cultura

L'Abbazia di Monte Orvietano e il monaco Graziano

domenica 18 giugno 2006
L’Abbazia di S. Niccolò fondata nel 1007 è stata riordinata da S. Romualdo “Abbatiae S.Nicolai fundator, vel restaurator facile fuerit Romualdus” (Annales Camaldolenses, tomo III, pagg.222,225 e in libro XXIX), in questo luogo è stato infatti rinvenuto un capitello in marmo bianco con lo stemma della congregazione dei Camaldolesi. Nel 1118 il monastero entrò in possesso della famiglia dei Bulgari, conti di Marsciano e proprietari del Castello di Parrano. È citata nel catasto del 1292 come Villa Abbatie Montis Orvietani, all’interno del piviere di Ficulle, con riferimento alla abbazia che successivamente diede il nome ad una villa. A quella data (secondo il Pardi) rappresentava la comunità religiosa che nel territorio Orvietano disponeva dei maggiori possedimenti. Nell’Abbazia di S. Niccolò nei primi anni del XII secolo rivestì l’abito monacale il Magister Gratiano, il monaco camaldolese, illustre giurista e fondatore del diritto canonico, nato a Ficulle in loc. Carraia. Nel “De viris illustribus” di Giovanni Colonna del 1335 si legge:”Gratianus monachus Abbatiae Montis Orbetani dioecesis Urbevetanae ex oppido Carraia prope Ficulas homo studiosissimus fuit”. A Graziano si deve un’opera imponente, il primo tentativo di conciliare le varie contraddizioni che scaturivano ormai copiose dai Testi sacri, grazie a varie opere come il Sic et non del filosofo Abelardo. Attingendo gran parte dalla Panormia di Ivo de Chartres e da altre collezioni che erano nate copiosamente nel periodo gregoriano, scrisse il famoso Concordia discordantium canonum, passato poi alla storia come Decretum Graziani o Corpus iuris canonici. Nell'ambiente bolognese attivissimo nel campo del diritto civilistico grazie all'opera di Irnerio e dei suoi seguaci, non passò troppo tempo che anche il diritto canonistico cominciò a riscuotere successo, anche se la maggior diffusione la ebbe in Francia e Germania grazie alle summae di Rolando e del francese Rufino, dando vita al fenomeno della decretistica. Tra le tante citazioni una delle ultime più autorevoli è quella di Giovanni Paolo II, che è citazione di un’altra citazione tratta dalla Divina Commedia, che in occasione della presentazione ufficiale del Nuovo Codice di Diritto Canonico ebbe a dire: “A questo riguardo mi sia consentito, fra le tante figure di canonisti e giuristi, meritatamente famosi, nominare almeno il monaco Graziano, l’autore del “Decretum” (“Concordia discordantium canonum”), che Dante colloca nel quarto suo cielo, tra gli spiriti sapienti, in compagnia di sant’Alberto Magno, di san Tommaso d’Aquino e di Pietro Lombardo, esaltandolo perché “l’uno e l’altro foro / aiutò sì che piace in paradiso” (Dante Alighieri, La Divina Commedia, “Paradiso” X, 104-105).”

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