cultura

Simone Perotti dialoga con Oliviero Beha. Si inaugura giovedì pomeriggio la rassegna "Il Libro Parlante"

mercoledì 2 dicembre 2009
di Davide Pompei
Simone Perotti dialoga con Oliviero Beha. Si inaugura giovedì pomeriggio la rassegna "Il Libro Parlante"

Un manager in ascesa che ha sovvertito i suoi ritmi esistenziali e un giornalista impegnato che non sa rinunciare al fascino di poesia e teatro. Appassionato navigatore, skipper e istruttore di vela ma anche lava-barche, Simone Perotti ha creato il primo magazine d'informazione sui libri di mare. Dopo un lungo trascorso radio-televisivo-editoriale e l'attività di docente alla Sapienza, Oliviero Beha partecipa oggi alla provocatoria esperienza del nuovo "Il Fatto Quotidiano". A loro due, il compito di inaugurare il fitto calendario di incontri con i protagonisti dell'ultima stagione letteraria, offerti dall'inedita versione invernale de Il Libro Parlante, la decennale rassegna organizzata dalla Libreria dei Sette in collaborazione con il Comune di Orvieto. A moderare l'appuntamento, in programma per giovedì 3 dicembre alle ore 18 nell'accogliente atrio di Palazzo dei Sette, il primo cittadino Toni Concina.

Entrambi vantano svariate pubblicazioni sugli scaffali italiani, ma al pubblico orvietano presenteranno i loro lavori più recenti. "Adesso basta" di Simone Perotti, edito per Chiarelettere, è un manuale scaltro, veloce e profondo, colmo di aneddoti e citazioni e corredato da tabelle di budget. Ma è anche un inno alla libertà dello spirito e al cambiamento come motore dell'avventura, la parabola, francescana e autobiografica, del ricco che abbandona tutto per dedicarsi ad un'altra vita seguendo le fasi del downshifter, riducendo sprechi e consumi. "C'è dentro la mia storia - dice lui - la storia di tanti, e tutto quel che ho distillato da questi anni. Intanto mi godo il tempo, tornato lento, tornato mio. Quando morirò, che sia domani o tra chissà quanto, nessuno potrà dire che non ho vissuto tutto fino all'ultima goccia. Soprattutto, questo dubbio, questo rimpianto, non ce l'avrò io".

Confina con l'autoironia surreale della fantascienza apocalittica, il fin troppo reale "Eros Terminal" di Oliviero Beha, pubblicato da Garzanti, che affonda lo sguardo su sesso, età e potere. E sul futuro interiore di un uomo come molti, oltre la soglia della maturità, combattuto dall'avvento della grande recessione ma anche dall'incombere del tempo che tenta di contrastare attraverso una trasgressione che poco ha a che vedere con la più raffinata arte dell'eros. Un intreccio con il potere che, chiarisce l'autore "è puro consumo, modo illusorio di negarsi il decadimento fisico e di misurare il proprio fascino". In una guerra civile permanente, l'eroe senza nome dovrà portare a compimento un misterioso incarico riguardante la crisi idrica, ma anche indagare fino in fondo questo complesso, quanto mai attuale, rapporto tra sesso, potere e comunicazione.