cultura

"Il Viaggio". Il programma della Stagione teatrale 2009-2010

venerdì 18 settembre 2009
"Il Viaggio". Il programma della Stagione teatrale 2009-2010

Teatro Mancinelli
STAGIONE TEATRALE 2009-2010

Il Viaggio


Sabato 3 ottobre ore 21 Fuori abbonamento
TEATRO LIRICO SPERIMENTALE DI SPOLETO
RIGOLETTO
di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave
con gli interpreti, l'Orchestra e il Coro del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto
direttore Carlo Palleschi
regia Marco Carniti
scene Carlo Centolavigna
costumi Maria Filippi
Maestro del Coro Andrea Amarante
produzione Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto

Potere, sentimento, gelosia, vendetta: questi gli ingredienti di "Rigoletto", il primo dei capolavori di Giuseppe Verdi che compongono la cosiddetta "trilogia popolare" ("Rigoletto", "La Traviata", "Il Trovatore"). Un capolavoro che vede al proprio centro la figura di un gobbo, giullare di professione, cui tocca vivere un doloroso calvario. Rigoletto, buffone e quindi essere socialmente inferiore, non può accedere al diritto di un'amante "bella", come era creduta la figlia Gilda, che gli viene rapita e umiliata nell'onore e nella purezza dei sentimenti. Nel melodramma in tre atti la centralità del "diverso", del protagonista deforme, diventa la molla drammaturgica che scuote la morale dell'epoca e l'ipocrisia politica che è di tutti i tempi. Tratto dal dramma di Victor Hugo "Le Roi s'amuse", l'opera è pervasa da un'energia emotiva e psicologica interamente maschile, dove viene lesa la dignità di un capro espiatorio, in un "atto gratuito" e brutale. Un gioco crudele tra uomini in stile goliardico militaresco. Allievo di Giorgio Strehler, Carniti (regista teatrale, cinematografico e televisivo) legge in chiave moderna la vicenda del capolavoro verdiano, costruendo una riflessione sul concetto di "diversità" ai nostri giorni: il suo "Rigoletto" è raccontato e interpretato da un branco, una banda di bulli, forse soldati, forse carcerati, che decidono di mettere in scena questa storia tra di loro, per puro divertimento, identificando nel gruppo il debole, il diverso, per poi poterlo umiliare di fronte a tutti.


Sabato 31 ottobre ore 21
GLAUCO MAURI ROBERTO STURNO
IL VANGELO SECONDO PILATO
di Eric-Emmanuel Schmitt
traduzione Stefania Micheli
con Glauco Mauri, Roberto Sturno, Marco Blanchi
adattamento e regia Glauco Mauri
scene Mauro Carosi
costumi Odette Nicoletti
musiche Germano Mazzocchetti
produzione Compagnia Mauri Sturno

La diffidenza, l'incredulità, lo scontro filosofico tra Fede e Ragione rappresentano il pilastro di questo dramma intenso, portato in scena da Glauco Mauri, interprete, regista e curatore del testo. "Il Vangelo secondo Pilato" è un'opera che propone un punto di vista inedito sulla vita e la passione di Gesù; un testo profondo, alto, che solo due grandi del teatro italiano come Mauri e Sturno (Gesù e Pilato) potevano decidere di affrontare. Nato come romanzo, dopo un eccellente successo editoriale Schmitt ne ha fatto una versione teatrale in due parti. Nella prima ("La Notte degli Ulivi"), prologo e antefatto della seconda, al centro della scena c'è un Gesù fuori dagli schemi. Il mondo lo osanna come il Messia e attende da lui gesti e parole di saggezza, eppure lui non si sente un profeta, ma solo il figlio di un falegname. Quello che Gesù narra è il percorso individuale che ogni essere umano si trova a vivere nella propria esistenza. Paure, dubbi e crisi d'identità affliggono il Figlio di Dio in quanto uomo. La seconda parte dello spettacolo ("Il Vangelo secondo Pilato") è l'indagine che Pilato compie sulla scomparsa del corpo di Gesù. Un'inchiesta che si dipana nei meandri di Gerusalemme e, nello stesso tempo, nel labirinto della coscienza di Pilato. Egli interroga, indaga con lucida razionalità ma non riuscirà a risolvere i suoi dubbi. Il "Vangelo secondo Pilato" è una meditazione, un interrogativo, una commossa poesia sull'uomo Gesù. Il viaggio di Pilato sarà per lui un percorso all'interno della propria coscienza, al termine del quale, forse, egli sarà in grado di accettare l'esistenza, nel suo mondo imperniato sulla logica, del mistero di fede.


