cultura

Scavo di Campo della Fiera: sensazionali i ritrovamenti della campagna 2008. Affiora anche Geta

venerdì 29 agosto 2008
di laura
Più di un'importante scoperta segna la campagna di scavo 2008 di Campo della Fiera, ad avvalorare sempre più l'ipotesi che si tratti realmente del luogo scelto dagli Etruschi per la localizzazione del Fanum Voltumnae, il grande santuario della loro Dodecapoli. “Nomino un luogo importante, non nomino il Fanum – ha detto con una legittima punta di provocazione la Prof.ssa Simonetta Stopponi, direttrice degli scavi (nella foto seduta al computer), nel concludere la sua relazione per la presentazione ufficiale dei risultati - Se gli scettici ancora ne dubitano ci dimostrino il contrario”. Il ritrovamento più sensazionale è senza dubbio quello di un magnifico busto marmoreo, sotterrato a seguito di una damnatio memoriae, non distrutto forse proprio per la sua bellezza, ma sistemato con estrema pietas con il capo appoggiato a un cuscino di pietra, quasi desiderando e prefigurando il futuro rinvenimento dei posteri. Secondo l'ipotesi messa a punto dal Prof. Filippo Coarelli, illustre etruscologo, attraverso una serie di esclusioni e deduzioni, si tratta con ogni probabilità di un busto dell'imperatore Geta, figlio di Settimio Severo e fratello minore dell'imperatore Caracalla, ucciso e colpito da damnatio il 27 febbraio dell'anno 212. Il ritratto, dunque, dovrebbe essere stato eliminato e nascosto nei primi giorni del marzo 212, per riaffiorare oggi, a quasi duemila anni di distanza, nel suo prezioso splendore. Ad avvalorare l'ipotesi, oltre a varie supposizioni che fanno identificare il busto per un personaggio giovane della dinastia dei Severi, il fatto che sembra somigliare all'unica effigie di Geta che possediamo, quella appena decifrabile su una moneta. Per il resto, la scoperta di Orvieto (nella foto successiva) è quanto mai sensazionale, proprio perché di Geta non esiste alcun ritratto marmoreo originale. Molti e quanto mai significativi gli altri ritrovamenti archeologici, tutti di epoca romana perché ormai appartenenti allo strato più superficiale dello scavo: anche questo, secondo la Prof.ssa Stopponi, un significativo indizio scientifico verso l'avvaloramento del Fanum, in quanto abitualmente i Romani cancellavano i luoghi di culto degli Etruschi e invece, in questo caso, una volta deportati gli Etruschi a Volsini, proprio per l'importanza del luogo ne avrebbero continuato la frequentazione. A testimoniarla, anche quest'anno sono stati ritrovati numerosi reperti di uso votivo: vasi autoctoni, bronzetti, vasi greci, basamenti di altari, un basamento con pernio per una grande statua, volti sereni di antefisse e una maschera più inquietante di Gorgone (nella foto che segue), mosaici. Queste evidenze si aggiungono a quelle notevolissime degli anni scorsi, come ad esempio il basamento di un grande edificio nella parte meridionale dello scavo, un altare etrusco di larghe dimensioni, altri altari etruschi su pavimenti evidentemente bruciati da sacrifici votivi, una grande fontana circolare con gocciolatoio a forma di testa di leone, frammenti statuari in marmo greco, matrici di antefisse: tutti reperti che avvalorano l'ipotesi di un luogo di culto molto importante, nato nel VI secolo a. C. e frequentato, come dimostra il ritrovamento della Chiesa di San Pietro in Vetere, fino all'età medievale. Di grande rilievo in questa campagna 2008, oltre al già citato busto della prima età imperiale, il ritrovamento di 214 monete romane che raffigurano i magistrati monetari, tra cui una con un ritratto di Augusto, poste in uno scrigno di fronte a un altare di cui era già stata ritrovata la pietra forata che serviva da coperchio. Preziose e rare, infine, le iscrizioni etrusche rinvenute, tra cui un hapax che sembra alludere al padre degli dei e dunque, per estensione, al Dio a cui il fanum era dedicato. Indipendentemente dalle lunghe e forse ormai oziose diatribe sul Fanum, il grande sito di Campo della Fiera, in cui le indagini archeologiche sono in corso dal duemila, conferma il suo indubbio rilievo: ben tre ettari di assoluto spessore archeologico, che come ha sottolineato nell'odierna conferenza stampa la Dott.ssa Mariarosaria Salvatore, Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Umbria, andranno restaurati, valorizzati e offerti alla fruizione all'interno del già costituito Parco Archeologico di Orvieto e dell'Orvietano. Impegno, questo, che è stato assunto dal Prof. Giuseppe Della Fina, in duplice veste di etruscologo e assessore ai Beni Culturali. Della Fina ha infatti informato che si andrà a ratificare il decollo del Parco nel prossimo Consiglio Comunale di settembre e che la Prof.ssa Stopponi, appassionata protagonista di tanti ritrovamenti orvietani a partire dallo scavo di Cannicella iniziato nel '77, sarà membro del Comitato scientifico del PAAO. Il sentito ringraziamento della Sovrintendente Dott.ssa Salvatore e della Prof.ssa Stopponi è andato al Monte dei Paschi di Siena, primo e importante sponsor degli scavi condotti dall'Università di Macerata, al Comune di Orvieto e alla Comunità Montana per la collaborazione, a tutti gli archeologi che da tempo affiancano la Professoressa nella direzione dello scavo, ai numerosi studenti delle Università italiane e straniere che in questi anni hanno prestato la loro opera negli stage di scavo estivi per portare alla luce questo notevole patrimonio. Un particolare ricordo è andato infine a Francesco Satolli, il giovane archeologo medievalista orvietano recentemente scomparso, appassionato protagonista di tante campagne estive. A lui è stata dedicata la campagna di scavo 2008, con il lungo, sentito e commosso applauso che ha concluso, con l'intervento di numeroso pubblico, la presentazione.