cultura

Tina Modotti

mercoledì 10 febbraio 2010
di luca filippetti

Il Messico, Edward Weston e la fotografia.
4 Agosto 1923. Edward Weston, suo figlio Chandler e Tina Modotti arrivano in Messico sulla nave Colima, salpata da Los Angeles. Dopo la rivoluzione del 1920 il paese conosce un fermento politico e culturale straordinario che attira intellettuali da tutto il mondo. Con il sostegno di José Vasconcelos, il Ministro dell'Educazione del governo messicano, artisti come Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e José Clemente Orozco stanno dando vita ad una rinascita dell'arte figurativa attraverso la realizzazione di pitture murali in tutto il paese.
Tina Modotti e Edward Weston vanno in Messico per immergersi in questa comunità vibrante di idee, di uomini e di luce. Lei lascia dietro di sé il lutto per il compagno e il padre da poco scomparsi, una breve carriera di attrice a Hollywood e una storia di povertà e sradicamento; lui una moglie, 3 figli e una reputazione crescente nell'ambito della nuova fotografia d'arte statunitense.
I due sono legati da un'intensa relazione sentimentale e da un patto: Weston sarà libero di dedicarsi al suo lavoro, Tina si occuperà della gestione del suo studio fotografico a città del Messico; in cambio, lui dovrà iniziarla ai segreti dell'arte fotografica. La casa studio dei "signori Weston" è da subito il luogo di ritrovo di un variegato mondo di artisti, rivoluzionari, aristocratici e bohemién squattrinati, simile a quello californiano ma animato da una inedita e forte tensione al rinnovamento. Si ammirano le nuove foto di Weston, si parla di politica, e si resta ipnotizzati dalla bellissima italiana che fuma la pipa, la prima donna ad indossare dei blue jeans in Messico. Fu così che Weston e la Modotti introdussero la fotografia modernista all'avanguardia messicana.

Le prime fotografie.
Tina Modotti inizia a fotografare nel 1923 e lo farà fino al 1930, quando gli eventi la costringeranno a fuggire dal paese e andare in Europa incontro al suo destino. Ad eccezione di pochissimi scatti realizzati a Berlino nel 1930, le sue fotografie brillano della luce del Messico e dei lampi di passione che segnano il suo progressivo coinvolgimento, dall'impegno sociale alla militanza politica.
Negli anni trenta dedicherà tutte le sue energie all'attività di militante del Soccorso Rosso Internazionale, rischiando la vita in missioni segrete al servizio del Comintern in sostegno ai rifugiati politici. Ma fin dal principio Tina Modotti mostra una sensibilità e una cifra del tutto personali. Se infatti l'arte fotografica di Weston è caratterizzata dalla sua perfezione tecnica e formale, la purezza essenziale delle forme e il distacco stesso del fotografo da ciò che registra sulla pellicola, le immagini di Tina Modotti sono calde, frutto di una visione ravvicinata, di un desiderio di contatto fisico con le cose, di una immediata empatia per di ciò che guarda e fotografa.
Un buon esempio: La tenda del circo, del 1924, ripresa in occasione dell'arrivo del circo russo a Città del Messico. Weston immortalò la stessa trama del tendone, trasfigurandone telo e cuciture in un pattern astratto di linee nere e superfici bianche in una composizione del tutto astratta. Tina, pur mantenendo un'inquadratura alta per catturare il gioco di linee orizzontali e verticali comprende una parte di pubblico seduto sulle gradinate, dando un senso più umano e fisico alla scena. Le stesse Rose del 1925, una delle sue immagini più note, sembrano dischiudersi difronte agli occhi di chi le sta guardando in tutta l'opulenza dei petali aperti. Si è tentati di affondare il naso e sentirne l'odore, toccarle per sentirne la consistenza e il peso. Con l'entusiasmo del neofita, Tina Modotti si distinse inoltre da Weston per il suo atteggiamento di sperimentazione più aperto e spregiudicato, cimentandosi con esposizioni multiple, fotomontaggi, tagli e ingrandimenti, in una ricerca dell'impatto e della freschezza dell'immagine anche a scapito della perfezione tecnica.