Venerdì 13 novembre ore 21
MONICA GUERRITORE
DALL' "INFERNO" ... ALL' "INFINITO"
performance-evento di Monica Guerritore
da Dante Alighieri ad altri grandi poeti
produzione Argot

Un leggio, un tavolino con una candela accesa, una sedia. C'è solo Monica Guerritore, forte personalità della scena, a riempire il vuoto del palcoscenico. Lei e la suggestione della sua parola che evoca letture note e meno note, da Dante a Morante, da Pasolini a Pavese, passando per Leopardi e Patrizia Valduga, uomini e donne che hanno impresso con pregio, forza e passione, parole inconfutabili riguardo all'essenza umana. A fare da filo conduttore è la ricerca dell'io, una dolorosa e faticosa ricerca attraverso una lingua universale che è quella dell'anima. E' un viaggio, quello di Monica, che comincia dall'inferno, quello dantesco, perché proprio come Dante la Guerritore fa un cammino spirituale, ha bisogno di rinnovarsi interiormente e vuole farci partecipi di questa "renovatio" attraverso un'esperienza straordinaria, «oltranzosa», a partire proprio dal mondo ultraterreno. E' il mondo dei morti, del lutto, del dolore, è il nostro inferno, fatto di passioni, amori, illusioni, senza il quale però l'esistenza stessa non avrebbe significato: senza la morte non sapremmo cos'è la vita.
E così, dalle tenebre infernali che avvolgono personaggi come Paolo e Francesca e il conte Ugolino, la Guerritore ci conduce al dolce naufragio delle passioni e delle sensazioni, al recupero della vita attraverso il rapporto con "la madre", con l'inconscio, verso una libertà assoluta.


Domenica 29 novembre ore 17.30
PAMELA VILLORESI DAVID SEBASTI
MARLENE
di Giuseppe Manfridi
con Pamela Villoresi, David Sebasti, Silvia Budri, Cristina Sebastianelli
e la partecipazione di Orso Maria Guerrini
regia Maurizio Panici
scene Andrea Taddei
costumi Lucia Mariani
musiche originali Luciano Vavolo
canzoni di F. Hollander, N. Schultze, P. Siger, L. Brown, B. Bacharach
produzione Associazione Teatrale Pistoiese - Argot

Nei panni di Marlene Dietrich, Pamela Villoresi è l'icona della sensualità, la musa ispiratrice, la diva "maledetta", "l'angelo azzurro" per eccellenza, che esprime una femminilità tanto erotica quanto inafferrabile. La testimonianza drammaturgica di una "via crucis" esistenziale, quella della protagonista, che lo spettacolo accompagna dagli anni ruggenti del suo fulgore fino alla vecchiaia. Un percorso impervio che, nel testo di Manfridi, mira a scarnificare la personalità contorta e controversa dell'attrice, restituendone non tanto la biografia pubblica quanto piuttosto l'intimità privata, più segreta e riservata. Ne scaturisce un ritratto inquietante, segnato da un destino che, sia pure nell'apparenza dorata del mito cinematografico, ha qualcosa di sinistro, di nefasto. Nel primo atto Marlene è una donna rigogliosa, all'apice del successo, circondata da una corte di amanti, con un marito confinato sullo sfondo e una figlia che resterà con lei fino gli ultimi giorni, ma con cui avrà sempre un rapporto conflittuale. La ritroviamo radicalmente trasformata nel secondo atto, cupa e sola, una donna ormai ridotta alla resa dei conti con l'inevitabile declino.
Un'icona, una star, un mito, ma in realtà una donna fragile e ostinata, che compie fino in fondo la parabola della sua esistenza, senza potersi risparmiare il dolore e la condanna all'infelicità.
Lo spettacolo prevede un'importante presenza musicale, con l'esecuzione di alcuni brani resi celebri dalla Dietrich: su tutti, "Lilì Marlene".


