cultura

Continua l'opera di Michail Ivanov nella Chiesa di Ospedaletto. Sarà la più affrescata della Diocesi dopo il Duomo di Orvieto. Guarda il filmato

domenica 18 ottobre 2009
di Roberto Gonnellini
Continua l'opera di Michail Ivanov nella Chiesa di Ospedaletto. Sarà la più affrescata della Diocesi dopo il Duomo di Orvieto. Guarda il filmato

Un'opera che potrebbe fare di Ospedaletto una mèta per chi ha la passione dell'arte sacra: si tratta del grande affresco al quale sta lavorando da tre anni il pittore rumeno Michail Ivanov insieme alla moglie Maria nella chiesa di San Lorenzo della frazione sanvenanzese, convocato per la prima volta tre anni fa dai sacerdoti della parrocchia territoriale, che contano molto sulla generosità dei parrocchiani per il finanziamento dell'opera.

Un progetto artistico e religioso, quindi con tutte le sue implicazioni spirituali, diventa anche un esempio di come si possa arricchire culturalmente una realtà turisticamente marginale qual è quella del Monte Peglia: San Lorenzo si appresta infatti ad ospitare un'opera d'arte destinata a durare nel tempo e in grado di attirare persone sia devote che curiose in questa zona. E una chiesa di campagna riuscirà a scampare da un destino di chiusura fuori dai giorni canonici delle celebrazioni religiose.

Uno sguardo alla grandiosità dell'opera - quando sarà terminata avrà un'estensione di 500 metri quadrati - fa scattare l'idea di avere a che fare con un "giotto" della contemporaneità, un "Giotto dei Balcani": Ivanov è infatti specializzato in questo genere di affreschi ed è uno studioso di storia sacra. L'affresco è realizzato con una tecnica (detta a umido) molto antica : viene adoperata la calce spenta, si fa un impasto in cui si mescolano anche pezzetti di canapa che servono come intelaiatura per evitare che nel tempo le crepe rovinino l'opera.

Con il mese di settembre è iniziato il terzo ciclo pittorico, dalla parte alta della parete sud, con il vecchio testamento: la vicenda di Giona e la balena, di Elia salito al cielo sul carro di fuoco, la torre di Babele e il sacrificio di Noè. Al centro, sempre a sud, continua la storia del nuovo testamento, Gesù con i bambini ("sinite pargulos venire ad me"), il Salvatore che cammina sulle acque del lago, la resurrezione di Lazzaro, la lavanda dei piedi. In basso (da sinistra) si può ammirare l'Ultima cena, il Cristo che prega nell'uliveto con il mondo ai suoi piedi. E ancora il tradimento di Giuda; in ultimo il Nazzareno davanti a Pilato. A fianco all'abside la Resurrezione di Cristo. La linea delle finestrelle verrà caratterizzata dalla raffigurazione delle chiese sparse per il territorio di San Venanzo: Rotecastello, Ripalvella, Morrano, Prodo, Bagni e l'antico convento francescano della Scarzuola a Montegiove di Montegabbione.

In totale verranno realizzati quattordici quadri per ogni lato oltre all'abside e alla parete dell'entrata.
A lavori ultimati la chiesa sarà, dopo il Duomo orvietano, quella più affrescata della Diocesi di Orvieto.