Dai Nudi agli scatti per El Machete.
Nel 1924 espose per la prima volta alcune foto, insieme a quelle di Weston. Ebbero da subito una buona accoglienza, a differenza di quelle di Weston, che suscitarono un chiassoso scandalo. Erano i famosi nudi sull'azotea, scattati sul terrazzo della casa studio mentre Tina giaceva a prendere il sole, nuda; immagini che ancora oggi incantano per l'audacità delle inquadrature e la sua bellezza splendente.
Dalle "astrazioni" dei primissimi anni, la Modotti gradualmente si dedicò sempre più attenzione ai suoi soggetti prediletti: l'arte messicana e le foto del suo Messico, con le donne indie e i loro bambini, i lavoratori e le loro mani. Sono di questi anni alcuni dei suoi scatti più famosi come Marcia dei Campesinos ( 1926 ), Donna che porta un recipiente d'Acqua ( 1926 ), Mani appoggiate sul badile ( 1927 ).
Quando nel 1926 Weston lascia il Messico per far ritorno negli Stati Uniti Tina ha già posato per gli affreschi di Diego Rivera. Di lì a poco si iscrive al partito comunista messicano. La sua casa diventa centro di rifugiati e attivisti - fra cui il ribelle Augusto Cesare Sandino - e luogo di incontri privilegiato: è in una delle tante feste che Tina presenta l'amica Frida Khalo a Diego Rivera. Tina incontra invece Julio Antonio Mella, rivoluzionario cubano in esilio che diventerà suo compagno nel 1928.
Pubblica regolarmente su El Machete - il giornale del neonato partito comunista messicano - e in altri giornali di sinistra in tutto il mondo. Alcuni dei suoi capolavori di questi anni, Falce e Martello ( 1927 ), Cartucciera, Mais e Chitarra ( 1927) La Donna con Bandiera ( 1928 ), Campesinos che leggono El Machete ( 1928 ) sono il termometro della tensione sempre più alta che agita la lotta politica del paese.

Sulla fotografia.
Gli eventi precipitano. Antonio Mella viene ucciso agli inizi del 1929 mentre passeggia di notte a suo fianco, Tina viene arrestata. Riprende a lavorare ad alcune delle sue foto più intense - il reportage sulle donne di Tehuantepec e le foto del Burattinaio ( 1929 ) - in vista della sua prima grande personale di dicembre, alla Università Nazionale di Città del Messico: in quell'occasione, per la "Prima Mostra di fotografia rivoluzionaria" presentata da Siqueiros, scrive una breve e significativa nota sulla fotografia:

Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al
mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto
sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini.
Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si
differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo,
è precisamente perché io cerco di produrre non arte, ma oneste
fotografie, senza distorsioni o manipolazioni.
(...)
La fotografia, proprio perché può essere prodotta solo nel presente
e perché si basa su ciò che esiste oggettivamente davanti alla
macchina fotografica, rappresenta il medium più soddisfacente per
registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo
che deriva il suo valore di documento. Se a questo si aggiungono
sensibilità e intelligenza e, soprattutto, un'idea chiara sul ruolo che
dovrebbe avere nel campo dello sviluppo storico, credo che il
risultato sia qualcosa che merita un posto nella produzione sociale,
a cui tutti noi dovremmo contribuire.
da Mexican Folkways, ottobre-dicembre 1929

L'esilio e l'Europa.
Gennaio 1930. Un attentato al Presidente Messicano Ortiz Rubio scatena una vasta serie di arresti negli ambienti rivoluzionari. Dopo 13 giorni di carcere, Tina Modotti viene espulsa dal Messico e imbarcata verso l'Europa.
Giunge a Berlino, dove scatta le sue ultime fotografie, per poi scomparire a Mosca, nell'anonimato della sua nuova attività di agente del Soccorso Rosso Internazionale. Lascerà tracce di sé a Parigi, e infine nella Spagna della guerra civile, dove gli amici Robert Capa e David Seymour la trovarono negli ospedali da campo ad assistere instancabilmente feriti e moribondi sul fronte.
L'epilogo della sua vita è noto, oggetto di romanzi e di molte teorie: ufficialmente Tina Modotti muore di attacco di cuore in un taxi a Città del Messico, dove si era ritirata in anonimato dopo la disfatta in Spagna. Era la notte del 5 gennaio 1942.
Sulla sua tomba, a Città del Messico, le parole di Pablo Neruda:

Tina Modotti, hermana, no duermes, no, no duermes.

Tal vez tu corazòn oye crecer la rosa
 de ayer,
la última rosa de ayer, la nueva rosa.
Descansa dulcemente, hermana.

Puro es tu dulce nombre, pura es tu fragil vida.

De abeia, sombra, fuego, nieve, silencio. espuma,

de accro, linea, polen se construyò tu ferrea

tu delgada estructura.


Tina Modotti, sorella, non dormi, no, non dormi: 

forse il tuo cuore sente crescere la rosa
di ieri, l'ultima rosa di ieri, la rosa nuova.

Riposa dolcemente, sorella.

Puro è il tuo dolce nome, pura è la tua fragile vita:
d'ape, ombra, fuoco, neve, silenzio, spuma;
d'acciaio, linea, polline, si costruì la tua ferrea,
esile struttura.

 


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