Sabato 5 dicembre ore 21
Domenica 6 dicembre ore 17.30
CARLO GIUFFRE' ANGELA PAGANO
I CASI SONO DUE PRIMA NAZIONALE
di Armando Curcio
con Carlo Giuffrè, Angela Pagano, Ernesto Lama, Vincenzo Borrino, Paola Verrazzo, Pier Luigi Iorio, Danilo della Calce, Gennaro Di Biase, Vincenzo La Marca
regia Carlo Giuffrè
scene e costumi Aldo Terlizzi musiche Francesco Giuffrè
produzione Diana Oris

Carlo Giuffrè mette in scena uno spettacolo che affonda le radici nella grande tradizione del teatro napoletano, per mantenere vivo nella coscienza e nel cuore degli spettatori, con un marchio costante e inconfondibile di intelligenza critico-storica, il patrimonio di questo meraviglioso repertorio. Un capolavoro di comicità praticamente irresistibile, di scintillante malinconia. Ideata nel 1941 da Armando Curcio, la commedia, interpretata in passato anche da Peppino ed Eduardo De Filippo, narra di un barone che ritrova il figlio illegittimo molto più vicino di quanto non pensasse: è il suo cuoco scansafatiche, riconosciuto, alla fine, grazie ad una "voglia" inconfondibile. Finale a sorpresa, come si conviene. Lo spettacolo, presentato al Mancinelli in Prima Nazionale, è una farsa dal ritmo scoppiettante che si serve della comicità dell'equivoco e di situazione per esaltare le indiscusse qualità professionali di Carlo Giuffrè e Angela Pagano, custodi di una tecnica attoriale straordinaria, piena di sfumature e registri, che affonda le proprie radici nell'inesauribile tradizione del teatro comico napoletano.


Domenica 13 dicembre ore 17.30

Venerdì 11 e sabato 12 dicembre ore 10.30 matinée
EDOARDO SIRAVO ALESSANDRA FALLUCCHI
IL CAMBUSIERE
di Giuseppe R.Baiocco
con Edoardo Siravo e Alessandra Fallucchi
regia Maurizio Panici
scenografia Francesco Ghisu
costumi Lucia Mariani
musiche Francesco Giuffrè
brani lirici cantati da Simonetta Chiaretti accompagnata dal M° Sean Kelly
aiuto regia Marzia G. Lea Pacella
luci Roberto Rocca
video Andrea Giansanti
produzione Associazione Te.Ma. - Associazione Te.Bo.

A cavallo tra il secolo del positivismo, l'Ottocento, e quello del dubbio, il Novecento, un umile cuoco di provincia viene chiamato dal Duca Amedeo d'Aosta per una spedizione impossibile. Il Polo Nord, estremo geografico e psicologico, ha attratto sin dal Cinquecento potenti e navigatori d'ogni luogo. Anche l'Italietta dei Savoia tenta la sorte per battere il record di permanenza ai confini del possibile, sperando di trovare il passaggio a Nord Ovest. Igino Gini, nato ad Acquapendente e vissuto in parte a Orvieto, viene chiamato a bordo della Stella Polare a sostituire un cuoco norvegese. Fra mille disavventure, tre compagni che spariscono nel nulla, il cibo che scarseggia e costringe i venti uomini a uccidere e mangiare orsi e cani da slitta, la forte incertezza che la nave danneggiata dai ghiacci riesca a riprendere il mare per il ritorno, il Cambusiere vive l'acme della sua vita in un posto dove l'uomo è mal tollerato da una natura ostile e impervia. A fare da contraltare al Cambusiere c'è, in scena, la Figlia, tutt'ora vivente, che ripercorre la storia con emozione e distacco critico al tempo stesso. Diretti da Maurizio Panici, Edoardo Siravo e Alessandra Fallucchi dipanano le esistenze di personaggi veri, alle prese con la voglia di infinito che permea il percorso terreno di ciascuno di noi.
"Il Cambusiere" di Giuseppe R. Baiocco, autore emergente, ha ricevuto una segnalazione al "Premio Fersen 2008 per la promozione e la diffusione della drammaturgia contemporanea italiana", presieduto da uno dei più illustri critici teatrali italiani, Ugo Ronfani, scomparso recentemente.

