cultura

E li chiamano disabili... Panathlon e Fidapa presentano a Orvieto il libro di Candido Cannavò. Sabato alle 17 nella Sala Consiliare

venerdì 24 novembre 2006
In un conviviale “riunita” che si terrà la sera di sabato 24 novembre, le sezioni orvietane del Panathlon Club e della Fidapa (Federazione Italiana Donne, Arte, Professione, Affari) incontreranno alle 20,00 al ristorante "Maurizio" il giornalista sportivo Candido Cannavò. L'incontro seguirà alla presentazione del libro di Cannavò "E li chiamano disabili. Storie di vite difficili, coraggiose, stupende", che sarà presentato a Orvieto, grazie alla collaborazione fra le sezioni orvietane del Panathlon Club e della Fidapa, alle 17.00 presso la Sala Consiliare de Comune. La presentazione sarà curata dal giornalista Guido Barlozzetti. Il libro di Candido Cannavò, con prefazione di Walter Veltroni, racconta sedici storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio della non-rassegnazione: uomini e donne colpiti gravemente nel fisico, diversi, ma che hanno saputo sviluppare forme differenti di abilità. “Diversamente Abili”, dunque: chirurghi che hanno perso l’uso delle gambe ma riescono ugualmente ad operare, scultori ciechi che, senza aver mai visto il soggetto da riprodurre, scolpiscono busti perfetti; persone affette da gravissime forme di distrofia muscolare che conducono una normale vita familiare e sono impegnate nell’ambito del sociale e del volontariato. Il libro è edito da Rizzoli anche in una versione accessibile a non vedenti e ipovedenti.
Candido Cannavò è nato a Catania nel 1930. Ha iniziato la sua carriera di giornalista presso il quotidiano della sua città, "La Sicilia", nel 1949, occupandosi di sport ma anche di importanti problemi sociali e di costume. Il suo nome è strettamente intrecciato a quello della "Gazzetta dello Sport", di cui è stato direttore dal 1983 al 2002, facendola diventare il più diffuso quotidiano sportivo d'Europa. Nel luglio del 2005 ha festeggiato il 50° anniversario della sua prima firma sul giornale per il quale ha seguito i maggiori avvenimenti sportivi mondiali e dieci Olimpiadi. Nel 1996, durante i Giochi di Atlanta, il Ciò gli ha conferito l'ordine olimpico. Nel 1998 ha ricevuto il prestigioso "Premio Ischia" per il giornalismo. Il suo primo libro, il best seller “Una vita in rosa”, ha ottenuto nel 2003 il "Premio Cianciano" sezione autobiografia, e il secondo, “Libertà dietro le sbarre”, nel 2004 ha ricevuto un riconoscimento speciale nell'ambito del premio letterario e giornalistico "Ernest Hemingway".