cultura

L'Argentina di "Gente come uno": un invito a non distrarsi

domenica 16 novembre 2008
di Carlo Brunetti
La rassegna teatrale all’interno di “Venti Ascensionali 2008 – Altri Mondi” attraversa l’Atlantico e ci porta in Argentina. E’ il 2001 e la patria di Borges e Maradona è in pieno tracollo economico. Il lavoro non c’è più, le fabbriche chiudono, i risparmi sono bloccati, la gente scende in piazza, la polizia risponde con la violenza della repressione. Il tema proposto da “Venti Ascensionali” è ancora una volta stimolante, di quelli che muovono i pensieri, ma questa volta lo spettacolo non sembra decollare. Manuel Ferriera, argentino, attore protagonista del monologo: “Gente come uno”, andato in scena venerdì 14 novembre alla sala del Carmine in Orvieto, ce la mette tutta, non risparmia energie, ma è come se il suo spettacolo, dopo numerose repliche, avesse oramai il fiato corto per emozionare con tali temi. Il monologo inizia con un’aria di spensieratezza ma è solo un artificio per introdurci nella rabbia che il protagonista griderà per tutta la durata della rappresentazione, rabbia dovuta alla difficile situazione del proprio paese natio, l’Argentina. Buenos Aires in ginocchio Manuel Ferriera l’ha vista, ha visto l’ostinato indifferente ottimismo di molti tradursi in smarrimento e paura ed ora racconta al pubblico tutto ciò. Non mancano nello spettacolo elementi toccanti. L’impossibilità di rimanere chiusi in casa ed i quartieri che diventano luoghi dove la gente si riunisce per le assemblee. I cartoneros, i poveri delle periferie che al tramonto entrano in città per raccogliere e separare la spazzatura ed i piqueteros, i disoccupati della provincia, da sempre guardati con sospetto e accusati di creare disordini, che vengono invece accolti dai commercianti con pane e mate. Il contenuto dello spettacolo è di certo interessante ed in qualche modo porta a paragonare la situazione di quell’Argentina con le difficoltà economiche che oggi caratterizzano l’Occidente, a riflettere sul fatto che forse quel 2001 è stato un allarme che nessuno ha saputo leggere. Il tutto rimane però sospeso fra il racconto ed il reportage giornalistico senza essere mai né l’uno né l’altro. Nonostante ciò, “Gente come uno” è un invito a non distrarsi, a non girarsi dall’altra parte, a non far diventare nessuno invisibile, a chiudere il collegamento web “rimanendo connessi”.