 

Sabato 19 dicembre ore 21
CROATIAN NATIONAL BALLET THEATRE
LO SCHIACCIANOCI
musiche Piotr Ilich Chaikovskij
coreografie Bozica Lisak (vers. W. Orlikowski - Marius Petipa)
costumi Barbara Bourek
scenografia Dinka Jeričević
luci Zoran Mihanovic
produzione L. P. Organizzazione spettacoli

Reduce dal successo di pubblico registrato nella stagione invernale 2008-2009, il Croatian National Ballet Theatre, diretto da Almira Osmanovich, ritorna in Italia con "Lo Schiaccianoci", balletto classico della migliore tradizione russa. Il corpo di ballo, di rigorosa formazione accademica, porta in scena, in maniera autentica, tutta l'emozione e il romanticismo dell'interpretazione di un sogno mentre le tradizionalissime luci e le affascinanti musiche di Chaikovskij richiamano la suggestiva atmosfera natalizia tra incantevoli fiocchi di neve. Alla vigilia di Natale il borgomastro di Norimberga decide di festeggiare attorno all'albero con la moglie e i due figli, Clara e Fritz. Drosselmeyer, un misterioso personaggio, tra numeri di magia e atmosfere oniriche, regala a Clara uno schiaccianoci di legno a forma di soldatino. Felice per il dono ricevuto, la piccola si addormenta stringendo il suo schiaccianoci tra le braccia. La magia la farà volare in un mondo fantastico, dove il suo schiaccianoci si trasformerà in un bellissimo principe. I ballerini, alternandosi in affascinanti passi a due e coreografie di fila, danno prova del loro grande talento e della loro solida preparazione. Lo spettacolo riesce a mantenere inalterata la magia e la dolcezza di quei passi di danza in punta di piedi giunti fino a noi dalla più autentica tradizione russa.


Sabato 9 gennaio ore 21 Fuori abbonamento
MASSIMO RANIERI
CANTO PERCHE' NON SO NUOTARE...DA 40 ANNI
testi Gualtiero Peirce e Massimo Ranieri
regia e scenografia Massimo Ranieri
con un'orchestra e un corpo di ballo interamente al femminile
con la partecipazione straordinaria di Federico Pisano e Badara Seck
coreografia Franco Miseria
costumi Giovanni Ciacci
disegno luci Maurizio Fabretti
produzione RAMA 2000 international

In tournée dal 2007, lo show, che ha superato le 350 repliche, ripercorre i 40 anni di carriera di Massimo Ranieri svelando aneddoti e teneri ricordi d'infanzia che porteranno il pubblico a rivivere atmosfere lontane di un'Italia "povera, ma con le scarpe lucide".
Accanto ai suoi brani più famosi, da "Rose rosse" a "Se bruciasse la città", da "Vent'anni" a "Erba di casa mia" e "Perdere l'amore", Ranieri interpreta nello spettacolo molte canzoni del repertorio classico napoletano e alcuni dei brani più noti di altri cantanti indimenticabili. Lo spettacolo teatrale è un omaggio alla sfera femminile (un'orchestra e un corpo di ballo di sole donne), ed è nato dalla fusione tra il doppio album "Canto perchè non so nuotare...da 40 anni", (dove Ranieri ripropone una raccolta dei suoi maggiori successi duettando con talentuose vocalità ed interpreta 14 brani dei più grandi cantautori italiani, come Battisti, Lauzi, Battiato, Endrigo, Paoli...), e la trasmissione televisiva "Tutte donne tranne me", andata in onda su Raiuno nel gennaio 2007.
L'interprete napoletano non mancherà di raccontarsi e raccontare, come solo lui sa fare, le tappe significative della sua vita attraverso simpatici aneddoti e piacevoli chiacchierate con il pubblico. E' il suo essere poliedrico, e l'essere, allo stesso tempo, attore, cantante e conduttore, che fanno di "Canto perché non so nuotare...da 40 anni" non solo un concerto ma uno vero e proprio show.


