cultura

Il Di/segno o il Segno? Dalle suggestioni di Eco la personale di Donato Catamo a Palazzo dei Sette

lunedì 20 giugno 2005
E' in allestimento alla Sala degli Archi di Palazzo dei Sette la mostra dell’artista Donato Catamo dal titolo: “Il Di/segno o il Segno? Donato Catamo su Il Nome della Rosa e Baudolino di Umberto Eco”. La mostra, inaugurata sabato 18 giugno, si compone di 47 tavole (37 disegni 70x100, 8 oli 75x75 e 2 oli 100x100) che tratteggiamo l’originale interpretazione dell’Artista di due classici della letteratura italiana contemporanea: “Il Nome della Rosa” e “Baudolino” di Umberto Eco.

Donato Catamo ha riversato sulla tela - e nel caso dei disegni, sulla carta - le suggestioni che la lettura e rilettura di queste due opere, a loro volta cariche di segni, hanno suscitato alla sua immaginazione e alla sua sensibilità, scegliendo come filo conduttore il tema del viaggio: essenzialmente interiore nel Nome della Rosa, più fisico e reale in Baudolino.
Accanto al viaggio, l'altro filo conduttore colto nei due romanzi, e dunque riversato anche nelle opere della mostra da Donato Catamo, è l’utopia unita “a qualche concessione all’amore e a spiragli di speranza”.
L'inaugurazione della personale dell'artista, introdotta dal Sindaco di Orvieto Stefano Mocio, da Monsignor Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto, dal giornalista Guido Barlozzetti e dall'artista stesso, ha visto la partecipazione di un folto pubblico, che testimonia della considerazione e della stima, vorremmo anche dire dell'affetto, che Donato Catamo ha saputo conquistarsi in questi anni di vita orvietana - dal 1971 come insegnante di arti della Grafica all'ISA, poi come Preside - sia col suo lavoro d'artista che con il suo spessore professionale e umano.
Particolarmente avvolgente la prolusione di Guido Barlozzetti, che ha saputo cogliere con profondità e piacevolezza gli intricati legami - potremmo dire l'intrecciarsi dei messaggi e dei segni - sia dell'opera letteraria che di quella pittorica: tecniche diverse, tuttavia giocate con meccanismi simili, nell'affascinante gioco di specchi che sempre si crea, davanti a un quadro o a un testo, tra ogni artista e i suoi fruitori.

La mostra, patrocinata dalla Regione Puglia, dalla Regione Umbria, dalle Provincie di Terni e Lecce, dai Comuni di Orvieto, Otranto e San Cassiano di Lecce, resterà aperta a Orvieto dal 18 giugno al 15 luglio, tutti i giorni dalle ore 10,00 alle ore 12,00 e dalle 17,00 alle 20,00.
Successivamente, dal 6 al 20 agosto, si trasferirà a San Cassiano di Lecce, paese originario di Donato Catamo.