cultura

Per il 64° anniversario dell'eccidio di Camorena ristampa di 'Tempo di guerra'

venerdì 28 marzo 2008
In occasione del 64° anniversario dell'eccidio di Camorena, che ricorre questo 29 marzo 2008, sarà ristampato il volume "Tempo di guerra", curato da Cesare Corradini ed edito dal Comune di Castiglione in Teverina. Sarà la Provincia di Terni ad assumersi per intero gli oneri della ristampa. Il libro riporta le dolorose vicende vissute dai Castiglionesi durante la seconda guerra mondiale, culminante nell’eccidio dei Sette Martiri di Camorena nel tardo pomeriggio del 29 marzo 1944. Alle 19 il triste convoglio si mosse - così nel libro si narra - alle ore 19,30 dodici piccoli pezzenti del littorio freddavano il primo martire, Federico Cialfi, e dopo Federico rotolarono gli altri ai piedi della quercia, rotolando, morendo. La nuova edizione di "Tempo di guerra" contiene una prefazione di Pirkko Peltonen, assessora ai Grandi Eventi del Comune di Orvieto. Di seguito il suo bel testo introduttivo che domani, nella consueta cerimonia al Cippo dei Sette Martiri, sarà letto da una giovane alunna.
La Storia, quella con la “S” maiuscola, non la scrivono gerarchi o generali, non dittatori né re; la scrive la piccola gente, cioè noi. Così nel “Tempo di guerra”, vicende vissute dai Castiglionesi durante la seconda guerra mondiale. E’ un racconto impressionante di una piccola realtà territoriale, dettagliato, frutto di ricerche minuziose, e culminante nell’eccidio dei Sette Martiri di Camorena nel tardo pomeriggio del 29 marzo 1944. C’è dentro la Storia della piccola gente in un periodo crudele: l’affanno, le ristrettezze, la paura, le piccole gioie, le feste, così come i tradimenti e le vendette. Ma al di sopra di tutta la trama del vissuto quotidiano, reso eccezionale dalla guerra imposta dall’alto, da “altri”, e dalla piccola gente subita, spicca, poi, il momento decisivo, quello in cui ognuno è chiamato alle sue personali responsabilità. E’ il momento della scelta: da che parte stai? Ed ecco che il vissuto diventa Storia, e ognuno di noi, protagonista. La Storia di tutti i paesi è fatta di scelte da parte dei singoli individui, prese nei momenti più gravi. Sono scelte il cui peso risulta quasi inimmaginabile per chi viene dopo e chi quelle scelte eredita. Dilio Rossi, Ulderico Stornelli, Federico Cialfi, Raimondo Lanari, Alberto Poggiani, Amore Rufini, Raimondo Gugliotta, i sette Martiri trucidati a Camorena, la loro scelta l’avevano fatta. L’Italia che di lì a poco fu ricostruita su basi democratiche, antifasciste e repubblicane, è erede loro e di tutti come loro. Ma la scelta l’avevano fatta anche coloro che li uccisero: era una scelta in nome della violenza, dell’odio e di una ideologia votata al sopruso e alla sottomissione dell’oppositore. Oggi, per fortuna, le nostre scelte non devono essere prese tra la paura e la fame, tra l’affanno e le armi, ma non per questo possiamo evitare la domanda di fondo: da che parte stai? La parte dei proclami, del disprezzo e dei tamburi porta alla violenza e alla guerra, anche oggi. E chi giudica “retorico” il ricordo dell’antifascismo e della resistenza, prepara la strada a nuove violenze, qui e oggi; a nuovi eccidi nel mondo. Perché dimentico e noncurante dell’effetto tremendo e assoluto che ogni nostra singola azione porta al corso della Storia. I Martiri di Camorena non erano solo mariti, padri, figli, fratelli di famiglie orvietane e castiglionesi: erano uomini che in un certo momento hanno dovuto assumersi la loro parte del peso della Storia. Ogni giorno, in ogni parte del mondo, uomini e donne si trovano a dover scegliere. Nel mondo di oggi, le scelte si fanno sempre più complicate, più difficili. Non, però, quelle di fondo: nel cuor suo, ognuno di noi conosce la differenza tra violenza e tolleranza, tra odio e convivenza. E per affermare quella differenza, oggi non è più tempo di resistenza. E’ tempo di lotta. “La verità è concreta”, scrisse il famoso drammaturgo tedesco Bertolt Brecht. E in una sua famosa poesia, rivolgendosi, immaginariamente, ad un generale, gli illustra con atroce amarezza i vantaggi e i difetti delle diverse macchine da guerra, per arrivare alla macchina da guerra più potente – l’uomo: “Generale, l’uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: può pensare.” Che la commemorazione dei Sette Martiri di Camorena serva da catalizzatore per chi è nato dopo, sotto le stelle più amene, perché arrivi ad usare pienamente il suo “difetto”, quello di poter pensare. E perché arrivi a “concretizzare” la sua responsabilità individuale in ogni azione che intraprende in nome della verità. Orvieto, 29 marzo 2008 Dottoressa Pirkko Peltonen Assessore ai Grandi Eventi culturali Comune di Orvieto