Martedì 19 gennaio ore 21
MASSIMO VENTURIELLO TOSCA
LA STRADA
tratto dall'omonimo film di Federico Fellini
di Tullio Pinelli e Bernardino Zapponi
con Massimo Venturiello, Tosca, Camillo Grassi, Franco Silvestri, Barbara Corradini, Gabriella Zanchi, Dario Ciotoli, Chiara Di Bari
regia Massimo Venturiello
scene Alessandro Chiti
costumi Sabrina Chiocchio
musiche Germano Mazzocchetti
testi delle canzoni Nicola Fano e Massimo Venturiello
produzione La Contemporanea S.r.l./Compagnia Mario Chioccio in collaborazione con Asti Teatro 30 e Fondazione Fellini

In uno spettacolo che è sintesi di cinema, musica e teatro, i due protagonisti, la cantante Tosca e Massimo Venturiello (quest'ultimo nella doppia veste di interprete e regista), si confrontano con "La strada" di Federico Fellini (pellicola del 1954 interpretata da Anthony Quinn e Giulietta Masina), che vinse l'Oscar come miglior film straniero e fece uscire il grande regista dai ristretti confini nazionali. Una versione squisitamente teatrale che si sposta in una dimensione poetica che va oltre la sfera realistica del film grazie alle musiche che accompagnano l'intero spettacolo.
Nel dramma musicale da una parte il difficile, quasi impossibile, rapporto tra Zampanò, rozzo saltimbanco che viaggia attraverso le realtà più sparute dell'Italia ancora contadina ed ingenua degli anni Cinquanta esibendosi in improbabili prove di forza, e Gelsomina, sua compagna di viaggio e lavoro, dall'indole gioviale e ingenua che subisce il terribile carattere di Zampanò nel quale il barbaro istinto di sopravvivenza guida ogni sua azione; dall'altra, il mondo in cui si muovono (la ‘strada', appunto) in mezzo a persone che forse hanno in comune solo la ricerca disperata della sopravvivenza. Il collante è, come nel film, il Circo, che assume qui una valenza narrativa diversa, al servizio di una messa in scena che si propone di ‘mostrare', anche con una certa violenza, la tragedia quotidiana di un'umanità forse meno lontana da noi di quanto pensiamo.
Il "Premio ETI 2009 - Gli Olimpici del Teatro" ha assegnato allo spettacolo tre premi: commedia musicale originale, musiche, costumi.

 

Domenica 31 gennaio ore 17.30
Lunedì 1 febbraio ore 10.30 matinée
EMILIANO PELLISARI STUDIO
INFERNO
di Emiliano Pellisari
cast sei danzatori/acrobati
musiche originali (etno, world, classica...)
voce recitante Vittorio Gassman
in collaborazione con Teatro Stabile dell'Umbria - UMBRIAinDANZA 2010
produzione Dedalo produzioni

Un incredibile viaggio nel mondo degli inferi attraverso sei danzatori acrobati che sfidano le leggi della fisica trasformando lo spazio teatrale in una nuova dimensione, quella del sogno. Una performance unica, dove reale e virtuale si mescolano in un caleidoscopio di immagini sorprendenti ispirate dai più famosi canti della Divina Commedia di Dante Alighieri, recitati dall'indimenticabile voce di Vittorio Gassman.
Immagini straordinarie si materializzano nel buio in una carrellata senza sosta di effetti: schiere di dannati cadono al suolo come foglie, angeli e demoni si affrontano nello spazio scenico in duelli virtuali, anime nuotano nel limbo e, impazzite dal dolore, camminano sui muri e saltano sui soffitti. Ma ci sono anche anime dolci e struggenti come Paolo e Francesca, i cui corpi si animano nell'aria, sciolti dai vincoli della gravità, in un mondo dove il sopra e il sotto, l'alto e il basso sono aboliti. Lo spettacolo, dove il disegno della luce, la musica e gli effetti speciali si coniugano con la danza, l'atletica circense e la mimica, è una costruzione in piena sintonia con lo stile del suo creatore Emiliano Pellisari, conoscitore esperto del teatro fantastico del rinascimento e delle invenzioni meccaniche seicentesche. Pellisari è stato ideatore di spettacoli di successo nazionale come Daimon, Nogravity, Comix e autore di performance per eventi speciali internazionali.


