cooperativa Sociale "Il Quadrifoglio" l'istituto Comprensivo di Allerona, l'Unità Operativa per la salute mentale e la riabilitazione in età evolutiva del Distretto 3 ASL 4 di Terni, i Comuni di Allerona e Castelviscardo, la Comunità Montana Monte Peglia e Selva di Meana, l'AFHCO / Associazione Familiari Handicappati Comprensorio Orvietano. Hanno condiviso il progetto, inoltre, la Provincia di Terni, l'Ambito Territoriale n. 12, il Centro Territoriale Permanente, l'Associazione per l'ambiente "Il Ginepro", il CNR di Porano, le Cooperative Sociali di tipo B, l'Università degli Studi della Tuscia / Dipartimento di Economia Agroforestale e dell'Ambiente Rurale.

"All'inizio l'idea era nata soprattutto per gli alunni - spiega la coordinatrice del progetto Tiziana Frellicca - per creare spazi diversi di apprendimento rivolti agli alunni con disabilità della scuola e per fornire possibili strumenti formativi anche una volta fuori dall'obbligo scolastico. Ma anche per fare scuola in modo diverso, avvalendosi di uno spazio dinamico per apprendere in modo attivo e partecipe, per educare alla diversità in un luogo dove tutti gli alunni avrebbero potuto lavorare insieme, alunni con disabilità e non. Poi l'attività è stata anche aperta ai ragazzi del centro socio riabilitativo 'L'albero delle Voci', centro ad integrazione socio-sanitaria gestito dalla cooperativa Sociale ‘'l Quadrifoglio'.

Così oggi il servizio è rivolto soprattutto a questi ragazzi, con ritardo cognitivo e sindrome di down. Al momento accoglie dieci ragazzi. Lo spazio serra è un luogo in cui si lavora con le piante e si strutturano lavori e percorsi ‘abilitativi', proprio perché si vuole agire sulle abilità, con il fine di far emergere le capacità. L'attività vede l'organizzazione di un vivaio di produzione di piante grasse articolato in tutele varie fasi: dalla cura alla vendita diretta. Senza differenze dal punto di vista dei risultati ma negli obiettivi che non si limitano alla sola vendita ma che vedono in essa la chiusura di un percorso. La gestione della pianta e la pianta stessa sono gli strumenti attraverso cui passa l'apprendimento. Lo spazio serra, con una serie di accorgimenti, dalla disposizione e organizzazione degli spazi - con i cartelloni e disegni per facilitare l'orientamento e l'autosufficienza di chi vi opera - è il luogo di lavoro in cui si sviluppano interazioni e relazioni (con le piante e con gli altri).

L'equipè è composta da diverse figure professionali in campo agronomico e psico-sociale che si integrano, si interrogano e confrontano per accompagnare in tale percorso. Vi sono anche gli insegnanti della scuola con cui si preparano e progettano occasioni di incontro e formazione rivolte agli alunni della scuola e contemporaneamente ai ragazzi della serra".

"Questo - conclude - per favorire scambi e creazione di relazioni, ed aumentare le possibilità di apprendimento. Altro obiettivo è quello di rendere la serra un luogo aperto. Molte sono le iniziative per portare nella serra persone interessate e clienti, sia uscire dalla serra con la partecipazione ai mercati locali. Per scelta dell'equipe, il carattere riabilitativo non deve snaturare l'ambiente di lavoro. Infatti la serra, pur dotata di particolari accorgimenti e praticabile per i ragazzi con ritardo cognitivo, non è differente da una serra di puro lavoro. Lo scopo è riabilitativo e non si rinuncia agli obiettivi strettamente terapeutici. Affinché le persone coinvolte non si sentano eternamente soggetti in difficoltà, viene proposto loro un ‘modello di lavoro' che da un lato considera attentamente le capacità e le caratteristiche di ognuno e, dall'altro non li chiude in lavori stereotipati. L'obiettivo è intervenire e valorizzare le capacità residue. In questo modo, prima di operare sull'inserimento lavorativo, si lavora sulla promozione della crescita e dell'essere/divenire adulti. Lo scopo è: imparare a lavorare, che è diverso dall'imparare un lavoro. Comprendere il senso del lavoro: non solo un diritto ed una necessità, ma anche una modalità obbligatoria per realizzare l'aspirazione all'autosufficienza e per partecipare alla vita della società. In questo modo le attività vivaistiche sono utilizzate per costruire percorsi e strumenti in grado di migliorare la qualità di vita delle persone coinvolte".