cultura

Professione libraio. Presentato a Perugia il primo corso nazionale di alta formazione con sede a Orvieto. A marzo il via

venerdì 12 gennaio 2007
Formare librai qualificati e creare i presupposti per un allargamento del mercato librario italiano attraverso l’apertura di nuove librerie. E’ quanto si propone la Scuola librai italiani, nata ad Orvieto su iniziativa dell’Associazione librai italiani e della Fondazione Centro studi Città di Orvieto, che per la prima volta in Italia andrà a formare trenta giovani librai professionisti. La Scuola, che si avvale dei patrocini della Presidenza del consiglio dei Ministri e dei Ministeri alle attività culturali ed alla pubblica istruzione, “pone fine ad un vuoto formativo nel settore libraio e culturale e risponde a precise richieste del mercato del lavoro. Gli aspiranti librai - è stato detto durante la conferenza stampa di presentazione ieri a Perugia – potranno governare e non subire l’evoluzione del comparto librario negli ultimi decenni”. Il corso di alta formazione in gestione della libreria partirà entro il prossimo marzo e si concluderà nel dicembre 2007. L’iniziativa è stata salutata con “particolare apprezzamento” dall’assessore alla cultura della Regione Umbria, Silvano Rometti, che ha evidenziato come “la Scuola di Orvieto si candidi ad essere punto di eccellenza dell’Umbria e dell’intero panorama nazionale e sia un ulteriore tassello delle politiche di promozione e valorizzazione del libro realizzate in Umbria. La Regione – ha aggiunto Rometti - è da tempo impegnata in manifestazioni editoriali di prestigio, come ad esempio “Umbrialibri, ed in azioni di valorizzazione dei comparti bibliotecari, librari ed archivistici. Questo progetto – ha concluso Rometti – accrescerà l’interesse dei cittadini per la lettura e quindi ci aiuterà a superare la distanza esistente con altri presi europei”. “Il corso – ha detto il presidente dell’Associazione librai italiani, Rodrigo Dias – ha la durata di un anno accademico ed è rivolto a laureati di qualsiasi facoltà. L’obiettivo è di formare veri professionisti, capaci di ricostruire un efficace rapporto tra cliente ed addetto. A giudicare dalla domanda del mercato – ha proseguito, i giovani formati nella scuola avranno concrete opportunità di occupazione come aspiranti librai o come addetti del settore. Il progetto – ha concluso Dias - può contare su partner di indiscussa qualità, tra cui l’Università degli Studi di Perugia, la Sapienza di Roma, la Cà Foscari di Venezia (cui è stata affidata la direzione scientifica del corso) e la “Scuola dei librai tedeschi” di Francoforte. L’assessore alla cultura del Comune di Orvieto, Teresa Urbani, ha sottolineato come l’iniziativa sia in linea con le politiche culturali realizzate dall’amministrazione cittadina per la promozione del libro e della lettura. “A cominciare – ha detto - dalla presenza ad Orvieto di una delle più grandi librerie della regione, fino alla prossima apertura della biblioteca pubblica che conta su un patrimonio librario secondo in Umbria solo a quello della biblioteca Augusta di Perugia. Anche per il preside della facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Perugia,Giorgio Bonamente, “il progetto costituisce un frutto maturo delle politiche culturali avviate in Umbria. E’ una iniziativa – ha concluso – di forte impatto per la valorizzazione e promozione della cultura, con prospettive concrete di durata e successo”. Per il presidente del Centro Studi Città di Orvieto, Stefano Cimicchi, “Orvieto, come molte altre città umbre, è una sede ideale per l’alta formazione. A ciò si aggiunge, per il successo dell’iniziativa, la qualità dei soggetti che partecipano al progetto e la sua carica innovativa". “Mensilmente il corso – ha spiegato il direttore tecnico della Scuola librai italiani, Riccardo Campino - è suddiviso in una settimana di lezione in aula ad Orvieto e tre settimane di stage in libreria. I blocchi didattici riguarderanno il mercato del libro, la gestione libraria, il lavoro in libreria, le relazioni con il mercato, gli aspetti bibliografici e di letteratura e la progettazione della libreria. Sono inoltre previste visite alle principali manifestazioni italiane legate al mondo del libro e, in collaborazione con l’Associazione italiana editori, l’erogazione di borse di studio per gli allievi”. Da una recente ricerca degli Stati Generali dell’Editoria, il mercato italiano ha il più basso indice di crescita in Europa, con un incremento di fatturato di appena lo 0,4% nel 2005 sull’anno precedente ed una spesa pro-capite per i libri che colloca l’Italia al terzultimo posto tra i principali Paesi europei: se in Gran Bretagna il 73% della popolazione dichiara di leggere almeno un libro l’anno, in Italia la percentuale scende al 42, 3%. Nel sud Italia il 95 per cento delle città con popolazione superiore ai 20mila abitanti non ha librerie.