cultura

In Umbria si invecchia meglio

venerdì 16 settembre 2005
di Angelo Rosati

Da una ricerca della fondazione Oic (Opera Immacolata Concezione-Onlus) resa nota dal Censis, l’Umbria risulterebbe tra le prime regioni Italiane dove si invecchia “bene”.
La ricerca mette in risalto il fatto che “ invecchiare fa sempre meno paura agli italiani che lo considerano come un processo naturale, al quale occorre prepararsi con adeguati stili di vita e una disponibilità a riprogettare la propria esistenza, valorizzando le opportunità offerte dalla libertà dagli obblighi dell’età adulta”.
Dalla ricerca, effettuata su un campione di 1000 italiani, emerge che più di un 65% considera l’invecchiamento un processo che può portare molte soddisfazioni, che solo un 13% ha paura di invecchiare e che sono le casalinghe la categoria che teme maggiormente la terza età.

Sembra inoltre che l’attuale generazione di ultrasessantenni stia riscrivendo la classica immagine dell’anziano, emanando grande fiducia e speranza nei confronti dei più giovani.
In Italia il 93,8% di anziani è totalmente o parzialmente autosufficiente, questo però grazie a una diffusa pratica di prevenzione e a un corretto stile di vita.
La ricerca mette in evidenza come gli anziani italiani siano in realtà molto attivi a livello relazionale: infatti il 61,2% incontra amici, il 51,7% legge libri, il 48,4% si dedica a un hobby, il 27,1% frequenta ristoranti e/o trattorie, il 24,8% si reca in parrocchia e/o in altri luoghi di socialità, il 18,6% partecipa a gite parrocchiali, di centri sociali o di aziende.
In aumento inoltre la propensione verso sport, cinema e teatro.
L'inclinazione all’attività sociale, unita ad una corretta dimensione sanitaria sembra essere la chiave per vivere un' onesta vecchiaia.

A livello territoriale è stata inoltre tracciata una mappa del buon invecchiamento: è il Trentino Alto Adige la regione dove si invecchia meglio dal punto di vista dello “stare bene”, con quasi il 46% degli anziani che valuta in modo molto positivo il proprio stato di salute; al secondo posto si colloca l’Umbria con rispettivamente il 42% in buono stato di salute; seguono Lombardia (38,7%), Piemonte (36,3%) e Toscana (37%).

Anche in questo caso si evidenzia una forbice tra le regioni del centro nord e quelle del sud, in cui si riscontrano percentuali di percezione del proprio benessere decisamente più basse; questo sia a causa di un peggior funzionamento degli apparati pubblici sanitari, sia per un minor investimento in infrastrutture per anziani e, di conseguenza, per la scarsa diffusione di una cultura della “longevità attiva”.