cultura

Piacevole appuntamento al cinema con Manuale d'Amore 2. Nuovi attori declinano per Veronesi altre quattro facce del sentimento.

giovedì 18 gennaio 2007
di davidep
Pochissimi gli attori confermati a distanza di un anno, ma un grandioso cast italiano che furbescamente attirerà al botteghino le più diverse fette di pubblico, fedeli o curiose, per l’uno o per l’altro motivo. Tante le tematiche e potenzialmente drammatici i sentimenti in ballo, ma affrescati con delicatezza e ironia dall’occhio acuto e compiacente del regista toscano Giovanni Veronesi, che in questi giorni ha girato l’Italia insieme agli attori e al produttore De Laurentiis per promuovere i Capitoli Successivi del suo godibilissimo Manuale d’Amore. “Il progetto – ha dichiarato il regista in conferenza stampa – è quello di mettere insieme cinque film in grado di raccontare gli spaccati tipo e le situazioni più rappresentative di questo sentimento, senza farne ovviamente una geografia completa”. Il film, in programmazione ad Orvieto (e in altre 749 sale) a partire da domani pomeriggio e fino a mercoledì 24, declina altre quattro facce di un sentimento molteplice e sfuggente come l’amore. Archiviati i capitoli didascalici di “innamoramento – crisi – tradimento – abbandono” e accantonati i turbamenti del giovane Muccino con tanto di sospiri trasognati, subentra nella coppia l’eros stuzzicante di giochi (non solo di sguardi) tra la bella fisioterapista Monica Bellucci, che prende iniziativa con il lanciatissimo Riccardo Scamarcio, costretto (nel film, si intende) su una sedia a rotelle in seguito ad un incidente automobilistico. La moderna Barcelona fa da sfondo a una giovane coppia alle prese con la fecondazione assistita, impianti di embrioni e “bombardamenti di ormoni” come ripete istericamente la sempre più brava Barbora Bobulova, realmente incinta mentre girava insieme al tutto sommato spontaneo Fabio Volo. Voglia di Spagna anche nella coppia omosessuale, simpaticamente interpretata da Antonio Albanese e Sergio Rubini (“ho donato al mio partner tutta la femminilità di cui disponevo”), prodighi di mossette e ammiccamenti, che dopo mille disavventure coronano nell’assolata terra dei tori il loro sogno d’amore e di riscatto sociale. E se nel primo film, Verdone era un borghese piccolo piccolo alle prese con un nostalgico e struggente abbandono, qui si ritrova a impersonare un maitre con figlia coatta, che fugge la squallida ciabatta della moglie, per inseguire le leggere vesti della bella ventenne Elsa Pataky, guarda caso spagnola, non rassegnandosi all’idea di invecchiare. Rauca voce narrante, dj Claudio Bisio accompagna lo spettatore tra sogni proibiti, istinti repressi, colpi di scena, temi attualissimi e piccole verità per indagare la natura umana in modo estremo, ma con i toni leggeri della commedia all’italiana che carica di speranza anche gli onnipresenti ospedali in cui compaiono addirittura il Fiorello nazionale e il comico tv Dario Bandiera (altro cameo quello della stupenda Valeria Solarino). Un orecchio, infine, va alla colonna sonora come sempre azzeccata di Paolo Buonvino, che si avvale di una dolcissima Elisa per sussurrare “un senso di te” e un’immensa Nannini per gridare “sei nell’anima”. E se per i più sofisticati il film non regge il confronto con il precedente, non comunica un’emozione e non strappa una lacrima, né una risata (difficile!), un brivido lo regala l’immagine finale. Poetica e suggestiva.