cultura

10 anni di giornalismo on line: la qualità, più che la fretta, fa ormai la differenza

martedì 13 dicembre 2005
di Davide Pompei
Con l’avvento della rete, multimediale e interattiva, l’informazione è molto cambiata, sono cambiati tempi, ruoli professionali, modalità esecutive e di confezionamento delle notizie. Altra cosa è la loro attendibilità, la verifica e la veridicità di ciò che si trova nel web. La storia dei giornali in rete è breve (l’esordio italiano risale al ’95), ma intensa e ricca di capovolgimenti e rapide trasformazioni. Tra previsioni, apocalittiche quanto errate, di crisi della carta stampata e il pionierismo di “giornalisti-ingegneri” desiderosi di sperimentare il nuovo, dalla mera trasposizione della versione cartacea alla nascita di vere e proprie testate autonome, oggi il giornalismo on line sta acquistando una precisa identità.

Dopo una prima fase di mitizzazione del “tempo reale”, si è maturato il convincimento che a determinare il successo di una testata siano non tanto l’arrivare prima, quanto la credibilità, la capacità di approfondire, oltre alla rapidità e il costante aggiornamento delle notizie, la capacità di offrire contenuti multimediali sui diversi argomenti. Il giornalismo on line ha dimostrato infatti di saper raggiungere nuove fasce di lettori, futuri acquirenti del giornale cartaceo oppure fedeli clienti dell’edizione elettronica. La rete ha creato una nuova generazione di utenti, per lo più giovani, cresciuti con videogiochi e pc, frequentatori abituali di Internet, poco propensi all’acquisto dei tradizionali quotidiani. La rete ha dimostrato, inoltre, di essere un mezzo di comunicazione e di “bilanciamento” importante e insostituibile nel fare anche informazione indipendente e pluralista.

Nell’ultimo decennio il giornalismo on line è nato e sta camminando di pari passo con la rivoluzione delle tecnologie: digitalizzazione, convergenza multimediale, vasta diffusione di Internet, sviluppo dei media interattivi, lancio della web tv e di quella digitale via satellite, telefonia cellulare di terza generazione hanno rivoluzionato le nostre abitudini e profondamente modificato il quadro dell’informazione globale. La tecnologia ha in molti casi sostituito la necessità di andar per strada a cercare le notizie; oggi si batte molto anche il web, moderno marciapiede virtuale che ha assunto le dimensioni di una fonte al pari di tutte le altre (anche se del 70% delle cose che vi si trovano, solo il 10% è ritenuto affidabile, per la percentuale rimanente si tratta sempre della stessa materia lavorata e rimestata da più e più fonti, un continuo copia e incolla, talvolta sottile, spesso palese).

Secondo il Rapporto 2005 dell’Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori, sull’editoria digitale, ben il 21% dei navigatori legge spesso le news di Internet (che costituiscono attualmente il 5% circa dei contenuti della rete), il 43% abbastanza frequentemente. Mentre, secondo l’Istituto per gli Studi della Pubblica Opinione, i navigatori sarebbero tanto più disposti a pagare un contenuto quanto più lo vedono come un valore aggiunto, un arricchimento culturale, un prodotto che rimarrà nel tempo. L’informazione sarebbe dunque vissuta come un bene di libera circolazione, per il quale non è consuetudine pagare, vista la disponibilità di informazioni gratuite attraverso altri mezzi (pagando aumenterebbe forse la qualità, ma verrebbe meno uno dei pilastri di Internet, quello sul pluralismo di voci raggiungibili in modo gratuito e immediato). Insomma, oggi si va affermando la tendenza a mediare tra approfondimenti a pagamento e aggiornamenti gratis, così come il pubblico dei lettori virtuali sembra gradire le notizie firmate. La firma di chi scrive pare attribuire una dignità superiore alle notizie perché spesso l’informazione di Internet è vista come anonima e sinonimo di menzogna. La capacità dell’informazione di cavalcare con tempestività l’onda lunga del cambiamento farà la differenza.