cultura

LA FESTA DI STASERA

lunedì 21 giugno 2010
di Giona Fiorin

Il soggetto che sto per descrivere è una donna ormai in là con gli anni. E' molto bassa, porta una gonna nera pece, con una camicetta molto femminile bianca con quattro bottoni visibili. Per non sembrare troppo bassa porta tacchi a spillo. Silvana, almeno credo che sia il suo nome perché è il nome del suo negozio, ha dei capelli molto ricci e molto scuri, di un colore quasi simile alla gonna. Come ogni anziano o anziana, sotto gli occhi navigano rughe molto spesse; il soggetto ha delle labbra molto minute, contornate da un rossissimo rossetto, ha un naso molto appuntito all'insù, delle orecchie piccole in confronto al resto della faccia e infine degli occhi di un verde intenso.
Porta in continuazione, da dentro a fuori dal negozio, vasi o manufatti, ha sempre qualcosa di fragile fra le mani, a parte quando parla con le sue amiche più o meno della sua stessa età .

Adesso sembra che stia guardando la strada sperando che qualche povero turista passi per ammirare la sua roba o, con un poco di fortuna, acquistare un ricordo di Orvieto.
Non sa che fare... oh guarda un po': sono riuscito a raccattare degli spezzoni di frasi:
... "Allora è tutto pronto per la festa di stasera" ... "Credo che domani verrò da te a pranzo"...
Il soggetto, anche se me ne sono accorto adesso, ha una voce molto fina quasi come quella di un bambino, credo che sia sposata perché porta un anello alla mano destra. Fino adesso ancora nessuno è entrato per comprare la sua roba; a volte esce per vedere se qualcuno per puro caso entri per comprare i suoi prodotti: a proposito, lei è molto attenta a quello che fa, sa benissimo dove deve andare ogni singolo manufatto di ceramica. Mi sono accorto di una cosa: la signora ha delle dita molto consumate per il lavoro che svolge, le mani sono venose, le unghie smaltate di bianco sono molto lunghe, e scommetto fragili da spezzare.
Sfortunatamente è salita di sopra, credo nella sua casa.


Questa notizia è correlata a:

GENTE CHE PASSA. Orvietani ritratti dal vero dalla penna degli alunni di una Scuola Media