Domenica 14 febbraio ore 17.30

ISA DANIELI
ECUBA
di Euripide
con Isa Danieli, Franco Acampora, Fortunato Cerlino, Ciro Damiano, Niko Mucci, Imma Villa, Raffaele Ausiello, Caterina Pontrandolfo, Autilia Ranieri, Daniela Vitale
adattamento e regia Carlo Cerciello
scene Roberto Crea
costumi Daniela Ciancio
musiche Paolo Coletta
luci Cesare Accetta
produzione Gli Ipocriti

Scritta intorno al 424 a.C. "Ecuba" porta sulla scena gli esiti dolorosi della guerra di Troia: la sconfitta e l'annientamento della casata di Priamo, le sofferenze delle donne, che nel conflitto perdono patria, famiglia, casa.
A Euripide si deve la creazione di una serie di grandi figure femminili, problematiche ed inquietanti, in cui la sensibilità tormentata, a volte torbida, non può e non sa trovare nelle facoltà razionali soluzioni equilibratrici. La messa in scena curata da Carlo Cerciello vede Isa Danieli nei panni di una Ecuba moderna, una donna che percorre un impervio cammino: prigioniera affranta che contempla disarmata le proprie sciagure, abile oratrice che mette alle corde il tracotante nemico, sovrana che reindossa una maschera di dignità. Combatterà la violenza, accecata dal desiderio di vendetta per la perdita dei figli e, dando continuità ad una guerra lunga ed interminabile, sarà una macchina di morte in grado di progettare e mettere in pratica una sanguinosa resa dei conti. Restituendone una versione atemporale, Isa Danieli affronta la tragedia di Euripide interpretando una Ecuba che reclama una modernità che riporta alle donne che, ferite dalla guerra, pretendono giustizia da quel mondo di uomini che ne ha calpestato la dignità.


Sabato 20 febbraio ore 21
Fuori abbonamento
MAURIZIO BATTISTA
FACCIO TUTTO DA SOLO
testi Maurizio Battista e Stefano Fabrizi
produzione AB management
in collaborazione con Alessandro Rossi e "Risate & Risotti"

Mitico comico romano noto per i suoi show teatrali ma soprattutto per le sue apparizioni a Buona Domenica, Colorado, Assolo e la Tintoria, Maurizio Battista torna in scena proponendo un nuovo one man show alla sua maniera con battute improvvisate, satira di costume e coinvolgimento del pubblico in sala. Nel suo esilarante percorso alla ricerca del lato ironico che nasce dall'osservazione della realtà di tutti i giorni, Battista legge notizie improbabili tratte da quotidiani e riviste più o meno autorevoli, osserva con occhio critico il mondo che ci circonda argomentando con arguzia sui problemi che affliggono il povero italiano alle prese con un governo invisibile e con una burocrazia inetta.
Sotto il ghigno umorista del cabarettista romano finiscono indifferentemente la classe politica, il giornalismo dilettantesco e disinformato, gli istituti di credito, i programmi televisivi, matrimoni instabili, mariti infedeli, mogli depresse, suocere impossibili...
In questa dimensione il recital riesce ad offrire molti momenti di sano divertimento, soprattutto quando il dialogo tra il palco e la platea si fa serrato e il comico, che coinvolge e appassiona grazie alla frizzante parlata romana e alla grande verve istintiva, interloquisce con un pubblico già ben disposto alla risata.


Sabato 27 febbraio ore 21
Domenica 28 febbraio ore 17.30
NERI MARCORE'
UN CERTO SIGNOR G
dall'opera di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
con Neri Marcorè
regia Giorgio Gallione
al pianoforte Silvia Cucchi e Vicky Schaetzinger
elaborazione musicale Paolo Silvestri
scene e costumi Guido Fiorato luci Aldo Mantovani
produzione Teatro dell'Archivolto in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber

"Un certo signor G" è l'occasione per rileggere, rivisitare, re-interpretare l'opera di Giorgio Gaber. A più di 35 anni di distanza (Il signor G nasce nel 1970), Neri Marcorè si accosta ad un personaggio, ad uno stile, ai contenuti e ai linguaggi di un artista geniale ed innovatore.
Un'esplorazione nel beffardo, paradossale, buffonesco mondo della maschera di uomo comune che si interroga, comicamente impotente, sul senso della propria vita, sempre sfiorata dal pericolo dell'imbecillità e del qualunquismo. Ispirandosi e riproponendo le prime esperienze teatrali di Gaber, quelle di "Dialogo tra un impegnato e un non so", "Far finta di essere sani", "Anche per oggi non si vola" (siamo tra il 1970 e il 1974), fino all'ultimo disco del 2003, rifacendosi alle forme del ‘teatro canzone', geniale intreccio di monologhi e melologhi, musica e canzoni, Neri Marcorè è il signor G; solo sul palcoscenico, accompagnato da due pianiste, a riscoprire un'opera, quella di Gaber e Luporini, da considerare un'invenzione senza tempo di scadenza; un classico moderno che tra ironia, malinconia, istanze civili e comico paradosso si interroga sui destini dell'uomo in bilico tra utopia, impotenza, razzismo, amore, consumismo, paura e sogno. Un individuo che rischia di perdere i pezzi e che soffre, ci dice Gaber, dei mali più comuni e alla moda: nevrosi acuta, condizionamento totale, visione delle cose vicino allo zero: una persona normale insomma.


