cultura

"Aldo Moro". Spettacolo assolutamente da vedere per non dimenticare e per pensare

martedì 16 dicembre 2008
di jacopo
Domenica 14 dicembre 2008, al teatro Mancinelli di Orvieto è stata messa in scena l’opera scritta da Corrado Augias “Aldo Moro”. La rappresentazione teatrale vuole, come ha dichiarato l’autore prima che lo spettacolo iniziasse, essere un mezzo attraverso il quale ricordare un fatto così sconvolgente per la Repubblica Italiana come è stato il rapimento di Aldo Moro. L’opera, che è un atto unico la cui durata è di circa un’ora e un quarto, appare ben scritta e corre via veloce anche grazie alla bravura di Lorenzo Amato che copre il ruolo di narratore di tutta la vicenda, e dell’altro dell'attore in scena Paolo Bonacelli, che interpreta Aldo Moro. La trama è costruita intorno alle lettere che l’allora il presidente della Democrazia Cristiana scrive dal suo carcere, lette con un’ottima interpretazione che, evitando di farle troppo proprie, cerca di riportare, con la sola tonalità della voce poiché la mimica è praticamente assente, lo stato d’animo che il prigioniero doveva provare. Lorenzo Amato, invece, narra l’avvenimeto portando come testimonianza alcune dichiarazioni di illustri politici di allora, considerazioni di giornalisti e di intellettuali, le dichiarazione del Papa Paolo VI, ragionando su di esse. Il tutto supportato da immagini che sono proiettate su un telo trasparente e finissimo che si trova di fronte ai due attori. Le immagini di quei giorni sono molto forti e hanno un grande impatto sul pubblico. Altra interessante invenzione dello scenografo e del regista Giorgio Ferrara, che attua una regia semplice ma estremamente efficace per l’occasione, è quella di rappresentare la prigione di Moro come un piccolo quadrato dal quale lo statista è chiuso e non esce mai. Un grande dubbio aleggia su tutto lo spettacolo: si poteva fare qualcosa di più per salvare Moro? Quale delle due linee formatesi allora, quella della fermezza e quella che invece era disposta a trattare, era più giusta? La Storia dopo anni ha data un suo giudizio? Probabilmente, come ha anche spiegato Augias prima dell’inizio dello spettacolo, ci troviamo di fronte ad un dilemma di difficile soluzione. Il fatto è stato una vera tragedia, nel senso originario del termine, cioè una storia che non poteva avere in nessun modo un lieto fine. Infatti se da un lato liberando alcuni prigionieri politici Moro si sarebbe salvato, dall’altro lo stato avrebbe probabilmente ricevuto un durissimo colpo alla sua struttura. Agendo nell’altro modo però si è praticamente condannato un uomo alla morte. Sempre attento e catturato dallo spettacolo, nel finale il pubblico si è come liberato in un caloroso applauso. Unica nota stonata il teatro che non era molto affollato, i giovani c’erano e anche in un numero significativo però, per quello che la rappresentazione portava in scena, gli istituti scolasti, i presidi e gli insegnanti potevano anche spingere di più affinché gli studenti andassero a vedere la rappresentazione. Spettacolo assolutamente da vedere per non dimenticare e per pensare. Voto 9.