cultura

Ultimo appuntamento per Venti Ascensionali #9, domenica 21 al Carmine, con Saverio Luzzi e "Il Virus del Benessere"

venerdì 19 febbraio 2010
Ultimo appuntamento per Venti Ascensionali #9, domenica 21 al Carmine, con Saverio Luzzi e "Il Virus del Benessere"

Domenica 21 febbraio, alla Sala del Carmine, alle ore 17.30, nell'ambito di VENTI ASCENSIONALI #9 R-Esistenze, ultimo appuntamento con un FUORI PROGRAMMA e IL VIRUS DEL BENESSERE - Ambiente, salute, sviluppo nell'Italia repubblicana, conversazione con Saverio Luzzi. Alla presentazione del libro (Editori Laterza) interverranno Piero Bevilacqua e Giuseppe M. Della Fina.

Dalla corsa all'industrializzazione alla presa di coscienza ambientalista, dall'Italia rurale del secondo dopoguerra alle manifestazioni della cittadinanza contro la Tav, il passo è lungo. Mentre con il boom economico l'ambiente si trasforma in risorsa per lo sfruttamento industriale, un fenomeno nuovo e inizialmente sottovalutato fa la sua comparsa: l'inquinamento. Occorrerà attendere il '68, e più ancora il '76 (anno dei disastri di Seveso e Manfredonia), perché l'opinione pubblica se ne avveda e ne riconosca i letali fattori di rischio. La sciagura di Chernobyl, nell'86, rappresenta un ulteriore passaggio di livello: i danni, si dice, sono divenuti globali. È l'inizio di una escalation esponenziale. Oggi la stragrande maggioranza delle patologie che ci minacciano include, tra le concause della loro vastissima diffusione, le gravi alterazioni ambientali. Saverio Luzzi racconta la prima storia sociale di oltre sessant'anni di inquinamento nel nostro Paese e le radicali mutazioni del rapporto uomo-natura.

Il libro rappresenta il primo tentativo di realizzare una storia dell'inquinamento e delle malattie ad esso correlate dalla fine della seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Ad esso si aggiunge la ricostruzione dello svilupparsi della coscienza ambientalista nel nostro Paese. Per realizzare questo affresco di storia sociale, l'autore si serve di vari gruppi di fonti: oltre alla tradizionale documentazione archivistica, infatti, egli rilegge oltre sessant'anni di storia nazionale impiegando fonti letterarie, canzoni, filmati dell'Istituto Luce e lungometraggi. Non solo, ma egli impiega anche rapporti e congressi scientifici e ricorre ampiamente alla letteratura medica, realizzando così un croisement metodologico estremamente interessante ed innovativo.

L'autore ricostruisce il rapporto tra uomo ed ambiente partendo dall'Italia dell'immediato dopoguerra. In quegli anni, la natura è sostanzialmente vista dall'uomo come una matrigna ostile, che non solo rende precaria ogni attività, ma fa sì che la stessa esistenza sia aleatoria, data la predominanza di affezioni strettamente correlate all'ambiente quali la malaria e le malattie infettive (tubercolosi su tutte). L'industrializzazione e la modernizzazione del Paese emancipano l'uomo da questo tipo di rapporto. Il settore secondario offre infatti un reddito certo a prescindere dalle avversità climatico-naturali e, anche grazie ai progressi scientifici, le patologie di tipo infettivo diventano sempre più marginali nella determinazione della patocenosi nazionale. L'industria sottomette la natura, la impiega come serbatoio di risorse per il processo produttivo. Per l'uomo si tratta della liberazione da un giogo secolare, ed egli non si avvede della nascita di un fenomeno nuovo (pur se non totalmente): quello dell'inquinamento. Meglio, se ne avvede ma lo considera un indice di progresso e non un male. A partire dalle lotte del 1968 inizia a verificarsi l'incrinatura di un quadro altrimenti compatto, ma è solo dal 1976 (anno in cui si verificano i disastri ambientali di Seveso e Manfredonia), che l'uomo inizia a vedere nell'industria non solo una fonte di crescita economica e ricchezza, ma anche un potenziale fattore di pericolo per chi vi lavora e per chi vive nelle sue vicinanze. È poi con la sciagura di Chernobyl (1986) che ci si rende conto come i rischi derivanti dalle catastrofi ambientali siano ormai globalizzati. Si arriva così ai giorni nostri, con un'ampia analisi storico-scientifica la quale mostra come le affezioni oggi preponderanti (tumori, malattie cardiovascolari, patologie degenerative quali il Parkinson e l'Alzheimer) hanno, tra le concause della loro vastissima diffusione, le gravi alterazioni ambientali causate dall'inquinamento.