Sabato 6 marzo ore 21
PASIONES COMPANY
DIVINO TANGO
regia Adrian Aragon
libretto e coreografie Adrian Aragon, Erica Boaglio
ballerini Adrian Aragon, Erica Boaglio, Daniel Oviedo, Leticia Fallacara, Agustin Agnez, Marcela Conti, Pablo Valez, Daniela Kizyma, German Filipeli, Roci'o Leguizamòn, Leonardo Pankow, Magdalena Guitierrez
disegno e realizzazione costumi Ana Rojo, Carolina Paez Padrò, Erica Boaglio
disegno scenografie Ana Repeto
disegno luci Nino Sacinto
produzione Aragon Boaglio Producciones S.A.

Ultima produzione di Pasiones Company, "Divino Tango" porterà al Mancinelli due "tangueros" d'eccezione, Adrian Aragon ed Erica Boaglio, ballerini di fama internazionale capaci di catturare ed ammaliare le anime degli spettatori. Uno spettacolo elegante, sensuale e di alto impatto emotivo, dove il filo della storia ci porta alle meravigliose ed affascinanti scene di una Argentina viva, piena di speranza.
Aragon e la sua compagnia, protagonisti indiscutibili di uno spettacolo mozzafiato che fulmina i sensi, si muovono tra luci, coreografie e musiche articolate.
Classico e contemporaneo al tempo stesso, "Divino Tango" è una magistrale creazione con una messa in scena superba, agile e struggente. Storie in bianco e nero o colorate dalla passione.
La colonna sonora è stata accuratamente selezionata al fine di portare ad ogni coreografia gli elementi sensibili che la storia richiede. Carlos Gardel, Astor Piazzolla, Francisco Canaro, affiancati alle nuove creazione di Luis Corallini, danno personalità all'opera.

 

Domenica 28 marzo ore 17.30
BALLETTO DI ROMA
OTELLO
interpreti Giovanni Ciracì, Claudia Vecchi, Placido Amante, Marco Bellone, Azzurra Schena
coreografia Fabrizio Monteverde
musiche Antonin Dvořák
scene Fabrizio Monteverde
costumi Santi Rinciari
light designer Emanuele De Maria
maître de ballet e assistente alle coreografie Sarah Taylor
in collaborazione con Teatro Stabile dell'Umbria - UMBRIAinDANZA 2010
produzione Balletto di Roma

Noto coreografo dotato di fervente curiosità, Fabrizio Monteverde riesce a costruire spettacoli di grande fascino, unendo la ricerca coreografica e la qualità dei danzatori dell'energico Balletto di Roma, diretto dal M° Walter Zappolini.
Dopo il notevolissimo successo di critica e pubblico riscosso nelle scorse stagioni dal suo "Giulietta e Romeo" (oltre 370 repliche per un totale di circa 300.000 spettatori), Monteverde torna con una nuova versione dell'Otello (su musiche di Antonin Dvořák), in cui rivisita il testo shakespiriano lavorando soprattutto sugli snodi psicologici che determinano le dinamiche dei rapporti, quanto mai ambigui e complessi, nel triangolo Otello-Desdemona-Cassio. L'ambientazione costante in un moderno porto di mare è un omaggio a Fassbinder e agli sgargianti fotogrammi del suo "Querelle" e chiarisce e amplia l'intuizione di base: Otello è ed è sempre stato un diverso, un outsider, non tanto per il colore della pelle quanto per il suo essere straniero, ovvero una persona abituata ad altre regole del gioco, ma è anche vero che la banchina di un porto è una sorta di zona franca, un limbo dove si arriva o si attende di partire, un coacervo di diversità dove tutte le pulsioni vengono pacificamente accettate come naturali e necessarie proprio per il semplice fatto che, nel continuo brulicare del ricambio umano, lo straniero, il diverso, il barbaro non esistono. Otello ben si presta alla lettura elaborata da Monteverde, dove anche certe forzature enfatiche di Dvořák trovano una loro pertinente e salutare collocazione fungendo spesso da sottile contrappunto ironico all'azione dei personaggi.


