cultura

Celebrazioni del Giorno del Ricordo. Colloquio tra due profughi: presentazione del libro di Diego Zandel "Il figlio perduto"

venerdì 19 febbraio 2010

Sabato 20 Febbraio alle ore 18 presso la Sala Consiliare del Comune presentazione del libro "Il figlio perduto - La mia storia dalla terra d'Istria" di Diego Zandel, in occasione delle celebrazioni del "Giorno del Ricordo".

Come anticipato nei giorni scorsi dal Sindaco di Orvieto nella comunicazione al Consiglio comunale alla vigilia della ricorrenza del "Giorno del Ricordo" (10 febbraio), per iniziativa del Comune e della Libreria dei Sette di Orvieto, Sabato 20 febbraio alle ore 18 presso la sala consiliare verrà presentato il romanzo Il Figlio Perduto di Diego Zandel (Alacràn ed., Milano). Sarà un colloquio tra due profughi, Diego Zandel e il Sindaco Antonio Concina, a cui interverrà il giornalista e scrittore Andrea Di Consoli.

Il romanzo di Diego Zandel Il figlio perduto - La mia storia dalla terra d'Istria è uscito proprio nel giorno in cui si ricordano le vittime delle foibe, ed è ispirato a un dramma realmente accaduto nella famiglia paterna dell'autore. Un breve romanzo, struggente, feroce, che racconta storie concrete di donne e di uomini, parla dei loro dolori e speranze, delle loro ansie e sogni e cerca di fare chiarezza su una delle pagina più oscure e controverse della recente storia europea. Zandel, evitando ogni pregiudizio e affidandosi esclusivamente alla propria onestà intellettuale e ai propri ricordi personali, fa i conti con una realtà complessa, che troppo spesso ancora si presta a rivendicazioni, strumentalizzazioni e revisionismi che riemergono soprattutto in occasione del 10 febbraio, Giorno del Ricordo.

La storia di un uomo, di una famiglia, di un popolo, quello istriano, aggredito ferocemente durante il secondo conflitto mondiale e drasticamente eroso dagli esodi forzati del dopoguerra. Al centro la vicenda tragica di una famiglia istriana: di un ragazzo, Giacomo, "venduto" dai suoi genitori; di un uomo alla ricerca disperata della propria paternità; di un mondo chiuso e superstizioso; di una donna vedova a cui nessuno perdona di essere prima infelice e poi felice.

"La storia del romanzo - conferma Zandel - è ispirata a un fatto familiare. Negli anni Trenta i miei nonni cedettero uno dei loro sette figli a un fratello di mio nonno che era senza figli. Di quella lontana storia, ambientata nella terra di origine degli Zandel, la zona mineraria intorno ad Albona e Arsia, non si era mai parlato in famiglia". La verità su quel fratello "ceduto" e sul suo destino la ritroviamo nelle pagine di questo libro che stringe alla gola dalla prima all'ultima pagina.

Diego Zandel è nato nel 1948 nel campo profughi di Servigliano da genitori fiumani. Ha pubblicato numerosi racconti in volumi antologici, tra cui Duca Lamberti in Crociera da Garzanti (ne Il ritorno del Duca, antologia dedicata a Scerbanenco nel 2006), Il console romeno da Einaudi (nell'antologia Omissis, 2007) e Stendhal, il carbonaro da Piemme (in History&Mistery, 2007), da cui il Teatro Stabile di Trieste ha tratto uno spettacolo di successo. Altri racconti di ispirazione istrofiumana e greca pubblicati in diverse riviste e giornali sono stati raccolti nel volume Verso Est, Campanotto, 2006. È sposato con una donna di madre greca e vive tra Roma e l'isola di Kos.