Mercoledì 31 marzo
ore 21 Fuori abbonamento
GIOBBE COVATTA
TRENTA
produzione Sosia&Pistoia
in collaborazione con Alessandro Rossi e "Risate & Risotti"

Appuntamento importante con l'umorismo e il divertimento. Comico, attore, scrittore, Giobbe Covatta, uno degli uomini di spettacolo più originali nel loro stile, si lascia ispirare dalla Carta dei diritti dell'uomo per la sua ultima affabulazione. Trenta sono gli articoli di cui si compone la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dall'ONU il 10 dicembre 1948; trenta articoli che sanciscono i diritti individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali di ogni persona.
Vi si proclama che nessuno può essere fatto schiavo o sottoposto a torture, che nessuno dovrà essere arbitrariamente arrestato, incarcerato o esiliato.
Vi si sancisce anche che tutti hanno diritto ad avere una nazionalità, a contrarre matrimonio, a possedere dei beni, a prendere parte al governo del proprio paese, a lavorare, a ricevere un giusto compenso per il lavoro prestato, a godere del riposo, a fruire di tempo libero e a ricevere un'istruzione. In chiave ironica (ma non troppo), come nel suo stile, Giobbe prosegue la sua riflessione sui diritti fondamentali dell'uomo, raccontando con sarcasmo di chi questi diritti li ha solo sulla carta... scoprendo che questo avviene anche più vicino di quanto possiamo immaginare.
Dopo "Melanina e Varechina" e "Seven", Giobbe presenta un nuovo spettacolo dedicato alla comicità sociale, stile ormai proprio del grande comico napoletano.


Martedì 13 aprile ore 21 Fuori abbonamento
MOMIX
BOTHANICA
ideato e diretto da Moses Pendleton
co-direttore Cynthia Quinn
interpreti Tsarra Bequette, Jennifer Chicheportiche, Simona Di Tucci, Sarah Nachbauer, Cassandra Taylor, Joshua Christopher, Jon Eden, Donatello Iacobellis, Robert Laqui, Steven Marshall
costumi disegnati da Phoebe Katzin, Moses Pendleton e Cynthia Quinn
realizzati da Phoebe Katzin
disegno luci Joshua Starbuck e Moses Pendleton
proiezioni video Moses Pendleton montaggio video Woodrow F. Dick III
direttore tecnico Gianni Melis
direttore di scena Corrado Verini

Frutto di cinque anni di lavoro del famosissimo Moses Pendleton, il nuovo spettacolo dei Momix ricrea le meraviglie della natura, del mondo vegetale. Un invito a proteggere il pianeta dalle costanti e irragionevoli incursioni disequilibratrici dell'uomo.
Geniale coreografo "ecologico", questa volta Pendleton presenta, dopo il notturno ed ''alieno'' "Sun Flower Moon", un viaggio dentro una natura meravigliosa e affascinante.
Con il suo usuale e ineguagliabile linguaggio visuale e coreografico, suggestivo e seducente, Pendleton propone trepidanti mondi nascosti, costantemente in fermento; con delicatissimo umore si addentra fino ad esplorare la sessualità delle api o l'algida voluttuosità di creature arcane.
Stupefacenti ed emozionanti, i Momix presentano uno spettacolo inebriante e struggente, che ci farà soffermare forse un attimo sulla bellezza e la meraviglia di un mondo da preservare.
Conosciuta in tutto il mondo per i suoi spettacoli di eccezionale inventiva e bellezza, Momix è una compagnia di ballerini-illusionisti la cui fama è legata alla capacità di evocare un mondo di immagini surreali dove interagiscono corpi umani, costumi, attrezzi, giochi di luce.

INFORMAZIONI
Tel. 0763/340493
www.teatromancinelli.it info@teatromancinelli.it


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